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John Glenn, l’astronauta che scoprì Dio nello spazio

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Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 16/12/16

Fece visita a papa Paolo VI in Vaticano nel 1965

John Glenn è morto l’8 dicembre a 95 anni, e sarà ricordato dalla storia come il primo astronauta statunitense che ha fatto il giro della Terra a bordo della capsula Friendship 7 nel 1962.

Nel 1998 ha battuto un altro record mondiale: è stato l’uomo più anziano a viaggiare nello spazio, a 77 anni. Dopo la sua impresa ha dichiarato: “Per me è impossibile contemplare tutto il creato e non credere in Dio”.

L’Università dell’Ohio, suo Stato d’origine, ha annunciato la morte dell’astronauta presentandolo come modello di passione per la vita e di spirito di intraprendenza capace di ispirare le nuove generazioni. Secondo l’istituzione, John Glenn è stato un uomo che per decenni, oltre ai riconoscimenti ufficiali e onorifici, ha meritato ammirazione perché è stato “un servitore, un modello da seguire, coraggioso, pioniere, disciplinato, esploratore, lavoratore, umile, gentile, grande pensatore e dedito agli altri”.

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È stato a quell’università che Glenn ha annunciato, il 3 ottobre 1997, che avrebbe donato documenti personali e del Senato – è stato senatore per 25 anni per il Partito Democratico. In quell’occasione, l’astronauta ha dichiarato:

“Se c’è una cosa che ho imparato nei miei anni in questo pianeta è che le persone più felici e più soddisfatte che ho conosciuto sono quelle che si sono dedicate a qualcosa di più grande e più profondo del proprio interesse”.

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Il Presidente Barack Obama ha lamentato la morte di “un’icona e un amico”, e ha osservato che Glenn “ha trascorso la vita abbattendo le barriere, perché ha difeso la nostra libertà come pilota di combattimento dei Marines nella II Guerra Mondiale e in Corea”.

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Anche Donald Trump, prossimo Presidente USA, ha ricordato il “grande pioniere dell’aria e dello spazio”, un “eroe che ha ispirato generazioni future di esploratori”.

John Glenn ha incontrato papa Paolo VI nel Palazzo Apostolico del Vaticano durante il suo viaggio in Europa come ambasciatore della NASA e della Presidenza statunitense nel 1965, anno in cui si è aperto il quarto e ultimo periodo del Concilio Vaticano II.

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Di recente, a 93 anni e già con vista e udito ridotti, l’astronauta ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’Associated Press che non vedeva alcuna contraddizione tra credere in Dio e nell’evoluzione:

“Non credo di essere meno religioso per il fatto di apprezzare i successi della scienza e i registri dei nostri cambiamenti nella storia e della nostra evoluzione”, ha affermato Glenn, che era presbiteriano.

L’astronauta ha dichiarato di credere fermamente che dietro la creazione e tutte le cose ci sia Dio.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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