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Un parroco può cacciare via dei fedeli durante la messa?

Pope Francis Holy Mass for World Youth Day Sunday 31 July 2016

© Marcin Mazur / catholicnews.org.uk

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 06/12/16

Alcuni fedeli danno fastidio durante la Messa, cosa deve fare il parroco?

Il liturgista Finotti spiega in cinque punti la “dignità” dell’azione liturgica. La sospensione deve durare il minimo possibile

Un lettore ci domanda: “Un parroco può scacciare durante la messa alcuni fedeli? Ad esempio chiedendo ad una persona di uscire e se non avviene, chiedere ai fedeli di portarla fuori a forza?“.

il liturgista don Enrico Finotti spiega in cinque punti come si deve comportare un parroco.

1) RIVOLTI AL SIGNORE

Durante la celebrazione liturgica tutti (sacerdote, ministri e fedeli) sono sempre rivolti al Signore (Conversi ad Dominum).

In particolare:

– sia nell’atto di lode, di adorazione e di supplica (dimensione latreutica);

– sia nell’atto dell’ascolto della Parola di Dio (dimensione kerigmatica);

– sia nell’atto di ricevere la Grazia sacramentale (dimensione epicletica);

sempre e in ogni momento della celebrazione lo sguardo al Signore non deve mai venir meno, secondo il monito del dialogo al prefazio: Sursum corda (In alto i nostri cuori) – Habemus ad Dominum (Sono rivolti al Signore).

2) L’EDUCAZIONE DEL POPOLO SANTO

Il sacerdote e, insieme con lui, tutti i ministri sacri, devono essere, davanti all’assemblea convocata, il segno eminente ed eloquente di questo fondamentale orientamento ad Deum: dal loro esempio e dalla loro ars celebrandi dipende l’educazione liturgica del popolo santo.

3) DIGNITA’ DELL’AZIONE LITURGICA

A livello di principio non compete, né al sacerdote, né agli altri ministri rivestiti con gli abiti liturgici (concelebranti, diaconi e accoliti), intervenire in modo diretto in eventi di disturbo durante la celebrazione.

Il sacerdote, in casi di vera necessità, potrà sospendere per breve tempo la celebrazione, tuttavia, né lui, né i ministri sacri lasceranno il loro posto (altare, sede, presbiterio) e neppure interverranno con gesti e con parole mirate ad organizzare le operazioni di intervento. Ciò è richiesto dalla dignità dell’azione liturgica, che si svolge davanti alla maestà di Dio.

4) IL RUOLO DEI SACRISTI

L’intervento diretto compete ai fedeli prossimi alla situazione critica e a coloro che sono addetti alla custodia della chiesa (sacristi) e al servizio di accoglienza.

5) CORREZIONE FRATERNA

Riguardo ad altre persone che possono disturbare la celebrazione liturgica (bambini piccoli o particolari comportamenti di qualche fedele o di individui singolari) il sacerdote dovrà intervenire con una normativa chiara o con una cortese e motivata ‘correzione fraterna’, previa o successiva alla celebrazione, senza indulgere a incontrollati scatti di impazienza davanti al popolo.

Si intende che queste norme esigono sempre quell’applicazione intelligente che è conforme al buon senso. Tuttavia, un’educazione liturgica, ispirata a tali principi, eviterà ai sacerdoti e alle comunità, di scadere nella faciloneria e nella banalità, tanto estranee al gusto e alla forma nobile della liturgia, che, proprio quando rispetta i diritti di Dio, edifica i credenti anche nel rispetto del loro diritto all’autentica sacralità.

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