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Forte ansia: come la commentava Gesù nel Vangelo?

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Kristian Dela Cour CC

Silas Henderson - pubblicato il 27/02/17

La certezza che Dio provvederà a ciò che ci serve ci fa vincere l'ansia che ci può privare di libertà e felicità

Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.

Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?

– Matteo 6, 25-27

L’ansia è tra le sfide più comuni che le persone affrontano oggi. L’Istituto Nazionale per la Salute Mentale stima che negli Stati Uniti quasi 40 milioni di adulti (circa il 18% della popolazione) soffrano di ansia o di eccessiva preoccupazione. Non sorprende, allora, che anche numeri record di adolescenti e giovani adulti sperimentino alti livelli di ansia.

Anche se è importante essere consapevoli delle nostre responsabilità e dei nostri impegni, l’ansia può distruggere la nostra pace mentale, la nostra capacità di goderci la vita, la qualità dei nostri rapporti e perfino la nostra salute. La consapevolezza di quello che accade nel mondo intorno a noi e di quello che ci si aspetta da noi è sia utile che sana, ma quando questa consapevolezza non è focalizzata, o è eccessiva, e inizia a divorare le nostre energie e a dominare le nostre emozioni, diventa un’ansia malsana. Questo tipo di ansia e preoccupazione non è qualcosa di nuovo. Quando pensiamo alle storie evangeliche su Gesù, è facile concentrarsi sulle parole impegnative e stimolanti e sulle meraviglie che ha compiuto. Ma quanto spesso pensiamo alla folla di persone che ascoltava la predicazione di Gesù?

Le folle che ascoltavano Gesù erano composte da persone reali che avevano molti degli stessi tipi di stress e di tensioni che affliggono tanti di noi ai nostri giorni: preoccupazioni per la salute e il benessere dei propri cari, preoccupazioni per l’aspetto finanziario, tensioni politiche e sociali e paura per il futuro. E così, uno dei doni più grandi che Gesù ha offerto ai suoi ascoltatori ansiosi era l’assicurazione che deriva dalla fede: non siamo mai davvero soli perché il nostro Dio provvidente e amorevole ci custodisce sempre. È questo il messaggio al cuore del Vangelo di questa domenica.

Nel testo, sentiamo Gesù insistere in tre momenti diversi sul fatto che i suoi discepoli non dovrebbero preoccuparsi della vita, di cosa mangiare o bere, del corpo o del vestiario. Li esorta a confidare in Dio e nella misericordia e nell’amore divini.

Questo appello a confidare nella provvidenza di Dio parla a coloro che hanno tutto il cibo, le bevande, il vestiario e la sicurezza che potrebbero volere e allo stesso tempo offre conforto a chi vive nel bisogno e nell’insicurezza, che non sa da dove arriverà il suo prossimo pasto. Gesù ci ricorda che ci dovremmo concentrare sempre sul “regno di Dio e la sua giustizia” (v. 33). Questo versetto familiare è importante perché sfida tutti noi che abbiamo abbastanza a vivere come veri discepoli e ad abbandonare l’ansia derivante all’attaccamento a ciò che abbiamo. Al contempo, incoraggia chi soffre il bisogno e la trascuratezza ad abbandonare le proprie preoccupazioni sulla sopravvivenza.

Gesù, ad ogni modo, non ci sta dicendo di smettere di preoccuparci della nostra vita o di smettere di lavorare per provvedere a noi stessi e a coloro che amiamo. Piuttosto, cerca di liberarci dalle ansie che spesso ci schiacciano e influiscono tanto sulla nostra vita. Se abbiamo fiducia nel potere dell’amore di Dio, allora dovremmo anche credere che per grazia divina avremo quello di cui abbiamo bisogno per una vita ricca e piena.

E, come ci ricorda il Vangelo in modo sottile, c’è una differenza tra quello che vogliamo nella vita e quello di cui abbiamo bisogno. Quando siamo onesti, dobbiamo ammettere che molte delle cose per cui possiamo essere ansiosi hanno più a che vedere con le “esigenze” della vita che con le nostre necessità.

La fede ci assicura che per quanto riguarda le nostre necessità dobbiamo solo chiedere a Dio di darci “il nostro pane quotidiano” e confidare nel fatto che Egli ci sosterrà in mille modi, incluso l’amore della nostra famiglia e dei nostri amici. Sì, può essere difficile vincere le sfide derivanti dall’ansia, ma Dio promette di stare con noi anche in quei momenti. Ricordate le parole di Santa Teresa d’Avila: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta!”

Alla fine, come ci ricorda Gesù, il conforto che deriva dalla nostra fede – la certezza che Dio provvederà a ciò che ci serve per avere una vita piena e completa – ci permette di vincere le ansie che ci possono privare della nostra libertà e felicità.


LEGGI ANCHE: Ecco cosa mi ha insegnato Dio su ansia e autocontrollo


Come condividi le tue preoccupazioni e le tue ansie con Dio?

Quanto sei sensibile alle necessità degli altri membri della tua famiglia? Della tua parrocchia? Della tua comunità?

Leggi la prima Lettura della Messa di questa domenica (Isaia 49, 14-15). Quando hai sperimentato la cura provvidente e materna di Dio?

Parole di saggezza: “Preoccuparsi è portare il peso di domani con la forza di oggi – portare due giorni in una volta sola. È arrivare al domani prima del tempo. Preoccuparsi non svuota il domani del suo dolore, ma riempie l’oggi della sua forza” – Corrie ten Boom

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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