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Siete pronti a guardare negli occhi della bambina col cappotto rosso?

Cecilia - pubblicato il 27/01/17

Il giorno della Memoria rivive nel capolavoro di Spielberg

Dalla Bibbia, Salmo 9, 35-39

[35]Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,

tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.

A te si abbandona il misero,

dell’orfano tu sei il sostegno.

Spezza il braccio dell’empio e del malvagio;

[36]Punisci il suo peccato e più non lo trovi.

[37]Il Signore è re in eterno, per sempre:

dalla sua terra sono scomparse le genti.

[38]Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,

rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio

[39]per far giustizia all’orfano e all’oppresso;

e non incuta più terrore l’uomo fatto di terra.

Schindler’s List – La lista di Schindler, è un film del 1993 diretto da Steven Spielberg, interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes e dedicato al tema della Shoah.

Tratto dal libro di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco, che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari.

Li frequenta nei locali notturni, offre bottiglie preziose. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All’inizio sembra sfruttarli, in realtà li salva.

Di fronte alla persecuzione tremenda, il tedesco trasforma quella sua prima iniziativa in una vera missione, fino a comprare letteralmente le vite di quasi milleduecento ebrei (la famosa lista) che sicuramente morirebbero nel campo di Auschwitz.

Film concepito e costruito per essere definitivo, come memoria, opera d’arte e documento. La qualità cinematografica è altissima, del resto nessuno ne avrebbe dubitato conoscendo le attitudini di Spielberg.

L’impressione in chi vede il film è profonda, molto studiata è la mediazione fra il cuore e il pensiero. Il regista ha usato il bianco e nero ispirandosi ai documentari dell’epoca nelle sequenze corali e alle immagini espressioniste nelle scene private.

Ci sono momenti straordinari, come l’attacco al ghetto di Cracovia e alcuni episodi del campo di concentramento. Quando “tocca” Auschwitz e deve sintetizzare in pochi momenti al regista basta mostrare il grande fumaiolo nella notte per far capire tutto.

C’è anche una piccola licenza squisitamente cinematografica, quando vediamo una bambina che riesce a salvarsi dalla strage del ghetto e poi la troviamo morta su un carro nel campo: per farla riconoscere le è stato colorato il cappottino di rosso pallido.

Cecilia Team

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