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Com’è arrivato a Roma San Paolo?

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Paul Hermans

Primeros Cristianos - pubblicato il 25/01/17

Uno dei giorni più affascinanti del cristianesimo, quello dell'ingresso di Paolo a Roma

Secondo gli storici, San Paolo è stato la figura più affascinante del cristianesimo, e il giorno in cui è entrato a Roma è stato uno dei più decisivi del genere umano.

Come ha segnalato Benedetto XVI, “l’apostolo Paolo, figura eccelsa e pressoché inimitabile, ma comunque stimolante, sta davanti a noi come esempio di totale dedizione al Signore e alla sua Chiesa, oltre che di grande apertura all’umanità e alle sue culture”.

“È giusto dunque che gli riserviamo un posto particolare, non solo nella nostra venerazione, ma anche nello sforzo di comprendere ciò che egli ha da dire anche a noi, cristiani di oggi” (Benedetto XVI, udienza generale, 2 luglio 2008)

Alcuni giorni dopo si misero in cammino verso Roma. Sembra che andassero con lui Luca e Aristarco, che a quanto parte lo aveva accompagnato in alcune parti del suo terzo viaggio apostolico. “Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l’Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio della coorte Augusta” (Atti 27, 1).

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Il viaggio da Cesarea a Roma fu difficile e assai pericoloso. Dopo giorni di navigazione la barca naufragò, e i 276 naufraghi vennero accolti a Malta. Paolo ricevette dal Signore un altro messaggio di incoraggiamento: “Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione” (Atti 27, 24).

Da Malta si diressero a nord, in Sicilia, e poi a Pozzuoli, porto circondato da magnifiche ville: “Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana” (Atti 28, 14).

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“Quanto hanno messo bene in pratica i primi cristiani questa carità ardente, che spiccava al di là della semplice solidarietà umana o della benignità del carattere. Si amavano tra loro, in modo dolce e forte, sulla base del Cuore di Cristo. Uno scrittore del II secolo, Tertulliano, ci ha trasmesso il commento dei pagani, commossi nel contemplare il comportamento dei fedeli di allora, tanto pieno di attrattiva soprannaturale e umana: guardate come si amano, ripetevano” (San Josemaría Escrivá de Balaguer, Amigos de Dios, n. 225).

Da Pozzuoli si spostarono a piedi fino a Capua, dove presero la Via Appia alla volta di Roma, a circa sei o sette giornate di viaggio (208 chilometri).

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Alla 43ª PIETRA MILIARE, San Paolo, Luca e Aristarco ricevono il primo saluto della comunità cristiana romana, avvertita dalla piccola chiesa di Pozzuoli.

“Era il primo saluto della Roma cristiana al suo apostolo. Quanto ha fatto bene al suo cuore questa attenzione! Agli occhi dell’anziano Paolo salirono lacrime di gioia mentre ricambiava il saluto e il bacio dei fratelli” (Josef Holzner, San Pablo, heraldo de Cristo. Edit. Herder).

Tra questi c’erano i suoi grandi amici Aquila e Priscilla, e anche i figli di Simone di Cirene, Alessandro e Rufo, e la loro madre.

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Dieci chilometri più avanti, alla POSTA TRES TABERNAE (TRE TAVERNE), situata sempre sulla Via Appia, lo attendeva un secondo gruppo formato dai superiori della comunità cristiana e da alcuni familiari.

Tres Tabernae è una stazione di scambio a circa 50 chilometri da Roma, dove oggi si trova la cittadina di Cisterna. Ancora oggi vi esistono alcune rovine, le Grotte di Nottola.

Si dice che prese il nome dai tre “negozi” che si trovavano in questo punto di sosta nel cammino: il magazzino generale, la fucina e il ristoro.

“I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio” (Atti 28, 15).

Continuando sulla Via Appia, Paolo attraversò la pianura che circonda la città, costellata di ville, case e giardini. “Nelle vicinanze (accanto alla pietra miliare 42) si trovava la casa di Seneca” (Josef Holzner, San Pablo, heraldo de Cristo. Edit. Herder).

Proseguirono per Roma, passando per il MONTE ALBANO (MONTE CAVO), chiamato anche Vulcano Laziale, la cima pù alta delle colline di Albano, che i latini ritenevano sacra. Il suo nome deriva da Cabum, un insediamento italico esistente su quella montagna.

Fin dall’antichità vi si trovava il tempio di Iuppiter Latiaris, un santuario federale di grande importanza, dove si riunirono e si conobbero le varie comunità che riconobbero un tempio comune, non appartenente a una città in particolare. Il tempio del Monte Albano, ricostruito in pietra da Tarquinio il Superbo verso la fine del VI secolo a.C, era un centro religioso assai importante.

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Purtroppo oggi non resta quasi nulla del tempio di Iuppiter Latiaris, ma gli scavi del 1929 hanno portato alla luce una parte di Via Sacra perfettamente conservata.

Sulla via si possono osservare anche oggi le PIETRE PENTAGONALI DI BASALTO sulle quali è passato San Paolo.

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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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