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Satelliti, Internet e la comunione dei santi

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Ron Leishman/Shutterstock

mons. Robert Barron - pubblicato il 05/10/16

I santi possono ascoltare e rispondere a milioni di preghiere. Qualcosa di simile avviene con la tecnologia

Di recente, mentre lavoravo al computer a Santa Barbara, mi sono imbattuto in un problema e ho deciso di chiamare Brandon Vogt, che è non solo l’eccellente direttore dei contenuti di Word on Fire, ma anche un bravo ingegnere e un mago della tecnologia.

Dopo aver cercato invano di spiegarmi passo dopo passo il problema, Brandon ha detto: “Fammi dare un’occhiata al tuo schermo”. E ha premuto qualche bottone ad Atlanta, dove si trovava per partecipare a una conferenza, e poi ha iniziato a muovere il mio cursore sullo schermo e a cliccare su tutti i tasti delle impostazioni fin quando non ha risolto il problema.

Anche se gliel’avevo visto fare prima, sono rimasto ancora una volta impressionato da questa manovra a lunga distanza. Mostrando la mia totale mancanza di esperienza scientifica ho chiesto: “Brandon, hai fatto tutto questo attraverso la linea telefonica o è coinvolto lo spazio esterno?” Sono certo che abbia represso una risata, ma mi ha spiegato pazientemente che quando inviamo dei dati via Internet questi vengono scomposti in onde elettromagnetiche invisibili, che vengono poi passate attraverso migliaia e migliaia di cavi, linee telefoniche e a volte satelliti. L’aspetto notevole, ha spiegato, è come gli stessi cavi e satelliti gestiscano simultaneamente informazioni da miliardi di computer, telefoni e altri dispositivi.

A questo punto della conversazione, Brandon ha detto: “Sai, ho pensato spesso che sia qualcosa di analogo alla comunione dei santi”. “Dovrai spiegarmelo bene”, gli ho detto. “Beh”, ha replicato, “la gente sembra sempre stupita dal fatto che i santi in Paradiso possano ascoltare e rispondere a milioni di preghiere senza essere onnipotenti, ma qualcosa di simile avviene continuamente attraverso la nostra tecnologia. Ogni secondo, inviamo e riceviamo una quantità inimmaginabile di dati attraverso i nostri cavi e satelliti, ma vengono gestiti tutti. Il numero relativamente esiguo di intercessioni che ci riguardano ogni giorno impallidisce al confronto”. “Ah”, ho detto, “sarebbe un ottimo spunto per un articolo!” E allora su spunto di Brandon ecco una piccola riflessione sulla preghiera e sulla comunione dei santi, la communio sanctorum.

Una delle forme della preghiera cattolica è un’invocazione di coloro che si trovano nel regno celeste. Ogni volta che recitiamo un’Ave Maria, ad esempio, confidiamo nel fatto che Maria, la Regina del Cielo, ascolti quella preghiera. Ogni volta che invochiamo uno dei santi, siamo convinti che assuma ciò che diciamo e che possa risponderci con informazioni o ispirazioni. Crediamo che la nostra preghiera possa spingere i santi ad agire a nostro favore, effettuando un vero cambiamento nel mondo. Capisco quanto tutto questo possa sembrare controintuitivo alla maggior parte delle persone moderne. Nei nostri momenti più “realistici”, sentiamo che i morti se ne sono andati e non possono ascoltarci. O forse pensiamo che, se ancora esistono, siano lontani, infinitamente distaccati dalle cose di questo mondo. Com’è possibile, ci chiediamo, che la Beata Vergine “ascolti” ogni Ave Maria che le arriva ogni giorno da tutto il mondo? Non è solo un pio desiderio?

Beh, ricordate l’idea di Brandon. Una macchina di nostra ideazione è capace di ricevere e trasmettere quantità straordinarie di informazioni simultaneamente a e da innumerevoli luoghi. Quanto più profondamente e potentemente può allora un’intelligenza a un livello più alto di realtà, in un sistema dimensionale qualitativamente diverso, ricevere e trasmettere informazioni? La fede della Chiesa è che chi si trova nel regno celeste partecipi più intensamente all’intelligenza infinita di Dio, quell’intelligenza che abbraccia tutto lo spazio e tutto il tempo. Un santo può quindi ricevere e inviare una sconcertante quantità di informazioni? Perché no? Ma un santo può esercitare un’influenza causale sulla dimensione fisica? I santi possono davvero fare qualcosa per noi?

Non dobbiamo pensare all’aspetto spirituale come a semplicemente “altro” rispetto a quello materiale, come se i due elementi non potessero mai interagire. Piuttosto, l’aspetto spirituale contiene quello fisico nella misura in cui sussiste a un livello di esistenza elevato, più completo a livello ontologico. Tommaso d’Aquino sosteneva che l’anima non è contenuta dal corpo, piuttosto lo contiene. Anziché essere un “fantasma nella macchina”, come affermano molti filosofi moderni, l’anima, secondo l’Aquinate, è inclusiva del corpo. Può muovere la materia, perché è superiore alla materia. E così i santi, dal loro luogo celeste, possono davvero influire sul mondo materiale e modellarlo.

Forse sarebbe opportuno un ultimo paragone. I satelliti che facilitano tanto la comunicazione di questo mondo sono del tutto fuori la portata della nostra vista. Non interagiamo con loro nel senso ordinario del termine, come facciamo con le altre persone e gli altri oggetti. E tuttavia, dalla loro dimora celeste, influiscono su di noi e ci aiutano. Non abbiamo a che fare con gli abitanti del cielo come con quelli della terra, ma ci ascoltano, ci parlano e ci influenzano costantemente.

E allora, la prossima volta che riceverete qualche istruzione sul vostro GPS o farete una telefonata con l’iPhone, pensate alla comunione dei santi.


Il vescovo Robert Barron è vescovo ausiliare della diocesi di Los Angeles (Stati Uniti) e fondatore del ministero cattolico Word on Fire.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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