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Cosa ho imparato io, cattolica, da una mattinata con dei ragazzi evangelici

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Flickr.com/ Creative Commons/ © Marcus Ljungblad

Zrinka Peters - pubblicato il 24/10/16

Se chiedessi ai miei figli qual è il loro passo preferito della Bibbia e perché, cosa direbbero?

Anche se sono cattolica, di recente mi è stato chiesto di fare da sostituta per una lezione di oratoria presso una cooperativa evangelica di scuole domestiche. Quella mattina erano presenti sette studenti tra gli 11 e i 16 anni, tutti alle prese con il loro primo discorso del semestre, un’introduzione per rompere il ghiaccio. Ero tutta orecchi.

Ho sentito quattro ragazzi sottolineare il loro versetto biblico preferito e quale impatto avesse sulla loro vita quel passo. Tre di loro hanno parlato del loro Battesimo come del “giorno più importante della mia vita” o della “migliore decisione della mia vita”, e vari di loro hanno parlato del loro coinvolgimento con la propria Chiesa e del ruolo fondamentale che questa gioca nella loro esistenza. Sono rimasta piacevolmente colpita. Era splendido ascoltarli, e mi sentivo privilegiata per essere stata invitata a entrare nella loro vita in quel modo.

Il che mi ha fatto pensare… Se chiedessi ai miei figli (ne ho sei, dai 15 mesi ai 12 anni) quale sia il loro passo biblico preferito e perché, cosa direbbero? Innanzitutto, riuscirebbero a citarne uno? I miei figli conoscono piuttosto bene le storie della Bibbia – i due più grandi, di 10 e 12 anni, potrebbero raccontare in modo piuttosto accurato quelle principali –, ma non sono certa che la Parola di Dio viva in loro. I miei figli non hanno iniziato a grattare sotto la superficie letterale delle storie della Bibbia per Bambini per approfondire le vere ricchezze della Parola di Dio. E come possono amare qualcosa che non conoscono?

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Ricordo di essere stata allevata in una Chiesa fondamentalista e come da bambini io e i miei fratelli dovessimo memorizzare dei passi della Scrittura. Anche se nel corso degli anni ho vagato per varie Chiese prima di approdare alla fede cattolica, quei primi anni di memorizzazione della Scrittura sono stati importanti, ed essermene avvalsa è stata una benedizione.

Anche se col tempo ho dimenticato la maggior parte dei dettagli a livello di libro/capitolo/versetti, le idee di base si sono radicate, e parte dei versetti hanno fluttuato nella mia mente nei miei anni turbolenti – versetti che hanno rappresentato un’ancora di cui all’epoca avevo disperatamente bisogno per la mia anima. Dio è amore… Io sono la via, la verità… Scegliete la vita… Io sono con te sempre… Il Signore è il mio pastore… Conosco i progetti che ho per te…

E allora sto iniziando a guidare i miei figli nella memorizzazione della Scrittura. Piccole frasi, orientate ai bambini, una a settimana. Il versetto da memorizzare nella settimana viene scritto su una piccola lavagna e appeso in cucina, di modo che tutti lo possiamo vedere quando passiamo. Alla fine della settimana i bambini più piccoli (di 3, 5 e 8 anni) hanno la possibilità di riferirmi a memoria il versetto, mentre i due più grandi devono saperlo a memoria e anche localizzarlo nella loro Bibbia. Ogni bambino che riesce a farlo ottiene un adesivo accanto al proprio nome su un foglio, e dopo cinque adesivi c’è un dolcetto come premio.

Nessuno li assillerà perché imparino a memoria il versetto. Sta lì. Emerge nelle conversazioni della settimana,e spero e prego che con la grazia di Dio la Parola si inscriva nelle loro anime e si faccia strada nei loro pensieri, nelle loro parole e nelle loro azioni.

Abbiamo iniziato con una frase così semplice che il nostro bimbo di 3 anni la ripeteva tra sé e sé mentre camminava – “Dio è amore” (1 Giovanni 4, 8). La seconda settimana è stata la volta di “Siate benevoli gli uni verso gli altri” (Efesini 4, 32). Vedremo come andrà con la frase di questa settimana, “Confida nel Signore con tutto il cuore” (Proverbi 3, 5). Ma i pronostici sono positivi. Alla fine della settimana c’erano già 10 adesivi vicino a cinque nomi sul foglio.

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Zrinka Peters è una scrittrice freelance convertita al cattolicesimo. Vive con il marito e i sei figli nel Minnesota (Stati Uniti), trascorrendo le proprie giornate nel tentativo di conciliare allegramente doveri e aspirazioni.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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