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Come comunicare con gli angeli

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Flickr.com/ Creative Commons/ © francesca66 - Francesca Degli Angeli

padre Antonio María Cárdenas - pubblicato il 09/03/17

Lo insegna l'Angelo della Pace apparso a Fatima ai tre pastorelli

Narrando la prima apparizione dell’Angelo, che dovette aver luogo nella primavera del 1916, suor Lucia lo descrive nelle sue memorie come “una luce più bianca della neve, con l’aspetto di un giovane trasparente, più splendente di un cristallo attraversato dai raggi del sole”.

Questa descrizione coincide con quella della Sacra Scrittura: “Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve” (Mt 28, 2-3). Anche il libro dell’Apocalisse descrive un angelo che “aveva la faccia come il sole” (Ap 10, 1).

Suor Lucia, che all’epoca aveva 9 anni, continuava a narrare questo momento dicendo che l’angelo aveva parlato loro dicendo: “Non temete. Io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me: Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”.

Ciò vuol dire che l’Angelo di Fatima non solo si lascia vedere, ma entra in comunicazione con i pastorelli, il che è già un grande insegnamento: gli angeli vogliono formare una comunità di salvezza con gli uomini, e per questo possono assumere un corpo e parlare con noi.

È noto, e va sottolineato, che l’Angelo ha parlato con i bambini senza bisogno che questi praticassero tecniche speciali come insegnano in modo errato e falso il New Age e una falsa devozione agli angeli in cui la comunicazione con questi nostri amici si basa su alcuni rituali solo per presunti “iniziati”.

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L’Angelo della Pace ci offre una lezione: gli angeli comunicano con noi e parlano con gli uomini, e per intavolare questo dialogo e parlare con loro non sono richiesti tecniche o corsi speciali. Per ascoltare l’angelo bisogna affinare l’orecchio spirituale, la coscienza, essere bambini.

Per questo, chi dice di non riuscire a sentire il suo angelo dovrebbe fare un esame di coscienza.

E l’Angelo invita i bambini a pregare. È la prima preghiera che l’Angelo insegnerà ai pastorelli. Una preghiera in cui ci rivolgiamo a Dio dicendogli che lo amiamo, che crediamo in Lui e lo adoriamo.

Le parole degli angeli ci portano a suggerire proprio parole piene di amore, di reverenza, sentimenti santi, azioni e comportamenti misericordiosi ed edificanti.

Una grande lezione che l’Angelo ci offre già dal 1916 per i nostri giorni in cui abbonda ogni tipo di corsi falsi che dicono di essere fatti per ascoltare gli angeli e che tuttavia non infondono sentimenti caritativi ma egoisti, di autoredenzione e autorealizzazione… Che lontananza dagli insegnamenti dell’Angelo della Pace!

Se ascoltiamola voce di questo grande amico che ciascuno ha al proprio fianco, sentiremo che l’Angelo cerca di far sì che onoriamo, rallegriamo e serviamo Dio.

È una cosa che si evidenzia fin dalla prima apparizione. L’Angelo non si sofferma su conversazioni superflue o che allontanino dalla sua missione, ma insegna a dire: “Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo”. Porta i pastorelli all’adorazione.

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L’Angelo non solo desidera, ma insegna, “spinge” e avverte perché vuole che impariamo. A Fatima l’Angelo insegna ai pastorelli prostrandosi egli stesso, china la fronte a terra, e i bambini seguono questo atteggiamento. L’Angelo non ha un ruolo passivo, ma il suo compito implica il fatto di “compromettersi” con ciascuno di noi perché impariamo a fissare il nostro sguardo su Dio.

Di fronte a tanta bellezza, i bambini rimasero “sorpresi e assorti”, con le parole di Lucia. Va ricordato San Giovanni della Croce: “O anime create per queste grandezze e ad esse chiamate, che cosa fate? In che cosa vi intrattenete? Le vostre aspirazioni sono bassezze e i vostri beni miserie. O misera cecità degli occhi dell’anima vostra, poiché siete ciechi davanti a tanta luce e davanti a così grandi voci sordi” (Cantico 39, 7).

Da quanto detto finora si capisce che i santi angeli non devono essere visti come “semplici angioletti”, ma come esseri potenti, luminosi, raggianti, con capacità superiori alle nostre. Con quanta reverenza dobbiamo quindi venerare questi buoni amici e relazionarci con loro!

E l’Angelo arriva a compiere una missione: insegnare e preparare i bambini all’apparizione di Nostra Signora. L’angelo è servo di Dio e non nostro, viene a realizzare un compito all’interno dell’economia della salvezza. E in questo c’è qualcosa di bello e straordinario: gli angeli custodi, come ha fatto l’Angelo a Fatima, ci insegnano, sono come “maestri particolari” perché possiamo accogliere quel piano che Dio stesso ci rivela e così, come i pastorelli hanno imitato l’angelo nei suoi movimenti e nelle sue parole, anche noi dobbiamo imitarli, perché sono maestri, “professori” inviati da Dio per insegnarci qualcosa.

In questo senso, chiediamoci come prega un angelo e imitiamolo come hanno fatto i bambini a Fatima. Gli angeli ci offrono grandi lezioni. Continueremo a parlare di questo tema per approfondirlo e preparare la nostra anima in questo anno giubilare delle apparizioni di Fatima.

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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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