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La grande donna accanto a un grande uomo: Frances Chesterton

Gilbert Keith Chesterton and Frances Blogg

© Public Domain

Stephanie A. Mann - pubblicato il 28/09/16

La moglie dello scrittore G.K. Chesterton è stata una partner estremamente importante, a livello sia spirituale che professionale

Un adagio dice che “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”. Se Frances Chesterton fosse stata dietro il marito non l’avremmo mai vista. Gilbert Keith Chesterton è stato un gigante a livello di statura e di personalità. Frances non è stata dietro ma accanto a lui, e a volte perfino davanti, e così abbiamo potuto vedere sia lei che la sua influenza su di lui, soprattutto attraverso gli sforzi di Nancy Carpentier Brown nella sua biografia del 2015, The Woman Who Was Chesterton.

Frances Blogg era nata il 28 giugno 1869. Suo padre George era un mercante di diamanti e la madre Blanche scrittrice ed editrice. Blanche soffriva di attacchi di depressione come anche i figli, mentre George morì per un attacco cardiaco quando Frances aveva 14 anni. La famiglia era solo nominalmente religiosa, membro della Chiesa d’Inghilterra, ma dopo che Frances frequentò una scuola anglo-cattolica a Windsor, il St. Stephen’s College, la sua fede e la sua devozione aumentarono.

Era ben educata e possedeva grandi doti linguistiche. A volte scriveva le sue poesie in tedesco e poi le traduceva in inglese.

Frances e G.K. Chesterton si incontrarono nel 1896 in una società letteraria. L’immediata ammirazione e il crescente amore dello scrittore per Frances fecero sì che lui approfondisse la propria fede in Gesù Cristo e frequentasse i servizi della Chiesa anglicana. Nel 1911 Chesterton le dedicò il suo poema epico La Ballata del Cavallo Bianco: “Quindi offro queste rime a te/Che hai donato la croce a me”. Avrebbe restituito il favore 26 anni dopo quando divenne cattolico, nel 1922, e la portò a unirsi a lui quattro anni dopo.

Si fidanzarono nel 1898 e si sposarono il 28 giugno 1901. Frances affiancò sempre Chesterton nella sua professione, ma lo portò anche a uno stile di vita più sano visto che abbandonarono Londra e i pub per vivere in campagna. Volevano avere una casa piena di figli – sperando in “sette splendidi bambini” -, ma dovettero portare la croce dell’infertilità e della salute malandata.

Frances era per Chesterton business manager, organizzatrice e promemoria delle scadenze. Era anche poetessa e drammaturga. Scriveva ogni anno opere natalizie da eseguire a casa, e le sue canzoni, poesie inviate come messaggi natalizi, venivano messe in musica. Un esempio è Here is the little door, che ebbe come compositore Herbert Howells.

La sua biografa Nancy Carpentier Brown ha raccolto e pubblicato queste opere natalizie nel libro How Far Is It to Bethlehem: The Plays and Poetry of Frances Chesterton (Chesterton & Brown Publishing, 2012).

Frances era con Chesterton quando questi si recò in Terra Santa, nell’Europa continentale, in Irlanda e negli Stati Uniti. Nella loro casa di Beaconsfield accoglieva ospiti e viaggiatori, familiari e amici, curando molti cuccioli e animali da fattoria, lavorando con i segretari del marito e supervisionando chi li aiutava a mandare avanti la casa.

Quando lo scrittore morì, il 14 giugno 1936, Frances scrisse sul suo calendario per gli appuntamenti “Le luci si sono spente alle 10.15”.

Prima di morire, il 12 dicembre 1938, Frances scrisse varie poesie su quanto le mancasse il marito, fece qualche viaggio, visitava la sua tomba e pregava per il riposo della sua anima. Chi conosceva bene entrambi, come sottolinea la Brown, sapeva esattamente quanto Frances fosse stata importante per l’opera letteraria di Chesterton. Da grande donna accanto – non dietro – al grande uomo, Frances Chesterton è stata la compagna, l’amante, la musa e l’amica del marito, aiutandolo a raggiungere la sua grandezza.


Stephanie A. Mann è l’autrice di Supremacy and Survival: How Catholics Endured the English Reformation, disponibile su Scepter Publishers. Risiede a Wichita (Kansas, Stati Uniti) e ha un blog su www.supremacyandsurvival.blogspot.com.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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