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Spiritualità
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Curati, Dio è in te!

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 20/02/17

Voglio fare del mio tempio, del mio corpo e della mia anima, un luogo sacro

Non so vedere Dio nell’apparenza della carne. Non lo vedo in me stesso. E io sono suo tempio. Ogni volta che lo ricevo mi riempio della sua presenza. Ogni volta che mi soffermo a pregare in silenzio. Ma poi spesso mi dimentico. Dimentico che Dio vive nella mia anima.

Mi fa bene pensare alle parole di Santa Teresa ne Il Castello Interiore: “Il vero amante ama dovunque e si ricorda sempre dell’amato”.

Trascuro il tempio del mio cuore. Trascuro il suo amore. Dimentico il mio mare profondo nel quale Egli naviga. Dimentico che lo Spirito Santo abita in me. Sono tempio di Dio ma non amo. Non lo amo ovunque. Amare l’amato.

Dico che lo amo ma non percepisco il suo amore per me. E voglio toccarlo ma non lo tocco. Voglio curare il tempio che Dio mi affida. Non voglio distruggerlo con la mia negligenza. Non voglio lasciare che si sporchi e si rovini con le mie dimenticanze e i miei tradimenti.

Voglio essere fedele a quella presenza invisibile di Dio in me. Voglio curare il corpo, curare l’anima. Curare la mia vita.

Non per proteggermi dal mondo. Questa è la tentazione dell’uomo che per curare tanto il suo tempio smette di essere inviato, smette di essere missionario. Non voglio curare tanto la mia vita da non avere il coraggio di donarla con generosità.

Non voglio essere tanto attento ai miei tempi da non correre il pericolo di farmi male uscendo dalla mia comodità. Voglio curare il tempio che Dio mi ha affidato ma senza nascondermi. Amando sempre. Dando la vita.

Voglio fare del mio tempio, del mio corpo e della mia anima, un luogo sacro. Per questo ho bisogno di più silenzio. Per ascoltare Dio. Voglio la sua saggezza che mi insegna il cammino della vita. Non mi sento saggio in questo mondo. Mi sento ignorante. Ma vorrei avere la saggezza di Dio. Imparare da Lui. Ho bisogno di uno sguardo puro e innocente sulla vita. Guardare la vita come la guarda Dio. Sono pieno di pregiudizi. E pretendo di trovare sempre la risposta corretta.

Mi serve un atteggiamento di rispetto e ammirazione davanti al tempio di Dio degli altri. Nell’altro Gesù è vivo e presente, e io lo dimentico. Nel suo tempio c’è Dio. Quel tempio che tante volte distruggo con i miei giudizi, con le mie critiche, con le mie condanne. L’anima si avvelena.

Trascuro il mio sguardo. Tempio di Dio. Voglio rendere presente l’amore di Dio. Voglio portare a tutti lo sguardo di Dio. Quanto è facile trascurarmi! Divento del mondo. Mi dimentico. Mi chiudo nella mia carne e non mi apro all’amore di Dio.

Anche se a volte mi costa notare la sua presenza, voglio cercarlo ogni giorno. In ogni momento. Sarò santo perché il mio Dio è santo. Questo mi dà sollievo. Sarò santo e custodirò il suo tempio perché Gesù è santo e puro.

La purezza della mia anima. Quell’impurità che tante volte mi allontana da Lui. Un cuore limpido e puro come il suo. Nell’alleanza d’amore con Maria ripetiamo “Nulla senza di te, nulla senza di noi”. Mi sembra impossibile essere all’altezza, essere fedele sempre. Non cadere mai.

Mi sembrerebbe assurdo riporre la mia felicità nel fatto di essere sempre fedele. Maria lo sa, e per questo la condizione non è posta nelle mie capacità. Non si concentra sui miei talenti, sulla mia forza.

Nulla senza di me. È vero. Il mio tempio aperto. Nulla senza il mio “Sì” che rende possibile l’azione di Dio in me. Il “Sì” della fanciulla Maria nella grotta di Nazareth. Lì dove ha ascoltato la voce dell’angelo e ha pronunciato il suo “Sì”. Fiat. Si compia. E tutto si è fatto nuovo in Lei. Perché Ella ha offerto il suo “Sì” semplice e povero. Senza grandi pretese.

Anch’io offro il mio “Sì”. Non so come sarà. Si apre il mio tempio ferito. La mia roccia spaccata. La mia terra calpestata. Maria pronuncia il suo “Sì” sulla mia vita. Non sono santo per i miei meriti, ma perché Dio è santo. Perché Maria è santa.

Il mio cuore si calma. Il mio tempio non verrà distrutto perché è il tempio di Dio. Vivrò per sempre. Questa speranza sostiene la mia vita.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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