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Una guida per far fronte all’insoddisfazione personale

insoddisfazione

Syda Productions

Administradores - pubblicato il 13/01/17

Come gestiamo i dubbi che nutriamo quando sentiamo di non andare abbastanza bene e di essere infelici per alcuni nostri aspetti?

Più parlo con le persone delle loro difficoltà, più percepisco che nutriamo tutti un po’ di insoddisfazione nei confronti di noi stessi.

Per me è così, e scommetto che vale lo stesso anche per chiunque stia leggendo questo articolo. Consideriamo alcuni dei modi di essere insoddisfatti di noi stessi:

– Abbiamo la sensazione costante che dovremmo essere migliori, più produttivi, più consapevoli e così via.

– Dubitiamo di noi stessi quando dobbiamo parlare in gruppo o in pubblico, se sentiamo di non essere abbastanza bravi da poter contribuire.

– Siamo infelici per qualche nostro aspetto, come quello fisico, per il modo in cui procrastiniamo le cose o in cui ci arrabbiamo o perdiamo la pazienza con il partner o con i genitori.

– Pensiamo che dovremmo proprio migliorare.

È una condizione costante, e anche se riceviamo le lodi di qualcuno troviamo un modo per minimizzarle nella nostra mente, perché riteniamo di non essere abbastanza validi da meritarle.

Questo influisce in vari modi sulla nostra vita: possiamo non riuscire a stringere amicizie, a parlare in pubblico o in gruppo, a trovare un partner, a fare ciò che ci piace, ad essere felici di noi stessi e della nostra vita.

E visto che non ci piace sentirci così fuggiamo. Troviamo distrazione e conforto nel cibo, nell’alcool, nelle droghe o negli acquisti, attacchiamo altre persone quando siamo sulla difensiva. Ciò è alla base di quasi tutti i nostri problemi.

E allora come affrontiamo il problema strutturale? La risposta è estremamente semplice, pur non essendo facile.

Prima di spiegare come far fronte al problema, dobbiamo discutere di qualcosa – l’idea per cui abbiamo bisogno di essere insoddisfatti di noi stessi per operare dei miglioramenti nella nostra vita.

L’infelicità nei confronti di noi stessi come elemento che motiva

Come molte persone, ero solito pensare che se siamo infelici di noi stessi abbiamo uno stimolo a migliorare, e che se invece fossimo felici di noi stessi smetteremmo di fare qualsiasi cosa.

Non ci credo più. Credo che a volte siamo portati a operare dei miglioramenti perché siamo insoddisfatti di noi stessi. Speriamo in qualcosa di meglio.

Ma considerate che:

– Quando siamo insoddisfatti di noi, è difficile essere felici quando facciamo qualcosa di buono. Rimaniamo comunque insoddisfatti. E allora fare qualcosa di positivo non è la ricompensa che dovrebbe rappresentare.

– Abbiamo l’abitudine di fuggire da questo sentimento negativo nei confronti di noi stessi, e allora la procrastinazione e la distrazione diventano lo standard, e questo ostacola i nostri sforzi. In realtà, non risolveremo mai i problemi della distrazione e della procrastinazione fino a quando non impararemo a far fronte al problema dell’infelicità.

– L’infelicità può ostacolare i nostri tentativi di collegarci agli altri (perché pensiamo di non essere abbastanza bravi, e allora proviamo ansia al pensiero di conoscere altre persone). Non possiamo risolvere la questione, indipendentemente da quanto vogliamo migliorare, fino a quando non affrontiamo il problema inerente.

– Fino a quando vogliamo migliorare, il senso di insoddisfazione non svanisce. E allora tentiamo di migliorare di più, e anche così non svanisce. In base alla mia esperienza, non svanisce mai fino a che non siamo pronti ad affrontarlo faccia a faccia.

– Durante questo periodo di autoperfezionamento guidato dall’insoddisfazione non ci amiamo, e questo è triste.

È allora possibile fare le cose e operare dei miglioramenti senza essere insoddisfatti di noi stessi? Ho scoperto che la risposta definitiva è “sì”.

Possiamo esercitarci a mangiare bene non perché non amiamo il nostro corpo e vogliamo renderlo migliore, ma perché ci amiamo e vogliamo ispirare la nostra famiglia. Possiamo esercitarci per amore delle persone che questo aiuterà. Possiamo organizzarci, uscire dai debiti, leggere di più e meditare non perché siamo insoddisfatti, ma perché amiamo noi stessi e gli altri.

In realtà, direi che siamo più propensi a fare tutte queste cose se ci amiamo, e meno propensi se non ci piacciamo.

Far fronte all’insoddisfazione

Cosa possiamo fare di fronte alla continua insoddisfazione nei confronti di noi stessi? Come affrontiamo i dubbi che nutriamo, quando sentiamo di non valere abbastanza o siamo infelici per alcuni nostri aspetti?

Questi sentimenti sono opportunità perfette per imparare su noi stessi e su come essere amici di noi stessi.

1. Ogni volta che nutriamo questi sentimenti possiamo fermarci.

2. Interiorizziamo il sentimento, osserviamo come si comporta nel nostro corpo. Dobbiamo essere curiosi di come ci fa sentire a livello fisico.

3. Anziché fuggire da questo sentimento, rimaniamo con noi. Anziché respingerlo, proviamo ad aprirci ad esso e ad accettarlo.

4. Apriamoci al dolore di questo sentimento, e vediamolo come un cammino per aprire il nostro cuore. In questo modo, mantenere il contatto con il dolore è un atto liberatorio.

5. Vediamo questo sentimento difficile come un segno di un cuore buono, dolce, delicato e amorevole. Non ci importerebbe di essere una brava persona, o una persona “sufficientemente buona”, se non avessimo un cuore buono. Esiste una bontà di fondo dietro tutte le nostre difficoltà – abbiamo solo bisogno di percepirla.

6. Sorridiamo a noi stessi e coltiviamo una simpatia incondizionata per tutto ciò che vediamo.

Non dico che sia un metodo facile, o che curerà le nostre difficoltà tutte in una volta, ma può iniziare a formare un rapporto di fiducia con noi stessi, il che può fare una differenza incredibile.

Raccomando di praticare tutto questo ogni volta che notate un’autocritica, un dubbio o infelicità nei vostri confronti. Richiede solo un minuto, in cui si affronta ciò che si prova con simpatia incondizionata.

Se volete davvero concentrarvi su questo cambiamento potente, rifletteteci una volta al giorno, alla fine di ogni giornata, guardando come avete agito e cosa potete fare per ricordarvi di mettere in pratica questi suggerimenti.

Alla fine penso che scoprirete che l’amore è una motivazione più potente dell’infelicità nei propri confronti, e spero che diventiate vostri amici e che riusciate a irradiare questa amicizia nei rapporti che avete con tutte le persone che conoscete e incontrate.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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