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Come far scomparire i tuoi nemici di Internet

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Tim Gouw/CC

Anna O'Neil - pubblicato il 31/03/17

Bisogna tenere a mente come il linguaggio possa essere estremamente inefficace come modo di trasmettere le idee

Non conosco un’unica persona che trascorra il proprio tempo sfregandosi le mani e progettando la mia rovina, e quindi, sapendo che Cristo ci chiede di amare i nostri nemici, pensavo di essermela cavata visto che sembra che non ne abbia nessuno.

Ma i nemici espliciti non sono gli unici che si possano avere. In realtà, il tipo principale di nemici che ha la maggior parte di noi è rappresentato dalle persone che si incontrano nelle sezioni dedicate ai commenti, su Facebook e nei tweet – persone che sono all’opposto dello spettro religioso o politico rispetto a noi.

Potremmo non dire di odiarli, ma li liquidiamo rapidamente come moralisti, ottusi, incapaci di ascoltare le giuste ragioni e inflessibilmente legati alle proprie idee parziali della realtà.

È ovvio che non si tratti di un atteggiamento propriamente amorevole. Penso che sia giusto dire che spesso queste persone vengono qualificate come nemici. Ed è allora che dovremmo ricordare che Cristo ci dice di amarli, come fa il Padre, che “fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni” (Matteo 5, 45).




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Il comandamento di amare i propri nemici va dritto al punto, perché ovviamente nel momento in cui iniziamo ad amare i nostri nemici questi smettono di essere nemici e diventano fratelli. O forse lontani cugini, ma comunque familiari.

Ovviamente potrebbero ancora promuovere l’odio nei nostri confronti, ma se riusciamo ad amarli nonostante quello che dicono non penseremo a loro come a nemici, ma semplicemente come a persone che non ricambiano il nostro amore.

Amate il vostro nemico e questi smetterà di essere tale. Non importa quanto possano essere offensive le sue convinzioni, l’amore è sempre possibile. Deve esserlo, o Cristo non ce lo chiederebbe.

Ecco una cosa che mi aiuta a inclinarmi verso l’amore, se riesco a tenerla a mente.

Possiamo parlare tutti la stessa lingua, ma non vuol dire affatto che parliamo lo stesso linguaggio. Ciascuno sente connotazioni diverse in base alle proprie esperienze di vita. E allora, se il linguaggio è il modo migliore che abbiamo per trasmettere le idee dalla nostra mente a quella di qualcun altro, dobbiamo ammettere che non è un sistema perfetto.




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Pensate al marito che dice “Andiamo a mangiare fuori stasera” e alla moglie che interpreta queste parole come “Non sopporto più la tua cucina”. Questo tipo di incomprensione è piuttosto comune e normale tra le persone che si amano, ed è estremamente più frequente online, dove la comunicazione è ridotta a semplici parole, non accompagnate da espressioni facciali, tono, atteggiamento del corpo e contesto e rafforzate dal senso di anonimato che proviamo, che ci protegge dalle conseguenze sociali delle nostre parole.

Quando capiamo quanto possa essere inadeguato il linguaggio e ricordiamo allo stesso tempo che le parole di una persona sono solo la punta dell’iceberg di quello che è davvero, è più facile ridurre le persone a caricature in bianco e nero dei figli veri e pluridimensionali di Dio che sono in realtà.

La gente può essere sicuramente inflessibile e irragionevole, e forse non l’avete del tutto fraintesa – forse sbaglia davvero.

Quando, però, qualcuno che amiamo mostra queste stesse caratteristiche, è in qualche modo molto più facile passarci sopra, perché si ha un contesto – sappiamo chi è, e quali fardelli porta, e l’abbiamo visto anche nelle sue giornate migliori. Sappiamo che è capace di essere nobile così come di peccare. Non siamo davvero tentati di ridurlo improvvisamente al suo peccato più ovvio.

Se riusciamo a tenere a mente quanto possa essere estremamente inefficace il linguaggio come modo per trasmettere le idee (anche se è sempre il metodo migliore che abbiamo da questa parte del cielo) e ricordiamo allo stesso tempo che chiunque porta con sé anni di esperienze personali, nobiltà e peccaminosità, ferite, idiosincrasie e pregiudizi, è molto più facile tenere a mente che gli altri sono persone proprio come noi. È un po’ più facile considerarli come persone che qualcuno ama, con una vita complicata e una mente ancor più complicata.




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Non è molto, ma potrebbe essere abbastanza per ricordarci che c’è una persona dietro quelle parole, e che nella sua mente c’è molto di più di quello che sappiamo. E più amiamo i nostri nemici, meno nemici avremo. Tutti vincono.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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