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“Ecco perché non siamo riusciti a salvare la basilica di Norcia”

Vatican Insider - pubblicato il 30/10/16

«La Basilica di San Benedetto a Norcia? Eravamo lì venerdì, subito dopo il terremoto del 26 ottobre per tentare di capire come intervenire e metterla in sicurezza». Si sta preparando a partire di nuovo per i luoghi del terremoto Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Ministero dei Beni Culturali, insieme con una task force costituita da circa duecento persone tra Lazio, Marche e Umbria, dopo la scossa di magnitudo 6.5 che ha fatto crollare anche la basilica di Norcia.  

Si poteva fare qualcosa per salvarla?

«Non era possibile fare di più Venerdì abbiamo fatto un sopralluogo non appena i vigili del Fuoco ci hanno fatto entrare. Avevamo già fatto rimuovere i pinnacoli e il crocefisso dall’esterno per evitare che in caso di crolli potessero creare danni». 

E oggi è crollata la copertura

«Abbiamo visto che la cupola era piena di lesioni e che era necessario intervenire sul tetto. Volevamo rimuovere le pale dell’altare e avevamo ipotizzato di portarle via ma ci siamo anche resi conto che saremmo dovuti restare dentro troppo a lungo, avremmo corso dei rischi troppo grandi».  

Che cosa avete deciso?

«Alla fine abbiamo deciso di lasciare le pale all’interno e di fare un intervento di messa in sicurezza dall’esterno sul tetto. Ci eravamo messi d’accordo per vederci lunedì mattina. Purtroppo la scossa di stamattina ha fatto crollare, tutto ma sarebbe stato impossibile fare più in fretta».  

È proprio così?

«Parliamo di un sopralluogo avvenuto ventiquattro ore dopo la scossa del 26 e di un intervento organizzato dopo quattro giorni. In casi del genere la messa in sicurezza non è semplice e dobbiamo sempre tenere presente che ci sono delle persone a intervenire. Se la scossa di stamattina fosse arrivata venerdì o lunedì avrebbe messo in serio pericolo chi era al lavoro. Ci stiamo provando con tutte le nostre forze e l’amore per i beni culturali ma bisogna essere razionali e capire che non ci troviamo di fronte a una scossa ma a un terremoto continuo e in molti casi i Vigili del Fuoco non ci permettono nemmeno di entrare nei luoghi».  

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