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Perché suonano le campane?

campane

© tatlin

Alvaro Real - Aleteia - pubblicato il 02/03/17

Significati di una tradizione culturale che è ormai sul punto di perdersi

La Comunità di Madrid (Spagna) prepara un decreto per far sì che le campane restino al di fuori delle regolamentazioni dei livelli di rumore in città. In questo modo, si vuole preservare una tradizione e una cultura ancestrale. Ma che cultura è? Perché suonano le campane?

Purtroppo la forza di questa cultura e di questo modo di comunicare si sta perdendo. Sono suoni che i nostri nonni conoscevano a memoria e che ora noi interpretiamo con difficoltà, e le prossime generazioni li dimenticheranno.

Esistono vari tipi di suono di campane, e in questa sede ci limiteremo a ricordare i più comuni:

Suono di allerta: Spaventa e mette in guardia. Le campane vengono suonate tutte insieme e molto rapidamente, per richiamare l’attenzione di fronte a qualche pericolo. In questo modo si avvisava la gente perché potesse andare a soccorrere e a offrire aiuto di fronte a un incendio o a qualche altro problema.

Suono di festa: È un suono allegro. Le campane vengono lasciate volteggiare liberamente per mostrare che ci troviamo di fronte a una giornata importante. In genere accadeva quando passava la Madonna o il santo in una processione o in una data specifica come la Domenica di Resurrezione.

Suono a morto: È quello che nessuno vorrebbe ascoltare, un suono lento e triste, forse il più noto. “C’è un morto”, si dice non appena si sente. In questo modo si avvisa la popolazione della morte di qualcuno. Una caratteristica peculiare: se il defunto è un uomo si termina con due suoni separati, se è una donna con uno solo.

Suono di gloria: Come quello della festa è un suono allegro, che si riscontra quando accade qualcosa di speciale – l’arrivo del vescovo, un nuovo papa o qualche evento di rilevanza particolare.

La tradizione del suono delle campane viene portata avanti in moltissimi paesi, e in alcuni di questi ha particolarità speciali.

Il suono delle campane, che non si limita ai quattro esempi che abbiamo riportato, è un linguaggio ricco e universale. C’è un suono per l’Angelus, un altro per le ore (i quarti), per la recita del rosario, per la Messa quotidiana, per la Messa domenicale, per orientare nella notte, nella nebbia o quando nevica, il suono delle processioni…

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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