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Quando la Chiesa tornerà alla bellezza attirerà nuovamente i poveri

candele

© Gustavo Kralj / Gaudium Press

Gaudium Press - pubblicato il 16/03/17

Analisi della situazione della popolazione cattolica degli Stati Uniti

Matthew Schmitz, editore della rivista First Things, ha dedicato un articolo recente per il The Catholic Herald all’analisi di uno studio dell’Università del Nebraska che identifica la popolazione cattolica degli Stati Uniti come sempre più limitata ai settori socio-economici più elevati. Per recuperare il punto di contatto con i poveri, ha proposto di porre l’enfasi sulla bellezza.

I dati dello studio sorprendono per un dato che sembrerebbe insolito: negli Stati Uniti, “i cattolici più poveri assistono alla Messa solo poche volte all’anno, mentre i più ricchi vi assistono due o tre volte al mese”. La differenza è maggiore tra la popolazione bianca e minore in quella latina, nella quale la partecipazione è più omogenea.

Il problema sembra riguardare esclusivamente i cattolici nati dopo il 1960, che indipendentemente dall’età mostrano una bassa frequentazione nei settori più poveri.

Il paradosso è notevole: i cattolici poveri si descrivono come religiosi più spesso rispetto a quelli ricchi, affermano di trovare forza e consolazione nella religione e di considerare la Bibbia la Parola di Dio. Allo stesso modo, sono meno propensi a cambiare religione, e smettono di assistere alla Messa senza adottare altre pratiche.

L’autore ha ricordato l’impatto negativo che ha avuto sui lavoratori irlandesi la decisione di commutare l’astinenza del venerdì, ispirata dal desiderio dei vescovi di Inghilterra e Galles di promuovere la penitenza interiore e le opere di carità in sostituzione di una penitenza esterna. I lavoratori hanno espresso il proprio scontento e hanno continuato a osservare l’astinenza. Schmitz ha proposto che il progressivo abbandono della dimensione estetica nella liturgia e nell’architettura sacra potrebbe avere un effetto simile.

Per sostenere la sua tesi, ha ricordato gli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino, che ha compiuto una distinzione tra i divini misteri e la dimensione umana dei riti e delle espressioni artistiche. Ha tuttavia avvertito della necessità di curare e mantenere questi aspetti materiali.

Abbiamo bisogno di forme cerimonali non perché siano essenziali, ma perché noi esseri umani abbiamo sempre teso a comprendere le cose profonde attraverso quelle più comuni”, ha commentato.

San Tommaso lodava l’evangelizzazione dei poveri attraverso le immagini, che riteneva necessarie per la catechesi, un aiuto alla memoria ricordando in modo quotidiano l’esempio dei santi e uno sprone alla devozione personale. La comprensione è aiutata dalle emozioni “più efficacemente attraverso le cose viste che quelle udite”.

Schmitz ha anche ricordato di essere rimasto colpito dalla presenza di alcuni senzatetto nella chiesa di San Patrizio al centro di Londra, dove frequentano sia la Messa che la mensa. In entrambi i luoghi vengono trattati come pari e si uniscono alla lode del Signore.

Solo quando riconosceremo la nostra povertà ci sarà un ritorno alla bellezza, e solo quando la Chiesa tornerà alla bellezza attirerà nuovamente i poveri”, ha affermato.

Diamo il benvenuto ai poveri nelle nostre chiese quando riceviamo con immagini sacre e riti solenni Colui che si avvicina a noi da Oriente”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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