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A chi dare il pane?

Syrian refugees and immigrants from Asia, at Piraeus port near Athens, Greece

Families of Syrian refugees and migrants from Asia disembark in the port of Piraeus, near Athens, on September 5, 2015. The chartered by the Greek government passenger ferry "Eleftherios Venizelos" transferred from the island of Lesvos, more than 2000 migrants who had cross the Aegean sea from the Turkish coast on boats, to Piraeus port near Athens, on Saturday, September 5, 2015. (Photo by Panayiotis Tzamaros/NurPhoto)

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 03/02/17

Attenzione anche a chi, in buona fede, divide i poveri, perché Cristo non conosce differenze...

A Taranto un sacerdote ormai ben conosciuto spiega la sua preferenza per i poveri italiani, rispetto a quelli stranieri. Questo sacerdote si chiama Don Luigi Larizza e secondo lui lo Stato fa troppo poco per gli italiani in difficoltà e troppo per gli stranieri che arrivano in Italia coi barconi. Sicuramente da tarantino ne ha viste molte, città di mare e città del sud, due volte in difficoltà di questi tempi in cui il mare è uno dei più principali canali dal Nord Africa e con un Sud che stenta a farcela per mille motivi storici e non solo. Don Luigi ha certamente una esperienza diretta ma particolare, dice cose molto interessanti e certamente non false, ma incomplete:

Al di là delle considerazioni circa la gestione da parte del sindaco della sua città, che tralasciamo, il tema del business dei migranti esiste, il fatto che esistano dei fondi che vengono dati dall’Europa per questa emergenza è altrettanto vero. Quello che Don Luigi non ci dice è cosa dovremmo fare con chi arriva in Italia, viene sbattuto per mesi in un CIE oppure con chi, scappando dalla guerra e con nulla più di quello che indossa cerca di raggiungere un parente o gli amici in altri paesi dell’Unione Europea. Il dramma della povertà nel nostro Paese è una emergenza che davvero non si può ignorare e che tra l’altro – e lo dice la Caritas – non incide più solo sugli anziani, ma ormai sono i giovani ad essere quelli più a rischio povertà perché col 40% e più di disoccupazione giovanile è difficile cavarsela, il lavoro è poco e gli stipendi bassi.

Ora se si può capire che don Luigi senta una responsabilità ulteriore nei confronti dei suoi parrocchiani e sia diffidente sugli abusi dell’accoglienza è non solo lecito e comprensibile , ma forse perfino giusto. Però i poveri sono poveri, non hanno colore di pelle. Gesù non ha detto agli apostoli (che erano tutti ebrei) la pietà va prima agli altri ebrei e poi, dopo, ai gentili. Ha detto che tutti sono il nostro prossimo, anche chi ci è distante, altrimenti diventa una solidarietà meccanica, senza cuore o Spirito. Utile, ma senza Giustizia. In bocca al lupo, dunqe, a don Luigi e a tutti noi per questo difficile periodo storico che ci costringe a mettere in pratica in maniera radicale il Vangelo se vogliamo essergli fedele. Vale sempre come stella polare:

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,31 – 46).

Ha anche – come e di più dovrebbero averla i mezzi di informazione – la responsabilità morale a non far passare l’idea che esista un trattamento di favore. Troppo spesso si crede, senza motivo, che a profughi o migranti vengano concesse costose strutture o trattamenti di favore questo è lungi dall’essere vero e anzi rischia di aprire ad una guerra tra poveri dove solo pochi ricchi e certa cattiva politica, ci lucra davvero…

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