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Le scoperte scientifiche del 2016 che potrebbero cambiare la nostra vita

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© Kichigin / Shutterstock

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 14/12/16

Un giorno, non molto lontano, avremo forse un cura per l'Alzheimer e il cancro?

La sconfitta delle malattie che affliggono maggiormente l’umanità è un obiettivo perseguito da tutta la comunità scientifica, e i passi avanti compiuti da quest’ultima vengono diffusi con grande interesse su tutte le reti sociali, diventate ormai uno dei principali veicoli di trasmissione delle notizie.

Uno dei post più virali di quest’anno è stato quello relativo a una possibile cura dell’Alzheimer, riferita dal sito Science Alert e relativa a ultrasuoni che in base agli esperimenti effettuati su dei ratti rimuoverebbero il beta-amiloide e ripristinerebbero la memoria.

La scoperta, ad opera dei ricercatori australiani del Queensland Brain Institute (QBI) dell’Università del Queensland, potrebbe segnare una svolta nella vita dei 50 milioni di malati di Alzheimer in tutto il mondo e delle loro famiglie.

La tecnologia a ultrasuoni non invasiva “ripulisce” il cervello dalle placche amiloidi neurotossiche, strutture responsabili della perdita della memoria e del declino delle funzioni cognitive nei pazienti affetti da Alzheimer.

Il team di ricercatori ha riferito che le funzioni relative alla memoria sono state ripristinate pienamente nel 75% dei topi su cui è stata effettuata la ricerca, senza alcun danno sul tessuto cerebrale circostante.

I topi, si è scoperto, hanno mostrato performance migliorate in tre compiti relativi alla memoria – labirinto, test per far riconoscere loro nuovi oggetti e test per far ricordare i luoghi da evitare.

Il team ha affermato che sta progettando di avviare delle prove su animali più “elevati”, come le pecore, e spera di iniziare gli esperimenti sugli umani nel 2017.

Speranze sembrano arrivare anche per la cura del cancro: in base ad alcune recenti ricerche mediche, esisteuna radice che uccide il 98% delle cellule cancerogene in appena 48 ore.

Si tratta del tarassaco, usato fin dai tempi antichi in medicina per le sue proprietà benefiche e spesso utilizzato dagli erboristi per curare i problemi al fegato, ai reni e alla cistifellea.

La radice del tarassaco è usata in Cina da secoli contro certi tipi di tumori, e ha livelli elevatissimi di potassio e vitamina A, tra le altre sostanze. Si è dimostrata utile nel combattere il tumore alla prostata, al colon, al seno, al fegato e soprattutto ai polmoni.

La polvere derivante da questa radice conterrebbe sostanze che aiutano a “ricostruire” il sangue e il sistema immunitario.

I progressi della scienza sono condivisi e lodati dalla Chiesa, sempre interessata al benessere integrale dell’uomo.

“Il magistero della Chiesa ha sempre affermato l’importanza della ricerca scientifica per la vita e la salute delle persone”, ha affermato papa Francesco incontrando i membri della Società Europea di Cardiologia il 31 agosto scorso. “La Chiesa non solo vi accompagna in questo cammino così arduo, ma se ne fa promotrice e intende sostenervi, perché comprende che quanto è dedicato all’effettivo bene della persona è pur sempre un’azione che proviene da Dio. La natura in tutta la sua complessità, e anche la mente umana, sono creature di Dio. Lo studioso può e deve investigarle, sapendo che lo sviluppo delle scienze filosofiche ed empiriche e delle competenze pratiche che servono il più debole e malato è un servizio importante che si inscrive nel progetto divino”.

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