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L’infedeltà non è un crimine senza vittime

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Marta Locklear | Stocksy United

Jaimie Seaton - pubblicato il 11/10/16

I miei figli non hanno perso solo il padre, ma anche la madre

Il mese prossimo cadrà un anniversario doloroso. In una calda e assolata mattina di novembre di quattro anni fa, mio marito William* ed io sedevamo in cucina sfogliando dei cataloghi. Gli stavo mostrando un tappeto che volevo comprare per il salotto quando mi ha guardato con un’espressione addolorata. Senza alcun preavviso o tentativo di addolcire il colpo, mi ha detto che aveva una relazione e che la sua compagna era incinta.

Buona parte delle conversazioni che abbiamo avuto nelle prime ore dopo la sua rivelazione sono ora qualcosa di sfocato, un caleidoscopio di lacrime e shock, rabbia e disperazione, ma una frase che ha detto è rimasta incisa nella mia memoria: “Lei non vuole essere una rovinafamiglie”.

Quando ha detto queste cose su quella donna ho sentito la mia pressione schizzare in alto. All’epoca lei aveva trent’anni, un’età sufficiente per assumersi la responsabilità delle proprie azioni, e si era fatta coinvolgere in una relazione con un uomo che al loro primo incontro le aveva rivelato di essere sposato e di avere due figli.

Una relazione sarebbe già stata abbastanza devastante. Non saprò mai se William ed io avremmo potuto riprenderci dalla sua infedeltà e salvare il nostro matrimonio che durava da 14 anni, ma credo che avremmo potuto avere una possibilità. La gravidanza ha eliminato qualsiasi ipotesi di riconciliazione, e ha aggiunto un altro strato di agonia al dolore schiacciante che io e i miei figli abbiamo sperimentato.

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In realtà la parola “agonia” non descrive adeguatamente la mia reazione alla notizia, iniziata con l’incomprensione. Incomprensione per il fatto che mio marito potesse tradire me e i nostri figli nel peggior modo possibile e che potesse avere un figlio con quella donna. E con questo è arrivata una sorta di rabbia che non ho mai provato prima: rabbia per il fatto che una donna potesse rimanere incinta di un uomo sposato e poi affermare di non voler essere una rovinafamiglie.

L’infedeltà viene ormai ritenuta “ordinaria”. Se ne è parlato molto ultimamente, dalla rottura tra Brad Pitt e Angelina Jolie – un rapporto a quanto pare basato sull’adulterio – all’affermazione recente dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani per cui “chiunque” commette infedeltà. Tradire il proprio coniuge è ormai considerato qualcosa di normale, un “sintomo” di un matrimonio teso piuttosto che una terribile e violenta offesa in sé.

No, Rudy, non è vero che chiunque commette infedeltà, ma negli ultimi decenni l’adulterio è passato dall’essere qualcosa di cui vergognarsi a una cosa apparentemente celebrata nei media: la coppia che tradisce viene descritta come un duo di amanti sfortunati che meritano di essere felici, e troppo spesso il coniuge tradito viene dipinto come se in qualche modo meritasse il tradimento.

Secondo una ricerca condotta dall’Associated Press e dal Journal of Marital and Family Therapy nel 2015, nel 41% dei matrimoni uno o entrambi gli sposi ammettono l’infedeltà, e la metà circa di questi matrimoni finisce in divorzio.

Il fatto che l’infedeltà sia così diffusa non dovrebbe renderla “normale”, o peggio accettabile. Gli effetti duraturi, soprattutto sui bambini, non possono essere ignorati. Malgrado il passare del tempo, i miei figli soffrono ogni giorno per le conseguenze delle azioni del padre. Il loro senso di fiducia nei genitori è stato annullato in un istante e non potrà mai più essere ripristinato.

All’epoca mio figlio aveva 9 anni e mia figlia 12. Non solo hanno perso la sicurezza di sapere che il loro padre li avrebbe sempre messi al primo posto, ma hanno anche perso la madre che avevano sempre conosciuto. Anche se ho cercato di essere forte per loro, e da fuori lo sembravo, sono diventata uno zombie. Nel momento in cui i miei figli avevano più bisogno di me mi sono ritirata in me stessa. Riuscivo a malapena a “funzionare”, e ci volevano tutte le mie energie per uscire fuori dal letto e vestirmi. Non avevo la capacità mentale o emotiva per fare di più.

I miei figli sono cresciuti con una madre che amava cucinare, faceva biscotti e torte, cuciva i costumi di Halloween ed era felice del suo matrimonio e di essere madre. Dopo che mio marito mi ha lasciata, tutte queste attività sono diventate promemoria dolorosi della nostra vita e della nostra felicità passate, e ho semplicemente smesso di farle. La pizza è diventato il nostro pasto abituale, e noi tre sedevamo a tavola in un silenzio traumatico.

Mi ci sono voluti due anni strazianti per tornare a vivere. Due anni in cui i miei figli, soprattutto mia figlia, hanno dovuto spesso badare a se stessi. Me ne vergogno profondamente, e provo anche molta rabbia.

Una frase che ho spesso sentito in relazione alla mia situazione è che i bambini hanno una grande capacità di adattamento. Non ci credo assolutamente. Penso che sia una cosa che gli adulti dicono per attenuare la loro colpa. Gli adulti razionalizzano molto per scusare comportamenti che nel cuore sanno che sono profondamente sbagliati.

William ha minimizzato spesso le sue azioni dicendo che non avevamo un matrimonio perfetto, e sono sicura che la sua amante abbia razionalizzato il proprio comportamento quando ha affermato ripetutamente che non voleva essere una rovinafamiglie – prendendo allo stesso tempo decisioni consapevoli che distruggevano la nostra casa, il mio matrimonio e la felicità dei miei figli.

Ora il mio dolore è meno acuto ed è stato sostituito da un’accettazione anestetizzata e dal cinismo nei confronti di amore e fedeltà. Il mio matrimonio è finito in un divorzio, e ora i miei figli crescono in una famiglia spezzata. Il padre viene a trovarli ogni weekend, e sono fiera del fatto di aver mantenuto rapporti amichevoli con lui. Spesso andiamo a mangiare fuori insieme, e faccio del mio meglio per promuovere nei miei figli un senso di sicurezza e di famiglia – anche se un tipo di famiglia diverso.

Forse un giorno troverò di nuovo l’amore, ma i miei figli si porteranno per sempre il peso di una famiglia distrutta. Sono le vittime innocenti di due adulti che hanno agito in un modo indicibilmente egoista e avventato.

E c’è un’altra vittima innocente: la figlia nata da quelle due persone. Qualche anno fa mio figlio ha detto che gli dispiaceva per lei, e dispiace anche a me.

E allora, mentre i candidati presidenziali usano l’infedeltà come arma d’attacco e i giornalisti si profondono in elucubrazioni sul fatto che Angelina Jolie “meriti” di essere considerata la cattiva della situazione, chi di noi è stato lasciato sa bene che l’adulterio comporta molte vittime.

Nei primi giorni dopo la rivelazione di William ho scritto una lettera alla sua amante avvertendola che se lui poteva tradire sua moglie e i suoi figli un giorno avrebbe potuto tradire anche lei. L’anno scorso mi ha scritto dicendomi di aver scoperto che lui la tradisce. Mi chiedo se anche la sua nuova amante dica di non voler essere una rovinafamiglie.

* I nomi sono stati cambiati per difendere la privacy

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Jaimie Seatonè madre di due adolescenti ed è giornalista da oltre vent’anni. Ha vissuto e lavorato in Sudafrica, Olanda, Singapore e Thailandia, e ha scritto per numerose pubblicazioni in tutto il mondo, inclusi il Sunday Times di Londra e Newsweek. Ora è tornata nel New Hampshire (Stati Uniti) e contribuisce a varie pubblicazioni, tra le quali Purple Clover.com, ESME.com e il Washington Post. Attualmente sta rivedendo il suo primo romanzo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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