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Il regalo di Milano al Papa: un piano per debellare la fame dei bambini in città

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Chiesa di Milano

Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 27/02/17

Il presidente di Fondazione Cariplo Guzzetti ha annunciato il progetto finanziato con 12 milioni di euro: «Francesco mi chiese di fare qualcosa per i più piccoli»

Un piano per estirpare la fame dei 13mila bambini di Milano che non hanno da mangiare a sufficienza. È il regalo che riceverà Papa Francesco durante la sua visita in città il prossimo 25 marzo: lo ha rivelato Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, che ha già finanziato il progetto con 12 milioni di euro e che è anche sponsor della visita. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa in arcivescovado lunedì 27 febbraio 2017.

«Diamo un contributo ben volentieri, com’è nella tradizione quando un Papa arriva in Lombardia – ha detto l’avvocato Guzzetti -. Vorremmo fare anche un regalo molto preciso al Papa: la Caritas ci ha detto che ci sono 13mila bambini che fanno la fame a Milano. Abbiamo organizzato nel giro di pochi giorni un progetto per estirpare questo fenomeno in tre anni. Quando ho incontrato Francesco mi ha detto: “Lei e le Fondazioni dovete affrontare il problema dei bambini”. Per questo abbiamo messo subito a disposizione due milioni e stiamo contattando vari enti, con un obiettivo di 25 milioni, 12 milioni li mettiamo noi. Mi fa piacere che altre due grandi realtà – Intesa San Paolo e Fondazione Vismara – abbiano contribuito rispettivamente con 3 e 4 milioni. L’obiettivo è di ritrovarci alla fine del triennio per far sì che a Milano i bambini non debbano soffrire la fame. Abbiamo anche un progetto su scala nazionale».

Il cardinale Angelo Scola ha preparato una preghiera per accompagnare questo periodo di preparazione. Nel suo d ha sottolineato quattro interventi importanti: «La preoccupazione del Papa si concentra sull’essenziale e per quanto riguarda i cristiani, su Gesù Cristo come misericordia del Padre. Questo produce la gioia del Vangelo e consente a ciascuno di noi quella ripresa così necessaria. Tu, Papa Francesco, vieni a Milano per confermarci su ciò che conta ultimamente nella vita. Generare comunità – ha sottolineato l’arcivescovo – è qualcosa che interessa a tutti, indipendentemente dalla fede di ciascuno».

Scola ha sottolineato che il programma della visita – inizierà con l’incontro alle Case Bianche nella periferia Est e poi sarà centrale l’incontro e il pranzo con i carcerati a San Vittore – «enuncia un dato che sta a cuore al Papa: il Vangelo supera ogni esclusione». In terzo luogo, il cardinale ha ricordato lo stile di esercizio del ministero del Papa, «che si gioca in prima persona e questo gli permette di incontrare tutti e diventare un emblema della cultura dell’incontro. Incontra simpatia anche dei non credenti e soprattutto nel popolo. La sua azione unisce gesti, esempi, una cultura ispirata dalla sua terra (che fatichiamao ancora a capire), e insegnamento. È necessario ricevere integralmente questo stile e questa persona». Infine l’arcivescovo ha ricordato che la visita «ci darà anche l’occasione di far sì che la nostra metropoli cresca sempre di più in un’apertura universale nei confronti di tutti e sia un luogo di incontri, di popoli e di culture. Un compito che abbiamo e che sarà accentuato nei prossimi due o tre decenni».

Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, e il sindaco di Milano Giuseppe Sala: entrambi hanno ricordato la grande attesa, l’impegno delle rispettive istituzioni per garantire la sicurezza ma anche hanno sottolineato che la città non sarà affatto «blindata». «L’attesa è fortissima – ha detto Sala – anche la mia personale lo è in pari misura. Questa visita non sarà certamente blindata, anche se avremo grande attenzione per la sicurezza. Sarebbe del tutto contrario allo spirito del Santo Padre». I prefetti di Milano e Monza, e il sindaco di Monza hanno parlato dei numeri: si prevede l’arrivo di almeno mezzo milione di persone. Per gli spostamenti sono state coinvolte le ferrovie Trenord, con convogli speciali. I pullman che si avvicineranno all’area della messa, al parco di Monza, saranno tra 2500-3000.

Per quanto riguarda i costi, ha parlato monsignor Bruno Marinoni, a capo dell’organizzazione la visita per la diocesi di Milano: «La maggior parte dei costi riguarderà la partecipazione alla gente. Abbiamo stimato circa tre milioni e 235mila euro come spesa complessiva. Per l’organizzazione dei volontari 75.000 euro; per la comunicazione 130mila euro; per il materiale distribuito ai fedeli per la messa 230mila euro; per i due incontri a Milano, in Duomo, e nel quartiere delle Case Bianche, circa 100mila euro. La parte del leone – ha aggiunto Marinoni – la farà ovviamente l’area di Monza: palco di 80 metri, che accoglierà anche 500 coristi e molti preti anziani e disabili, costerà un milione e 100mila euro; gli impianti audio nell’aera 275mila, i maxischermi 310mila; l’area per disabili (già tremila sono gli iscritti, più altrettanti accompagnatori) 85mila euro; tendostrutture 40mila euro; transenne 240mila; bagni chimici 235mila euro; generatori di elettricità 245mila euro». Molti sono gli sponsor coinvolti nel progetto, banche e imprese con sponsorizzazioni e donazioni (finora hanno raggiunto un milione e 300mila euro). È prevista anche un’app per poter fare donazioni da parte dei singoli.

Sono stati infine presentati degli spot che serviranno per invitare la gente a partecipare alla messa di Monza. I biglietti – ovviamente gratuiti – vanno richiesti alle singole parrocchie. Era presente alla conferenza stampa anche l’attore Giacomo Poretti, autore di video-lettere in preparazione all’arrivo del Papa. Nella prima Poretti ha scherzato sui «dubia» dei quattro cardinali su Amoris laetitiae ha detto a Francesco: «Qui a Milano accogliamo bene gli stranieri, specie gli argentini come te», facendo subito dopo i nomi di noti calciatori.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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