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Come una vita di apparenti fallimenti ha cambiato il mondo

Catholic Link - pubblicato il 05/01/17

L'esistenza di Cristo in uno splendido video

di Ruth Baker

Una vita solitaria, piena di fallimenti e terminata con una morte prematura e vergognosa. Non ci sono state acclamazioni, solo una vita nata ai tempi dell’occupazione nemica, cresciuta nella classe operaia, a casa, e finita con una condanna a morte.

In un video semplice ma profondo, i nostri amici di Likable Art e Lifeteen.com hanno animato in modo splendido il famoso sermone One Solitary Life (Una Vita Solitaria), del dottor James Allan Francis, usando centinaia e centinaia di ritagli per raccontare la storia di Gesù.

Gli eventi della vita di Cristo vengono scelti in modo dettagliato, promemoria di tutte le cose che tendiamo a dimenticare o che tendono ad essere talmente familiari da perdere il loro potere.

Sia il sermone che il video sono estremamente toccanti, ma quello che mi ha colpito di più è stato il mio senso di aspettativa. Mi ha fatto venire i brividi. Mi ha ricordato un passo del romanzo di C.S. Lewis Le cronache di Narnia: il Leone, la Strega e l’Armadio. Nella storia Aslan, che in genere viene considerato una metafora di Cristo, è un leone. Questo sorprende i bambini che stanno per incontrarlo, e uno di loro chiede se è sicuro. La risposta è scioccante:

“Sicuro?”… “Chi ha detto qualcosa sulla sicurezza? Ovviamente non è sicuro. Ma è buono. È il Re”.

Guardare il video mi ha ricordato tutte le cose di vita di Cristo che erano diventate per me così familiari da farmene dimenticare l’aspetto unico. Mi sono emozionata assistendo al video perché ho ricordato ancora una volta perché ero rimasta cattolica dopo un periodo nel quale mi ero quasi allontanata dalla fede. Ero molto affascinata dalla vita di Cristo, anche se per me non aveva senso. Ho riconosciuto che se una vita così strana e potente come quella di Cristo è esistita, allora deve aver avuto ripercussioni per tutto il mondo, e anche per me. Ripercussioni che potrebbero essere strane o inaspettate, ma molto, molto positive.


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Per me, sia la citazione di Narnia che il sermone riassumono il paradosso di Cristo. Tutta la vita di Gesù ci pone una domanda, per rispondere alla quale serve una vita intera. Il contrasto tra l’oscurità e il fallimento della sua vita, la realtà del Dio fattosi uomo, e il trionfo finale della sua resurrezione dai morti.

Niente della sua vita era sicuro, ma è in questa vita pericolosa che il suo potere è stato reso possibile. Nella nostra vita ci possono essere momenti in cui ci chiediamo chi abbia “strappato la mappa” e perché non stiamo andando nella direzione in cui pensavamo di andare. Eventi e cambiamenti possono irrompere nella tranquilla traiettoria che stavamo percorrendo felicemente, ma è in questi momenti che Dio può ancora agire. È il Padrone del cambiamento e dell’imprevedibilità. Lavora sia nei momenti di crisi che in quelli “mondani”.

Papa Benedetto XVI lo ha spiegato in modo magistrale quando ha detto che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”.

Se vi siete sentiti annoiati dall’Avvento o se lottate per trovare un significato al turbinio natalizio e alla lista delle cose da fare, questo video è per voi. Vi invito a guardarlo e a permettere che la sua pace e il suo potere vi aiutino a reincontrare Cristo e a riscoprire l’originalità del paradosso della sua vita.

Il testo del sermone

Figlio di una ragazza madre, era nato in un oscuro villaggio.

Crebbe in un altro villaggio, dove lavorò come falegname fino a trent’anni. Poi, per tre anni, girò la sua terra predicando.

Non scrisse mai un libro.
Non ottenne mai una carica pubblica.
Non ebbe mai né una famiglia né una casa.
Non frequentò l’università.
Non si allontanò più di trecento chilometri da dov’era nato.
Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo.
Non aveva altre credenziali che se stesso.
Aveva solo trentatré anni quando l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo che era una farsa. Fu inchiodato a una croce, in mezzo a due ladri.
Mentre stava morendo, i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti, che erano l’unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne deposto in un sepolcro messo a disposizione da un amico mosso a pietà.
Due giorni dopo, quel sepolcro era vuoto.
Sono trascorsi venti secoli e oggi egli è la figura centrale nella storia dell’umanità.
Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti che si sono riuniti, i re che hanno regnato, i pensatori e gli scienziati messi tutti assieme, hanno cambiato la vita dell’uomo sulla terra quanto quest’unica vita solitaria”.

——–

Ruth Bakerha 25 anni ed è inglese. Ama correre, fare campeggio e scrivere. Attualmente studia Scrittura Creativa all’università. La sua fede significa tutto per lei.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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