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Spiritualità
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La sorpresa che ho avuto portando i miei figli a Messa la mattina presto

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George Martell/Archdiocese of Boston

Sherry Antonetti - pubblicato il 11/11/16

Una Messa più tranquilla ha fornito alla mia tribù un mix di tranquillità e maggiore vigilanza

A volte essere genitore sembra solo una questione di fare questo o quello, e niente di quello che si fa sembra contare davvero. Il bucato che facciamo oggi dovrà essere rilavato domani, e lo stesso vale per i piatti, i conti e così via. E allora buona parte dell’assistenza quotidiana dei bambini è una questione di mantenimento, e ciò vuol dire che l’obiettivo della genitorialità – amarli e portarli al Dio che è amore attraverso sia la vita familiare che i sacramenti – può essere dimenticato.

Fortunatamente abbiamo la domenica. Domenica scorsa abbiamo portato i nostri figli a Messa presto perché i più grandi avevano un impegno benefico. La prima Messa del mattino mi sembra più contemplativa, e ne notavo la calma. Non era una monotonia statica, ma un ascolto intenzionale, un silenzio pacifico che derivava da una comunità che cercava di entrare nel mistero della Messa.

Sembra che abbia influito positivamente sui miei bambini: ho notato tre delle mie figlie che recitavano le preghiere ad alta voce. In genere devo ricordarglielo gentilmente, ma il silenzio le aveva conquistate, e stavano partecipando. La mia figlia più piccola in genere fa il conto alla rovescia della Messa in base al numero di canzoni che mancano, ma visto che non ce n’erano ha recitato le preghiere ed è stata seduta tranquilla. Fortunatamente, ho scoperto anche che la mia tendenza a divagare diminuiva.

Quando è iniziata la preghiera eucaristica, Paul, il mio figlio più piccolo, si è spostato dal suo posto accanto a me, vicino alle sorelle, per salire in braccio al padre. L’ho visto aggrapparsi alle spalle del papà per riuscire a vedere meglio. Ha guardato la consacrazione e ha messo la testa nell’incavo del collo del padre con un sospiro felice. In seguito mio marito mi ha detto che si era sentito come l’albero su cui si era arrampicato Zaccheo, visto che Paul era salito su di lui per guardare meglio Gesù, per vederLo.

Mi piace molto questa immagine; riunisce tutto ciò che dovremmo fare come genitori. Dobbiamo essere saldi, forti, capaci di tenerli e di dar loro l’opportunità, se lo desiderano, di vedere Gesù. Non possiamo costringerli a salire sull’albero, ma dobbiamo stare lì ad aspettare, sperando che sappiano sempre che siamo lì perché possano salire.

Quando la Messa è finita e siamo andati in pace abbiamo portati i bambini fuori per colazione. Si sono divertiti molto e hanno scherzato e giocato. Erano le stesse persone che avevano assistito alla Messa con tanta attenzione per un’ora.

Ho scritto altri articoli su come i miei figli a Messa abbiano a volte un comportamento ribelle, o su come io non riesca ad essere veramente presente a Messa, ma a volte, in mezzo a tutto questo, arriva il momento perfetto, ed è un dono di grazia che vale la pena di preservare.

È un promemoria di Dio: tutto questo è un bene. Tutti loro sono un bene. Tutto ciò che devi fare è amarli. È per questo che sei qui, e questo è molto positivo.

Dovremo cercare di andare di nuovo a una Messa nelle prime ore del mattino, tranquilla. Sembra che ci abbia fatto un gran bene.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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