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Quali sono le guide spirituali di Donald Trump?

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Miguel Pastorino - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 26/01/17

Il nuovo Presidente degli Stati Uniti e la “teologia della prosperità”

Il giorno in cui Donald Trump ha assunto la presidenza degli Stati Uniti il neopentecostalismo ha avuto un protagonismo inedito. Tra i principali referenti religiosi presenti c’era una delle personalità del mondo neopentecostale più influente della televisione: la pastora Paula White, nota come punto di riferimento della “teologia della prosperità”. Il pastore Samuel Rodríguez, presidente della National Hispanic Christian Leadership Conference, è diventato il primo evangelico latino a partecipare a un’investitura presidenziale statunitense. Nell’ottobre 2015, vari telepredicatori di megachiese, affini alla teologia della prosperità, hanno pregato pubblicamente per Trump imponendo le mani su di lui.

Il rapporto di Trump con le correnti neopentecostali che predicano la teologia della prosperità è stato motivo di analisi e preoccupazione da parte di vari teologi e pastori evangelici, che cercano di comprendere se effettivamente il nuovo Presidente degli USA sia convinto di queste dottrine o meno. Qual è il suo rapporto con la religione? Ha rivelato delle convinzioni al riguardo?

È certo che ci sono stati incontri con neopentecostali, che ha pronunciato discorsi pro-vita rivolti al pubblico evangelico e cattolico e che vedeva nella Clinton “uno strumento di Satana” che promuove l’aborto. È anche vero che parla apertamente di Dio e che ha pronunciato alcuni discorsi con una Bibbia in mano, nello stile migliore dei telepredicatori. Ma la religione è parte di uno show o c’è davvero un’opzione religiosa nella “visione” di Donald Trump?

Il suo mentore: Vicent Peale

Anche se Trump non frequenta una Chiesa e non gli si riconoscono inclinazioni religiose esplicite, le sue opinioni accalorate su alcuni temi hanno affascinato molti telepredicatori della prosperità, che hanno visto in lui uno strumento di Dio. Questo ha fatto sì che importanti telepredicatori dal grande riscontro di pubblico lo abbiano difeso in pubblico e preghino per lui, mentre altri lo ritengono “un empio” e sono certi che usi il “cristianesimo della prosperità” come strategia personale di autoaiuto e nulla più. Nominalmente appartiene alla Chiesa presbiteriana.

Il suo mentore è stato il reverendo Norman Vicent Peale (1898-1993), un predicatore di successo che ha venduto milioni di copie del suo libro “Il potere del pensiero positivo” (1952) e la cui famosa chiesa a New York riuniva soprattutto protestanti ricchi. È stato un grande diffusore del pensiero positivo e della ricerca dell’efficienza: “Se credi in qualcosa lo otterrai”, “Se ripeti ‘Dio è con me, chi è contro di me’, nulla ti fermerà”, “Imprimi nella tua mente la tua immagine di successo e il successo arriverà” e così via.

Peale ha affascinato Trump fin da quando era molto giovane e amava le sue storie su come superare gli ostacoli negli affari, ma è sempre rimasto a un livello pragmatico e di autoaiuto. Peale ha officiato il primo matrimonio di Trump e il funerale dei suoi genitori, essendo quindi un punto di riferimento significativo nella sua vita personale e familiare. Il predicatore del “pensiero positivo per uomini di successo” è arrivato a dire che Donald era il suo miglior discepolo, e Trump ammirava la sua capacità oratoria e il suo pragmatismo.

Alcuni ricercatori della religione hanno definito Peale uno scrittore New Age, che ha creato il proprio cristianesimo di tecniche di autoaiuto, superamento integrale e benessere personale. È tuttavia comune che molti autori di Chiese evangeliche di grande impatto mediatico mescolino marketing, direzione strategica e predicazione nei loro libri sulla leadership e il rinnovamento delle Chiese, concentrandosi più sul successo personale che sulla salvezza o sulla vita eterna.


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Trump porta avanti la tradizione di libri che mescolano la testimonianza personale con i consigli per il successo, con “ispirazione biblica” e pensiero positivo. Idee come “Pensare in grande” sono apparse nella sua campagna e nel suo primo discorso come Presidente degli Stati Uniti, con lo stile dei predicatori neopentecostali: “D’ora in poi una nuova visione governerà questa terra…”.

Questa ideologia promossa da pastori come Peale si è oggi sviluppata in molti neopentecostali della teologia della prosperità, rendendo l’evangelizzazione un insegnamento pratico su come avere successo ed essere felici. Una cosa molto lontana dal Vangelo e dalle Chiese cristiane tradizionali, ma senz’altro una corrente che seduce milioni di persone. Anziché seguire il messaggio di Gesù, viene usata arbitrariamente per benefici e interessi personali. L’obiettivo non è compiere la volontà di Dio, ma che Dio compia la mia volontà.

La sua “guida spirituale”: Paula White

Vari anni fa, la pastora Paula White, che ospita un programma televisivo cristiano, ha ricevuto una telefonata da Donald Trump nel momento in cui stava diventando una predicatrice di successo di una megachiesa di Tampa (Florida) con 25.000 membri. La White ha confessato che Trump le ha detto di essere un suo fan, citando vari suoi discorsi. Da quel momento è iniziato un rapporto di amicizia e consulenza spirituale, anche se la pastora non rivela molte informazioni sui suoi rapporti con il neoPresidente.

Trump si riferisce a lei come a una persona bella “dentro e fuori”, con un messaggio potente, una “visione incredibile” e la capacità di comunicare. Una storica esperta di predicatori della prosperità, Kate Rowler, ha affermato di non essere stupita dall’ammirazione di Trump per Paula White, visto che la donna è “bionda, bella, allegra e infinitamente ottimista”.

Nel 2008 Trump è apparso nel programma televisivo condotto da Paula White (Paula Today), in cui lei ha confermato le parole e le tesi di Trump sulla chiave del successo: “Trova la tua passione e trova un modo per fare soldi”.

Nel 2015 la White ha organizzato nella Trump Tower un incontro per pregare per lui, invitando telepredicatori come Keneth e Gloria Copeland, David Jeremiah e Jan Crouch. Nel video si sente la White pregare così: “Padre, per il sangue di Gesù assicuriamo ora… che nessuna arma forgiata contro di lui potrà prosperare, e qualsiasi lingua levata contro di lui sarà condannata in base alla parola di Dio”.

La White ha 50 anni, ha scritto 17 libri ed è la pastora principale del New Destiny Christian Center di Apopka, in Florida, vicino a Orlando. Come Trump si è sposata tre volte, e questo è stato motivo di critiche da parte di ampi settori del mondo evangelico.

Nel 2007 è stata anche indagata dal Senato, ma non si è giunti ad alcuna conclusione.

Apostoli del denaro pregano per Trump

Non sono pochi i cristiani, pastori e leader di varie Chiese e ministeri che mettono in discussione la White e Trump. Giornalisti della rivista Christianity Today hanno definito Trump un “idolatra”, dicendo che è “l’incarnazione della stupidità” e che “incarna più la volontà di potere di Nietzsche che il Vangelo”. Molti sono preoccupati per l’importanza politica che avrà la corrente della prosperità con la White al fianco di Trump. Si può affermare, di fatto, che siamo di fronte a una nuova tappa politica per i leader delle megachiese neopentecostali della teologia della prosperità.

Uno dei leader più riconosciuti del movimento della prosperità è il pastore della Georgia Creflo Dollar, noto per aver chiesto ai propri fedeli di comprargli un aereo privato e che si è espresso apertamente a favore di Trump. Lo ha fatto anche Joel Osteen, alla guida della principale megachiesa degli Stati Uniti, a Houston (Texas).

C’è un’alleanza politica?

La maggior parte dei teologi e dei pastori pentecostali statunitensi che si sono espressi sul tema ritiene che non ci sia un’alleanza politica, ma che ci sia sintonia tra la visione di Trump e questi leader. Si usano a vicenda, ma non fa parte di una strategia congiunta. Anche se bisogna riconoscere che la vittoria di Trump è un buon momento per queste correnti della prosperità, per ottenere maggiore visibilità e influenza politica, non si può dedurre necessariamente che il nuovo Presidente le sostenga politicamente, né che vi si sia convertito. Trump obbedisce a se stesso e non ai pastori, ma trova affinità nella loro “visione”, perché sottoscrive le tesi che gli hanno inculcato i suoi mentori.


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Se ripercorriamo i dibattiti durante la campagna elettorale, la religione non è stata un tema rilevante, né è stata tenuta in conto dalla maggior parte della stampa statunitense. L’elevato numero di latini evangelici e cattolici, di taglio carismatico-pentecostale, che aderiscono da decenni a questa visione della prosperità è un altro fattore di cui molti analisti non hanno tenuto conto. Se si studia a fondo il fenomeno neopentecostale, le sue megachiese e il suo impatto su milioni di persone, non si dovrebbe comunque sottovalutare la sua influenza sulla vittoria di Trump.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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