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Pregare “a pappagallo” serve a qualcosa?

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© Marcin Mazur / catholicnews.org.uk

Philip Kosloski - pubblicato il 21/09/16

Gesù condanna le frasi vuote nella preghiera, ma se nutriamo amore e preghiamo con amore non dobbiamo preoccuparci

“Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,7). Quando i cristiani si trovano davanti questo passo dei Vangeli, credono spesso che parli contro preghiere come il Rosario o addirittura la Preghiera di Gesù (“Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore”).

A prima vista, potrebbe sembrare che Gesù creda che chi recita litanie interminabili, ripetendo le stesse parole, sia “pagano”. È vero? I cristiani dovrebbero evitare di ripetere le stesse preghiere? Analizziamo un po’ meglio questo passo.

In primo luogo, prima di addentrarci in Matteo 6,7 ricordiamo che questa discussione è stata suscitata da un incontro avvenuto nel libro Il Cammino del Pellegrino.

Nelle sue peregrinazioni, il Pellegrino incontra un uomo devoto contrario alla recita della Preghiera di Gesù nel corso della giornata. “Ripetere instancabilmente le stesse parole può farlo diventare pazzo e rovinargli il cuore” (p.54)

Sarà vero?

Per trovare la risposta, esaminiamo il versetto del Vangelo in questione.

Gesù sta parlando dei vari aspetti della sua vita nel Sermone della Montagna. Dopo aver offerto alcuni pensieri sull’elemosina, si sposta alla preghiera e cerca di insegnare ai suoi discepoli il modo corretto di pregare Dio. È interessante vedere come subito dopo l’ammonimento contro le preghiere pagane Gesù aggiunga:

“Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male” (Mt 6,8-13).

Gesù insegna ai suoi discepoli una “formula” per pregare in contrasto rispetto a quello che fanno i pagani. Ma Gesù non stava condannando le preghiere di questo tipo?

Addentrandoci un po’ di più, vediamo che quello che Gesù stava realmente condannando era la forma pagana di rivolgersi agli dei. In uno dei miei commenti alla Bibbia possiamo leggere: “I pagani recitano lunghe litanie con nomi divini per richiamare l’attenzione degli dei. Questo si faceva per garantire che ci si rivolgeva alla divinità nel modo corretto. Gesù la considera una pratica vuota, ovvero una mancanza di fede e amore nei confronti della divinità”.

Il sito web Catholic Answers lo conferma e aggiunge: “Gesù ha detto ‘Non imitate i pagani nelle loro litanie interminabili’”.

“Dobbiamo ricordare che l’idea principale di preghiera e di sacrificio dei pagani era placare gli dei (…). Si doveva fare attenzione a nominare tutti gli dei e a dire le parole giuste, altrimenti si sarebbe potuto attirare una maledizione su di sé”.

Visto che i pagani recitavano litanie interminabili con i nomi delle divinità pagane per garantire che queste “non li colpissero”, questi rituali riguardavano il placarli, mai l’amore.

Recitare il Rosario è diverso?

Questo mi porta a parlare del Rosario e della Preghiera di Gesù. Il motivo per cui queste preghiere sono diverse è perché sono nate dall’amore nei confronti di Dio. E chi direbbe che non dobbiamo dire a Dio quanto lo amiamo?

Guardiamo la cosa da questo punto di vista. Tuo marito o tua moglie si infastidirebbe se gli/le dicessi quanto lo/la ami? Se glielo ripetessi ogni giorno o anche varie volte nel corso della giornata?

Io dico a mia moglie che la amo dozzine di volte al giorno (se non di più). È sbagliato? Dovrei evitare di dirle che la amo e limitarmi a farlo solo una volta al giorno? O una volta al mese? O forse una volta all’anno?

L’origine della parola “Rosario” viene dal latino “Rosarium”, che significa corona o ghirlanda di rose. Recitare il Rosario è dare alla Nostra Santissima Madre una corona di rose e dirle quanto amiamo Lei e suo Figlio. È sbagliato ossequiare qualcuno che amiamo con una ghirlanda di rose?

Al di sopra di tutto, Gesù condanna le frasi vuote nella preghiera. Non dobbiamo pregare per “placare” un Dio vendicativo e pieno d’ira, né dovremmo recitare il Rosario credendo che Maria placherà il temperamento di Dio. Le nostre preghiere devono nascere dall’amore per Dio, e questo è il segreto del potere del Rosario e della Preghiera di Gesù.

Se nutriamo amore e preghiamo con amore non dobbiamo preoccuparci.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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