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Cos’è davvero il potere? La scioccante risposta cristiana

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 23/11/16

Un cammino fatto di rinuncia, dedizione, servizio, generosità, impotenza

Il Regno di Dio si costruisce con il servizio, con la piccolezza, con l’impotenza. Gesù fu accusato di essere re, e per questo lo uccisero: “Sopra di lui c’era anche una scritta in greco, latino ed ebraico: «Costui è il re dei Giudei»”. Ma il suo non fu un regno fatto di potere.

Scrisse Chesterton che Gesù “non scelse come pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un imbroglione, uno snob, un codardo: in una parola, un uomo. E su quella pietra Egli ha edificato la Sua Chiesa, e le porte dell’Inferno non hanno prevalso su di essa. Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza, che furono fondati da uomini forti su uomini forti. Ma quest’unica cosa, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile”.

È un regno che dura perché costruito su spalle deboli. Gesù scelse colonne fragili. Come un ostensorio d’oro, di legno o di argilla.

Un ostensorio non è mai potente. Non è mai abbastanza grande da poter contenere Dio. Un ostensorio, per quanto oro possa avere, non è mai sufficientemente degno.

Come quel legno indegno su cui spirò Gesù. Quel legno che diventò la croce più sacra. Ciò che rese degno quel legno fu l’amore di Gesù. Quello che rende degna l’ostensorio è Gesù, che vive in esso. Senza Gesù, l’ostensorio non ha valore né utilità.

Penso che anche la mia vita sia così. È potente quando è piena di Gesù. Il mio regno ha potere quando Gesù regna in esso. Ma affinché ciò avvenga devo adattarmi al cammino di Gesù. Un cammino fatto di rinuncia, di dedizione, di servizio, di generosità, di impotenza.

È un regno povero, perché in esso non comanda il denaro, né il potere della notorietà, né quello di cariche e titoli. È un regno miserabile agli occhi degli uomini. Non vi sono ori, né pietre preziose. L’unica cosa che brilla è il servizio, gioioso e fedele. La vita fatta di dedizione. Il sangue di coloro che hanno dato la propria vita per amore.


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Questo regno non fa notizia. Si costruisce nel mezzo della vita che si conduce. È un regno di pace e verità. Un regno di amore e vita. È un regno adatto a tutti. Non c’è onore né fama. Si può essere parte di questo regno senza dover presentare alcun titolo. Ma è necessario pensare come pensa Gesù, e vivere come visse Lui.

Disse papa Francesco: “Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio, la gioia che lascia nel tuo cuore ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia. Andare per le strade seguendo la “pazzia” del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato, nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è solo”. 

Gesù, dalla croce, mi chiede di non conformarmi. Di guardare la vita dal prisma della fragilità, non del potere. È un nuovo modo di vedere la vita. Un nuovo modo di intendere le relazioni.

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