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Tre nuovi membri nel board dello Ior

Vatican Insider - pubblicato il 15/12/16

Tre nuovi membri nel board dello Ior: sono un americano, uno spagnolo e un tedesco. La Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione ha assegnato a «Scott C. Malpass, Javier Marín Romano e Georg Freiherr von Boeselager la carica di membri del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, portando così a sette il numero dei membri». Lo statuto prevede che il board laico sia composto da cinque membri, ma in questa fase ancora sperimentale degli assetti interni al mondo economico-finanziario vaticano il numero è stato prima elevato a sei e ora a sette. 

Malpass, di origine statunitense, informa un comunicato della Sala Stampa vaticana «ha ricoperto diversi prestigiosi incarichi, è attualmente Chief Investment Officer per la Notre Dame University (Usa), dove lavora nel campo degli investimenti in modo conforme alla dottrina sociale della Chiesa, da oltre 25 anni e insegna corsi sulla ricerca nel campo finanziario presso la stessa Università». Non è uno sconosciuto Oltretevere, essendo stato già contattato al tempo dei lavori della commissione referente sulla banca vaticana, istituita nei primi mesi del pontificato di Francesco. 

Marín, di origine spagnola, conosciuto dal cardinale Santos Abril, «è munito – informa la nota vaticana – di una grande esperienza nel campo bancario e, in particolare, ha ricoperto varie cariche per il Banco Santander. Infatti, è stato Chief Executive Officer e Head of Private Banking, Asset Management and Insurance Division della menzionata Banca». 

Infine von Boeselager, di nazionalità tedesca, che «ha lavorato per diversi anni in qualità di Private Banker e attualmente ricopre la carica di Head of Supervisory Board della Merck Finck & Privatbankiers AG di Monaco di Baviera». Boeselager, conosciuto dal cardinale arcivescovo di Vienna Cristoph Schönborn, appartiene all’Ordine di Malta ed è il fratello di Albrecht von Boeselager, già Gran Cancelliere dell’Ordine, sostituito nei giorni scorsi non senza qualche strascico polemico.

Entrambi appartengono a un’antica famiglia nobiliare tedeschi e sono figli di Philipp Freiherr von Boeselager, coinvolto nell’operazione «Walchiria» per porre fine alla dittatura di Adolf Hilter. 

«I tre nuovi membri – conclude il comunicato vaticano – ognuno dotato di ampia esperienza in campo finanziario, si riuniranno, insieme agli altri attuali membri, nella prossima adunanza del Consiglio, prevista per gennaio del 2017». 

Due posti nel board erano rimasti vacanti lo scorso maggio, con le dimissioni di due membri del board laico, Clemens Börsig e Carlo Salvatori, nominati in un momento in cui la dirigenza dell’Istituto immaginava una banca che avesse come scopo principale quello di far soldi, così da pagare le spese della Curia e da destinare una parte di questi utili alla carità del Papa, anche costituendo una «Sicav» – acronimo di Società d’investimento a capitale variabile – da istituire in Lussemburgo. La società o fondo di investimento «Sicav» doveva servire ai manager dello Ior per gestire parte dei depositi dell’Istituto.  

Rispetto alla banca per fare utili, Papa Francesco e il nuovo direttore generale dello Ior, Gian Franco Mammì, hanno proposto e perseguito una visione diversa, più centrata sulla vocazione originaria dell’Istituto, quella di fornire servizi agli ordini religiosi e ai clienti. Una visione che ovviamente non esclude gli utili ma che configura come obiettivo prioritario quello della fornitura di servizi.  

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