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La risposta a un lettore stanco di sentirsi chiedere soldi a Messa

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Katrina Fernandez - pubblicato il 09/02/17

Katrina,

odio decisamente questo periodo dell’anno. Lo definisco “Estorsione Quaresimale” perché sai che si sta avvicinando la Quaresima quando in chiesa tirano fuori gli schermi e avanzano la richiesta annuale di denaro. È volgare e invia il messaggio per cui la Chiesa si preoccupa solo dei soldi. Ogni anno in questo periodo la mia e-mail viene inondata di messaggi che chiedono alla mia famiglia altri soldi, poi andiamo in chiesa e ce ne chiedono anche lì. Mi sembra che tutte le omelie riguardino solo questo.

Firmato,

Basta


Caro Basta,

La Chiesa cattolica è la più grande organizzazione caritativa del mondo, e visto che il Vaticano non conia una propria moneta il denaro deve arrivare da qualche parte.

In genere vado a Messa due o tre volte a settimana, e quindi è giusto dire che sento come minimo circa 104 omelie all’anno. Solo due domeniche sono dedicate all’Appello al Sostegno Annuale Diocesano. Di fronte a tutto il bene che la Chiesa fa durante l’intero anno, chiedere un aiuto extra una o due volte all’anno mi sembra un piccolo disagio da sopportare.

Sospetto che la maggior parte dei sacerdoti non ami chiedere denaro più di quanto tu ami sentirlo chiedere. Se dovessi trovare qualcosa di volgare in tutto questo, sarebbe il fatto che i sacerdoti vengano messi in questa situazione. È la mancanza di donazioni generale che spinge agli appelli annuali.

Come ha riferito Joanne McPortland su Aleteia (Cosa non ti dirà sull’elemosina il tuo parroco, 9 gennaio 2017), “la media del reddito che noi cattolici statunitensi offriamo alla nostra Chiesa (includendo non solo la colletta settimanale parrocchiale, ma anche le raccolte speciali e altre offerte collegate alla Chiesa) è solo dell’1%. È la percentuale di donazioni più bassa di qualsiasi grande denominazione religiosa negli USA. La verità è che meno di un americano su tre che si identificano come cattolici assiste alla Messa in modo ‘regolare’ (intendendo almeno una volta al mese), e solo il 30% di chi frequenta regolarmente la chiesa offre un sostegno alla propria parrocchia”.

La soluzione, ovviamente, è che chiunque offra di più e dia priorità a donare alla Chiesa piuttosto che, ad esempio, spendere per il divertimento. Bisogna dare quello che si può, ma anche preventivare la donazione alla Chiesa come si fa con le bollette, l’affitto o il mutuo.

Incoraggio anche le persone a verificare come e dove la loro diocesi spende il suo denaro – queste informazioni sono disponibili in modo agevole e spesso vengono pubblicate online. Facendolo potremmo essere tutti incoraggiati a donare di più, capendo bene l’obiettivo. Aiuta ad aprire gli occhi vedere quanto sia grande il bisogno e quanto pochi siano i fondi a disposizione.

Ogni diocesi è responsabile del finanziamento dei ministeri e delle opere di carità che aiutano anziani, malati e rifugiati, nonché dell’assistenza alle sue comunità religiose e ai suoi sacerdoti. Il denaro diocesano viene usato per mantenere le strutture scolastiche e parrocchiali e per pagare tutti i dipendenti che fanno andare avanti le diocesi. Quando non doniamo nulla o doniamo solo l’1%, tradiamo la nostra parrocchia e chi ha più bisogno.

Ed ecco qualcosa che ho appena saputo. Nella mia diocesi, le singole parrocchie pagano la differenza dei costi scolastici perché le famiglie cattoliche possano accedervi. Se una scuola cattolica costa 6.000 dollari all’anno per le famiglie non cattoliche e solo 4.000 per quelle cattoliche, la parrocchia nella quale è registrata la famiglia dello studente paga quella differenza di 2.000 dollari, che proviene direttamente dai fondi parrocchiali e dalle nostre offerte.

E allora se hai un figlio in una scuola cattolica che riceve uno sconto di 2.000 dollari all’anno ma ne offri solo 5 a settimana (ovvero 260 all’anno), capisci bene il problema e perché i tuoi vescovi e i tuoi sacerdoti sono giustificati nei loro appelli.


LEGGI ANCHE: Perché a Messa si passa un cestino per raccogliere denaro?


Gli Appelli al Sostegno Annuale sono una necessità e vengono effettuati in genere verso la Quaresima per darci la possibilità di estendere la nostra carità come sacrificio quaresimale. Anziché permettere che questi appelli ti infastidiscano, potresti ringraziare Dio per questo piccolo disagio. I disagi di poco conto ci offrono l’opportunità per crescere spiritualmente in pazienza, fede e carità.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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