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Il primo sacerdote mongolo in mille anni incontra Aleteia

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Louis Plantier-Vassal - pubblicato il 16/09/16

Intervista a padre Joseph Enkhee-Baatar

Louis Plantier-Vassal

Aleteia ha intervistato padre Joseph Enkhee-Baatar, il primo sacerdote mongolo in quasi mille anni. Ecco cosa ci ha detto.

Lei è stato ordinato sacerdote in Mongolia il 28 agosto 2016, il che la rende il primo sacerdote locale in quasi mille anni. Quali sono i suoi sentimenti riguardo al significato storico di questo fatto?

Sono felice e onorato di essere stato scelto per venire ordinato qui in Mongolia e di essere un piccola parte della missione. I primi missionari giunti nell’Impero mongolo erano nestoriani. Ci arrivarono nel VII e nell’VIII secolo. In seguito molte tribù mongole si convertirono al cristianesimo. Nel XIII secolo, sotto la dinastia Yuan, arrivarono i primi missionari cattolici. Secondo alcuni documenti storici, l’Impero all’epoca aveva circa 30.000 cattolici mongoli. La Chiesa ha resistito quasi 100 anni sotto la dinastia Yuan. Ci sono stati probabilmente alcuni sacerdoti ordinati allora, anche se non ho trovato fonti affidabili al riguardo. Dopo la caduta della dinastia Yuan e l’ascesa della dinastia cinese Ming, il cattolicesimo scomparve dal Paese.

A suo avviso, perché è trascorso tanto tempo tra la prima proclamazione del Vangelo nel suo Paese e la prima ordinazione?

Ci sono molte ragioni che spiegano il gap tra la prima proclamazione del Vangelo e l’attuale ripresa della Chiesa. In primo luogo c’è stato l’emergere dei musulmani in Medio Oriente, che ha impedito ai missionari di arrivare in Mongolia, un Paese senza sbocco sul mare. Nel XVI e nel XVII secolo, inoltre, la Mongolia ha adottato il buddismo tibetano, che alla fine è diventato la religione di Stato. La Mongolia è stato un Paese teocratico fino alla rivoluzione comunista. Quando è diventata comunista nel 1924, i progetti vaticani per l’evangelizzazione del Paese sono stati bloccati. Solo dopo il crollo del comunismo nel 1990 i primi missionari – tre – sono arrivati in Mongolia. Era il 1992. Il prossimo anno celebreremo i 25 anni della presenza della Chiesa cattolica nel Paese.

C’è voluto del tempo per evangelizzare la Mongolia perché il nostro Paese ha profonde radici sciamaniche (il tengrismo) e altre radici più recenti buddiste. È per questo che la gente continua a percepire il cristianesimo come una religione straniera, e a volte come una minaccia per la tradizione e la cultura mongole.

La Mongolia ha pochi cattolici. Il fatto che lei sia mongolo favorirà l’evangelizzazione dei suoi compatrioti?

Gesù ha detto “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Luca 10, 2), e quindi abbiamo bisogno di più sacerdoti, suore e missionari laici che lavorino al servizio del Regno di Dio. Se si servono Dio e il suo popolo con tutto il cuore con le parole, le azioni e la vita, la nazionalità non conta. Si sarà sempre di grande aiuto e uno strumento di evangelizzazione per il proprio Paese e per il mondo.

Ad ogni modo, abbiamo bisogno di più sacerdoti del nostro Paese perché sapranno meglio come implementare l’insegnamento di Cristo e della Chiesa qui. In questo modo i mongoli capiranno meglio e accetteranno il tutto non come insegnamento di una religione straniera, ma come qualcosa di vicino alla loro tradizione, alla loro cultura e al loro stile di vita.

Quali sono le dimensioni della sua parrocchia, il numero dei fedeli e la percentuale dei cattolici in Mongolia?

In tutto il Paese ci sono circa 1.200 cattolici, che rappresentano solo lo 0.04% della popolazione. I cristiani nel Paese sono invece circa il 2%. Abbiamo sei parrocchie e varie sottoparrocchie [delle 21 province della Mongolia, 17 non hanno presenza cattolica, N.d.E.].

Quali sono le sfide pastorali che l’attendono in questi primi mesi?

Sonoo stato ordinato pochi giorni fa e finora sono rimasto nella casa della Missione della Chiesa Cattolica. Per ora sto aspettando la lettera ufficiale che mi dirà dove dovrò andare per la mia prima assegnazione pastorale.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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