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I tuoi cosmetici sono fabbricati con lavoro di schiavi bambini?

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Elena Pérez Melgarejo-CC

Portaluz - pubblicato il 19/01/17

Bambini e bambine rischiano la vita perché le donne di tutto il mondo appaiano luminose e brillanti

Se sei una ragazza o una donna che si preoccupa di leggere gli ingredienti dei cosmetici, potresti esserti resa conto del fatto che molti di questi contengono mica, un gruppo di minerali caratterizzati dal fatto di essere molto brillanti e per questo usati in varie industrie cosmetiche (e anche dall’industria del riscaldamento, per via della loro elevata resistenza).

L’India concentra la maggiore ricchezza di questi minerali nel mondo, ma è anche al primo posto per l’estrazione illegale, l’86%, con migliaia di bambini vittime del lavoro forzato e di altri tipi di schiavitù moderna.

Tutte quelle particelle iridescenti dei tuoi cosmetici e anche le creme che assicurano di lasciarti il viso più luminoso contengono particelle microscopiche di mica.

In India sono migliaia i bambini schiavizzati nelle miniere da cui si estrae la mica, secondo quanto hanno denunciato le organizzazioni umanitarie  Made a Free World e Anti-Slavery International in vari documenti, campagne e resoconti ai mezzi di comunicazione negli ultimi anni.


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Questa attività è disumana e illegale, e costringe bambini e bambine a rischiare la propria vita, in condizioni di schiavitù, perché le donne di tutto il mondo sembrino luminose e brillanti. Cosa c’è dietro questa violenza? Vanità, egoismo, malvagità e un grande giro d’affari. I creativi di Made in a Free World lo hanno denunciato in questo modo nel video che segue:

Secoli di una realtà che si ripete. Per questo, il recente accordo e la dichiarazione in Vaticano dei leader religiosi – convocati da papa Francesco – per l’abolizione della schiavitù sono segnali di speranza.

Nel mondo ci sono non meno di 21 milioni di schiavi

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) evita di parlare di schiavi e preferisce il concetto eufemistico di “lavoro forzoso”. Le cifre fornite fino al 2013 dall’organismo multinazionale riconoscono che 5,5 milioni di bambini (fino ai 17 anni) sono schiavi, e rappresentano il 26% su un totale di 20,9 milioni di vittime delle reti di tratta e traffico di esseri umani. Del totale di bambini schiavi, l’ILO riconosce che quasi un milione è destinato allo sfruttamento sessuale, mentre 700.000 sono impiegati nel lavoro forzoso (schiavitù)… imposto dallo Stato!

Quadro mondiale secondo l’ILO

Nel 2014, estremisti radicali come Boko Haram e l’ISIS hanno mostrato una nuova forma di schiavitù costringendo i bambini non solo a rinnegare la propria fede, ma anche a coinvolgersi come miliziani. Chi resiste subisce abusi, tortura, crocifissione o decapitazione. Le cifre del 2014 del Global Slavery Index (Indice di Schiavitù Globale) sono più consistenti di quelle dell’ILO. L’entità incrocia informazioni di studi realizzati da ricercatori e università e rapporti di organizzazioni della società civile, Governi e organismi internazionali. Nel suo ultimo rapporto, che classifica 162 Paesi, segnala che sono 35,8 milioni le persone che al mondo soffrono per la “schiavitù moderna”, che comprende traffico di persone, lavoro forzato e tratta di esseri umani.


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India, Cina, Pakistan e Uzbekistan sono le quattro Nazioni con la maggiore quantità di schiavi. Il primo Paese per proporzione di abitanti è la Mauritania, nell’Africa Occidentale. Si stima che negli Stati Uniti ci siano circa 60.000 schiavi, tra i quali persone con visti temporanei e lavoratori domestici, mentre in Italia sono più di 11.000.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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