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Essere cattolici implica il rischio di perdere degli amici

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Telas Chhe

Heather King - pubblicato il 28/11/16

Una vita cattolica radicalmente intensa può essere scioccante per chi preferisce il comfort di vivere superficialmente

Non molto tempo fa ho ricevuto un’e-mail che mi poneva delle domande:

“Come madre, educatrice, cattolica e donna nel mondo attuale, vorrei sapere un po’ di più della sua conversione. Ha perso degli amici? A volte non si sente strana? Io ho 43 anni e sono l’unica persona che conosco che vada a Messa una volta a settimana. Cosa posso fare per non scoraggiarmi?”

La mia risposta breve in questo tipo di situazioni è che dobbiamo scoprire cosa fa ardere il nostro cuore e poi perseguirlo con una determinazione ostinata. Per me, ad esempio, quello che funziona è scrivere.

La mia risposta lunga è che il cattolicesimo è una ricerca radicale della verità. Non ricordiamo abbastanza quanto costi la grazia. Non sentiamo parlare abbastanza di quanto sia mediocre seguire Cristo “più o meno”. La fede ci chiama a vivere nella miseria, ma ci chiama, chiaramente, a non possedere molto più di quello di cui abbiamo davvero bisogno. La fede ci invita alla povertà, alla castità e all’obbedienza. E quello che ho scoperto è che questi tre stadi di vita sono incredibilmente entusiasmanti e stimolanti! Ci danno un tipo di libertà e di “consapevolezza di essere” che è del tutto inesistente nella nostra cultura narcotizzante.

Personalmente, oppongo una decisa resistenza all’idea di essere “troppo occupata”. Penso che il tipo di occupazione valorizzato e desiderato dalla nostra cultura non sia opera di Dio. Certi tipi di media cattolici dicono che siamo quasi obbligati ad assistere a film stupidi e a programmi televisivi di cattiva qualità per poter affrontare le persone “come sono”, ma io non la penso così. Solo l’idea di perdere 10 minuti del mio tempo guardando un programma stupido per poter parlare di qualcosa con un “non credente” mi fa venire i brividi.

Se Cristo frequentava prostitute e pubblicani, non era perché voleva spingerci a raccontare barzellette audaci e a buttarci in pettegolezzi volgari. Non scendeva di livello, anche quando incontrava le persone al livello in cui vivevano. Andava lì per esortare loro a salire di livello. Amiamo le persone quando vediamo la loro fame e la loro sete, ma le invitiamo a contribuire, mostrando loro che hanno una missione di importanza fondamentale.

Ho perso il mio matrimonio in parte perché mi sono convertita. Ho abbandonato il mio lavoro da avvocato perché mi sono convertita. Non so se ho perso degli amici, ma posso aver perso una certa vicinanza ad alcuni amici. Posso accettare il fatto che il cattolicesimo sia costantemente male interpretato, incompreso, calunniato e disprezzato. Quello che mi infastidisce è che le persone vedano il cattolicesimo come un’eccentricità senza senso.

Subito dopo l’elezione di Obama, una mia amica che lo adorava mi ha detto: “Anche tu adori Obama, vero?” Io ho risposto: “Beh, mi sembra una brava persona, ma non mi piace da morire il fatto che sostenga la ricerca con le cellule staminali embrionali e scommetto che non migliorerà affatto la situazione dei poveri, che inizierà una o due guerre e che da qui a un anno molta gente inizierà a odiarlo”.

Ha replicato: “Lo dici solo perché sei cattolica”. Sono quasi caduta dalla sedia. “Il mio cattolicesimo è la mia vita! Il mio cattolicesimo è l’aria che respiro!”, le ho detto.

È stato a causa del mio cattolicesimo che non ho votato né per Obama né per Romney. Domenica scorsa, sul Los Angeles Times, ho letto che dal 1995 il Pentagono ha distribuito 1,5 miliardi di dollari in equipaggiamenti militari eccedenti per i dipartimenti di Polizia degli Stati Uniti: fucili, veicoli blindati resistenti alle mine, elicotteri. Ho letto di Mohamedou Ould Slahi, prigioniero a Guantanamo, che pur non essendo mai stato accusato di alcun crimine è sotto custodia degli Stati Uniti dal 2001. Ha scritto un libro di memorie in cui parla, tra le altre cose, delle torture che ha subito. Di recente ho letto la recensione di un libro intitolato The Invisible Soldiers: How America Outsourced Our Security [I soldati invisibili: come l’America ha appaltato la nostra sicurezza], di Ann Hagedorn, e sono venuta a conoscenza del fatto che “la metà dei 16.000 funzionari che lavorano per l’ambasciata degli Stati uniti a Baghdad dal ritiro delle truppe nordamericane è a contratto”, che spendiamo miliardi di dollari in mercenari e che, in base a un funzionario della Blackwater, l’ex-SEAL Erik Prince, “l’esercito degli Stati Uniti non è abbastanza consistente da far fronte a tutte le necessità di una missione ampia, cara e complessa come la guerra dell’Iraq”.

E allora perché criticare proprio il cattolicesimo?

Il sistema nel quale viviamo è molto, molto lontano da Cristo. Potranno esserci delle risposte, ma a noi spetta di porre almeno le domande. La nostra intelligenza, come cattolici, non può non notare la violenza satanica e piena di terribili segreti che viene perpetrata dal nostro Governo. Non possiamo aspettarci, ad esempio, che un Paese che spende in esercito e armi più denaro di tutte le altre Nazioni del mondo messe insieme si preoccupi seriamente dei bambini ancora non nati.

Non voglio rimanere alienata. Come seguace di Cristo, voglio lottare per il bene delle persone. Quello che mi preoccupa è che il semplice fatto di esprimere opinioni come questa mi faccia perdere degli amici cattolici.

Di fronte a tutto questo, non possiamo dimenticare che la resurrezione non è solo un lieto fine. La resurrezione è un finale sorprendente.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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