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Sacerdote colloca un feto abortito sull’altare come appello a favore di Trump

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Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 08/11/16

Un gesto ritenuto sacrilego e del tutto contrario al messaggio pro-life

Domenica 6 novembre, a due giorni dalle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, padre Frank Pavone, leader del gruppo Priests for Life (Sacerdoti per la Vita), con base a New York, ha preso un feto abortito, lo ha messo sull’altare e ha poi postato un video di 44 minuti su Facebook. Padre Pavone ha affermato che il feto gli era stato affidato da un patologo perché lo seppellisse.

In una stagione che ha visto una campagna elettorale accalorata, il video del sacerdote ha sollevato molte domande su quale sia l’attivismo anti-aborto e politico idoneo nella Chiesa.

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Fino a lunedì pomeriggio il video, nel quale padre Pavone mostra un poster con la grafica che illustra le procedure abortive e parla dell’aborto da dietro l’altare mentre il bimbo, nudo, giace su di esso, aveva ricevuto 236.000 visualizzazioni.

“Dovremo decidere se permetteremo che in America continui o meno questo assassinio di bambini”, ha scritto il sacerdote su Facebook (The Washington Post, 7 novembre). “Hillary Clinton e la piattaforma democratica dicono di sì, di lasciar continuare questo omicidio (e lo pagate voi); Donald Trump e la piattaforma repubblicana dicono di no, che il bambino dovrebbe essere protetto”.

Una telefonata effettuata lunedì al portavoce della diocesi di Amarillo, in Texas, la diocesi di padre Pavone, non ha ricevuto risposta.

Scrivendo su Patheos, Scott Eric Alt ha affermato che il gesto di padre Pavone è stato un sacrilegio, una violazione del diritto canonico della Chiesa cattolica, che riserva l’altare solo all’adorazione divina, escludendo qualsiasi uso secolare.

“Essere pro-life significa rispettare la dignità della persona umana”, ha scritto Alt. “È l’antitesi del rispetto della dignità della persona umana usare un bambino morto come strumento politico per sostenere il proprio candidato presenziale”.

“Un essere umano è stato sacrificato, e l’altare di Dio è stato profanato, tutto per la politica”, ha scritto Ed Mechmann in un post per il blog dell’arcidiocesi di New York. “Chiunque rispetti la digità di ogni persona umana dovrebbe rifiutare e sconfessare questa atrocità”.

Per Mechmann, usare un bambino abortito a scopi politici “merita di essere ripudiato da tutti noi che ci consideriamo pro-life nel senso più pieno del termine” (Catholic News Agency, 7 novembre).

“Un sacerdote della Chiesa cattolica ha deposto pubblicamente su un altare sacro un bambino morto che è stato vittima di un crimine terribile come parte di un video di propaganda a favore di un candidato politico”, ha aggiunto. “Mi è difficile esprimere in termini calmi e misurati la repulsione che ho provato”.

“La vera domanda è ‘E il bambino come essere umano?’ Quel bambino è una persona umana, il figlio o la figlia di qualcuno, creato a immagine e somiglianza di Dio, unico e irripetibile, e che merita il nostro amore e la nostra misericordia”.

“Usarne il corpo in questo modo è trattare quel povero bambino o bambina come un oggetto da utilizzare – il che è l’antitesi dell’amore – e non come un fratello o una sorella da piangere”.

Padre Thomas Petri, vice-presidente e decano della Pontificia Facoltà dell’Immacolata Concezione di Washington, D.C., ha fatto eco alle parole di Mechmann, dichiarando che “la questione in questo caso è la dignità del bambino che è stato usato, e il fatto di violarne il corpo su un altare di Dio, che dovrebbe essere usato per l’adorazione divina. È davvero una violazione profana”.

“La Chiesa cattolica indica chiaramente che il corpo umano dev’essere trattato con reverenza dopo la morte di una persona”.

Mary Pezzulo, blogger su Patheos, ha sottolineato che il corpo del bambino non era stato nemmeno pulito o vestito prima di essere posto sull’altare.

“I corpi umani non sono oggetti da sfruttare”, ha denunciato. “Quello che facciamo a loro lo facciamo a Cristo”.

Anche il blogger Mark Shea ha respinto su Patheos con decisione il gesto di padre Pavone. “La Chiesa – ha affermato – insiste sul diritto alla vita del bambino non nato. Ciò non vuol dire che nel nome della lotta all’aborto si possa usare il corpo nudo di un bambino come mezzo per attaccare i propri nemici culturali alla vigilia di un’elezione”.

Non è la prima volta che padre Pavone suscita scalpore. Nel 2014, il cardinale Timothy Dolan ha interrotto i contatti con lui dopo aver affermato che Pavone aveva rifiutato di cooperare a “varie riforme necessarie” dell’organizzazione dopo le richieste avanzate dalla Congregazione vaticana per il Clero. Un portavoce di Dolan, che è anche presidente del Comitato per le Attività Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, ha affermato che l’arcidiocesi non ha più rapporti con Pavone e non ha commenti da rilasciare sul video.

Il video di padre Pavone è arrivato dopo che un gruppo di cattolici aveva inserito dei volantini nei bollettini parrocchiali a San Diego affermando che votare per i democratici è un peccato mortale. Il vescovo di San Diego, Robert McElroy, ha criticato i volantini in questione.

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