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Una di quelle storie che si possono solo definire miracoli

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Catholic Link - pubblicato il 17/01/17

Joy, 30 minuti senza battito cardiaco ma in ripresa

di Luisa Restrepo

Oggi vorrei condividere con voi una storia che mi ha commosso fino alle lacrime. Perché? Per quanto è chiara, contundente e reale la fede; per la forza inspiegabile della preghiera fiduciosa e piena d’amore (che può anche sembrare azzardata) e perché questa storia è stata come un secchiata d’acqua fredda per la mia povera fede. Come afferma il padre di Joy, “quello che è accaduto è un miracolo, e non sto usando una figura letteraria”.

La storia ha richiamato la mia attenzione fin da quando ho letto il titolo e il nome della piccola protagonista, Joy. È profondamente toccante il modo in cui Dio si prende cura di noi, dei suoi figli che hanno tanto bisogno di Lui.

Ecco un riassunto della storia: il 28 dicembre, Joy Laboda, una bambina di un anno e sette mesi, è sopravvissuta dopo aver perso il respiro e il ritmo cardiaco per circa 30 minuti a seguito di una caduta in piscina.

L’incidente è avvenuto mentre la famiglia Laboda, cattolica, era in visita in casa di alcuni familiari in occasione del Natale. Quando hanno portato via la bambina in ambulanza, il corpo era rigido e il cuore non batteva più. I soccorritori non erano ottimisti sulle sue possibilità di sopravvivere e temevano il peggio, visto che il cuore di Joy non aveva battuto per almeno 30 minuti.

Dal giorno dell’incidente, i genitori di Joy hanno creato la pagina di Facebook Pray for Joy, in cui chiedono preghiere per il recupero della figlia e descrivono i progressi del suo stato di salute.

Pur essendo stata in coma indotto perché aveva avuto conseguenze su cuore, cervello e polmoni ed essendo stata operata per rimuovere un coagulo di sangue, dopo due settimane Joy è in condizioni stabili e senza alcun danno cerebrale.

“Nella prima settimana dopo l’incidente di Joy non ho pensato che sarei mai tornata a sorridere. L’oscurità era tanta… ma attraverso le preghiere, Dio ha sollevato questa oscurità e ha riportato in vita la nostra bambina. So senza ombra di dubbio che Dio ascolta davvero e risponde alle preghiere dei suoi figli. La sua gloria si sta facendo conoscere attraverso la nostra Joy, e di fatto sto sorridendo un’altra volta mentre sorreggo la mia bambina malata ma ben viva”, ha affermato la mamma della piccola, Kristin.

È molto bello il modo in cui riferisce la storia dell’incidente Matt, il padre di Joy: “In un minuto ci siamo resi conto che Joy era scomparsa. Nel mio cuore sapevo che era accaduto qualcosa di terribile, e quindi sono corso verso il laghetto della proprietà e l’ho cercata tra i pesci. Momentaneamente mi sono sentito sollevato, ma ho sentito lo Spirito Santo dirmi di andare in piscina. Sono corso lì e ho visto Joy fluttuare sul pelo dell’acqua. Sono saltato immediatamente oltre la barriera di protezione e mi sono gettato in acqua. L’ho tirata fuori dalla piscina, e io e mio cognato abbiamo iniziato a praticarle la rianimazione cardio-polmonare. Poi abbiamo chiamato il 911, ma è sembrato che per l’arrivo dei paramedici ci volesse un’eternità. Mentre praticavo a Joy la respirazione, pregavo perché quel respiro fosse il respiro di Dio in lei. Ho pregato lo Spirito Santo perché entrasse in lei. Aveva le labbra blu, e i suoi begli occhi si sono aperti. Potevo vedere le pupille che si restringevano con un ritmo allarmante. Allora ho iniziato a pregare e dicevo come Gesù ‘Talitha Kum’ (fanciulla, ti dico, alzati). Sapevo che avevamo bisogno di un miracolo, perché capivo che se ne stava andando”.

Nel percorso verso l’ospedale pediatrico, Matt ha chiuso gli occhi e ha continuato a pregare Dio: “So che lei è tua figlia, ma è anche figlia mia. Questo non è il momento giusto”. Una di queste frasi ha commosso il cuore di Dio. Quando sono arrivati al Pronto Soccorso, Matt ha visto entrare rapidamente il medico, e anche se quando è uscito il suo volto non aveva un’espressione rassicurante ha detto ai genitori che il cuore di Joy batteva ancora. “Era tutto quello che avevo bisogno di sentire”, ha detto Matt. “Era tutto quello in cui speravo”.

Credo che sia una bella storia per non perdere la fede nell’amore di Dio per i suoi figli. Condividetela con i vostri amici!

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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