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Come penso di smettere di lamentarmi in questa Quaresima

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Diego Cervo/Shutterstock

Patty Knap - pubblicato il 27/02/17

4 cose che devo fare per non lagnarmi più

In certi giorni mi sembra di passarmela peggio di chiunque altro. Chiunque altro sull’intero pianeta.

Potrei snocciolare una litania di problemi piccoli e grandi in meno di cinque minuti.

Una “situazione” per la quale prego da circa tre anni è ancora allo status quo. Il tecnico della lavatrice è venuto tre volte in tre mesi e ancora non funziona come dovrebbe.

Non parliamo del mucchio di vestiti, tutti nuovi, sul sedile posteriore della mia macchina. Li ho comprati per mio figlio 17enne per Natale. Ha detto che gli piacevano e gli andavano bene, ma ora insiste nel dire che li odia e che non ha mai detto che gli piacevano, e li ha ammassati in macchina per gettarli nel secchio della raccolta dei vestiti fuori dalla parrocchia (ho già detto che continua a indossare tutti i giorni le stesse tre magliette?)

Oh, e sentite questa: ho appena ricevuto una richiesta di duemila dollari per la sistemazione del marciapiedi. È arrivato nello stesso giorno in cui mi sono resa conto che la mia macchina ammaccata e graffiata vale circa la metà. Sorpresa!

E quest’altra: ho versato stupidamente la candeggina su una camicetta nuova di zecca (e non era neanche la prima volta che mi succedeva!)

Fidatevi, potrei andare avanti.


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Smettere di lamentarmi per la Quaresima è per me una scelta naturale e probabilmente una necessità.

Per alcuni il modo più semplice di smettere di lamentarsi è solo smettere – “dire semplicemente no” alle lamentele.

Con me non funziona. Per me la chiave è aprire gli occhi di fronte alle persone che mi circondano e vivono situazioni molto più gravi di cui lamentarsi. Conosco una persona che è stata appena trascinata nel fango del divorzio, lasciata dopo 41 anni di matrimonio. Era stata appena operata al ginocchio, e il mese scorso ha dovuto smettere di guidare per via di un dolore lancinante alla spalla, e ora ha saputo di avere bisogno di un’operazione immediata. E tutto questo mentre cerca di trovare un appartamento dato che si è vista costretta a mettere in vendita la casa.

E io mi lamento di una macchina ammaccata e delle macchie di candeggina?

Di recente sono andata alla straziante veglia e al funerale del figlio di una donna che conosco. Si è ucciso in modo tragico e inaspettato ad appena 24 anni. Di fronte all’angoscia di quella santa donna, sono rimasta colpita dalla sua fede e dalla sua capacità di esprimere solo gratitudine a Dio per gli anni preziosi trascorsi con l’amato figlio.

Non si è lamentata, e allora come posso farlo io?

Per i 40 giorni della Quaresima mi impegno quindi a cercare di frenare la mia tendenza a lamentarmi. Ecco come penso di riuscire a raggiungere questo obiettivo:

1) Anziché concentrarmi eccessivamente sui miei problemi, diventerò più consapevole delle tante persone intorno a me che hanno problemi ben più grandi. Forse posso trovare anche dei modi per alleviare il loro peso, distogliendo ancor di più la mia attenzione da me stessa.


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2) Chiedere l’aiuto di Dio mentre cerco di avere autocontrollo in questo settore della mia vita. Dio vuole che ci rivolgiamo a Lui con le nostre necessità, e vuole aiutarci a cercarlo e a diventare più come Lui.

3) Offrire un piccolo sacrificio ogni volta che sto per lamentarmi e scegliere di tenere la bocca chiusa (o di concentrare il cervello su un’altra cosa). Lo trovo utile, sapendo che la mia piccola offerta in qualche modo, misteriosamente, può essere usata come una preghiera per una certa intenzione – un’anima in Purgatorio, la sofferenza di un’amica, un uomo con il cancro, le persone affette da dipendenze…

4) Sostituire le mie grette lamentele con la gratitudine. Possiamo trovare tutti qualcosa per cui essere grati, proprio qui, proprio ora, in qualsiasi situazione ci troviamo. Ho così tanto per cui essere grata… ottimi amici, buona salute, una bella giornata, un gesto gentile, la mia fede cattolica e l’assicurazione di Dio che ci ricompenserà per ogni sforzo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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