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Il parroco di Gorino fa le barricate contro i migranti e attacca papa Francesco

GREECE-MACEDONIA-EUROPE-MIGRANTS

/ AFP PHOTO / LOUISA GOULIAMAKI

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 29/10/16

Don Paolo Paccagnella è nella bufera per essere sceso in strada a protestare contro l'arrivo dei rifugiati del suo paesino

Nell’udienza in piazza San Pietro di mercoledì 26 ottobre aveva ribadito che la «Misericordia di Dio si manifesta anche nell’accoglienza dei migranti» (Aleteia, 26 ottobre).

Chissà cosa avrà pensato papa Francesco della vicenda di don Paolo Paccagnella, esempio di sacerdote molto distante da quello che prospetta il pontefice. Se in centinaia di parrocchie in tutta Italia si stanno aprendo le porte ai migranti, a Gorino, in provincia di Ferrara, dove don Paolo fa il parroco…quelle porte si sbarrano.

“MA ACCOGLILI A CASA TUA”

Interrogato da Fanpage.it (26 ottobre) se era disponibile ad accogliere donne e bambini in fuga dalla guerra nella sua chiesa, ha risposto: «Nella mia chiesa? Prenditeli a casa tua». Se da una parte Papa Francesco rilancia «basta egoismi, l’unica soluzione è la solidarietà con il forestiero», dall’altra don Paolo replica così alle frasi del pontefice: «Ma accoglili a casa tua».

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“LA POPOLAZIONE NON SAPEVA NIENTE…”

Don Paccagnella si difende così, provando a correggere il tiro: «Volevano mandare a Gorino delle persone senza che neppure la popolazione sapesse niente. Volevano mandarle qui da un momento all’altro: ma che servizi ci sono qui a Gorino? Non ci sono le scuole, i bimbi devono andare a Goro. C’è un medico a ore solo alcuni giorni, una farmacia, due negozietti e nient’altro. Queste persone che volevano portare hanno bisogno di essere curate: e non solo con il mangiare. Bisogna creare un sistema di accoglienza, sennò che cosa fanno qui? Quando si farà questo, allora l’accoglienza ci sarà di sicuro. Anzi sono io il primo a dare questo consiglio ai miei concittadini: essere accoglienti».

IL CARTELLO E LA “N”

Prima di queste parole, don Paolo, aveva esposto davanti alla chiesa di Gorino un cartello che recitava così:  “Visto che noi siamo, per voi, infedeli: ma perché non ve ne andate nel vostro califfato di Iraq con il santo Califfo El Bagdadi, il quale vive di armi e uccide a tutto spiano coloro che non sono sunniti?“.

Un cartello accompagnato dalla lettere “N” di Nazareno, in arabo.

Oltre al cartello ha inscenato una protesta in strada notturna con delle barricate che ha costretto l’autobus con dentro i 12 profughi destinati a Gorino a cambiare destinazione.

LA NOTA DELLA CURIA

Sulla vicenda della barricate, la Curia ha già espresso la propria posizione («è una notte che ripugna le coscienze»), mentre a proposito della lettera “N”, «se ne può vedere una sul portone centrale dell’Arcivescovado di Ferrara. La sua presenza – conclude la Diocesi – esprime solidarietà ai cristiani perseguitati dell’Iraq e disapprovazione per chi li perseguita» (La Nuova Ferrara, 28 ottobre).

Una vicenda che si potrebbe chiudere con una recente espressione utilizzata da Papa Francesco alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: «È un atteggiamento ipocrita dirsi cristiano e cacciare un rifugiato, o quello che ha bisogno del mio aiuto. Gesù ci ha insegnato chi è il buon cristiano nella parabola del Buon Samaritano» (Aleteia, 13 ottobre)

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