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Perché benediciamo i semi nel giorno della Natività di Maria?

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Comaniciu Dan - Shutterstock

Philip Kosloski - pubblicato il 08/09/16

Un'antica pratica che segna il passaggio dall'estate all'inverno affonda le radici nella cura giudaico-cristiana del creato

L’8 settembre, esattamente nove mesi dopo la solennità dell’Immacolata Concezione, la Chiesa cattolica celebra la Natività della Beata Vergine Maria. Collegata a questa festa particolare è un’antica “benedizione dei semi”, che si svolge in questo giorno da centinaia di anni.

Agricoltori e altri parrocchiani arrivano a Messa con i loro semi o le loro giovani piante, che poi il sacerdote benedice. È un costume che trova la sua base biblica nel comandamento dato da Dio a Mosè in base al quale i figli di Israele, una volta entrati nella terra promessa donata dal Signore, avrebbero dovuto offrire le loro primizie ai sacerdoti, che le avrebbero benedette.

La benedizione annuale dei semi in occasione della Natività della Beata Vergine Maria era un modo per gli agricoltori per segnare la fine del raccolto estivo e l’inizio dell’autunno e delle piantagioni invernali. Prima che si impegnassero in questo sforzo, cercavano la benedizione del sacerdote per vedere le loro azioni protette da Dio. È un modo per riconoscere il potere che Dio ha sulla creazione e per mettere nelle sue mani i frutti dell’anno successivo.

Oltre a riconoscere il ruolo di Dio nel proteggere i loro mezzi di sussistenza, gli agricoltori in questo giorno cercavano l’aiuto di Dio attraverso l’intercessione della Vergine Maria. Come Eva era “la madre di tutti i viventi”, Maria, in quando “nuova Eva”, ha ricevuto il titolo di “Madre e Regina di Tutto il Creato”.

Papa Francesco ha sottolineato questo ruolo particolare di Maria nella sua enciclica Laudato Si’:

“Maria, la madre che ebbe cura di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Così come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesù, ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano. Ella vive con Gesù completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano la sua bellezza. È la Donna «vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo» (Ap 12,1). Elevata al cielo, è Madre e Regina di tutto il creato. Nel suo corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesù, che «custodiva» con cura (cfr Lc 2,19.51), ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Perciò possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi più sapienti”.

Questa benedizione ha ricevuto ancora più rilevanza con la recente celebrazione della “Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato”, che papa Francesco ha istituito nella Chiesa cattolica romana il 1° settembre.

Alla fin fine, la benedizione dei semi è un modo per riconoscere Dio come l’unico dal quale derivano tutte le benedizioni e per chiedere la sua assistenza e la sua protezione attraverso la cura materna della Beata Vergine Maria. Non vuole essere un sacrificio superstizioso a un dio sconosciuto, ma un modo per affidare qualsiasi cosa (anche i nostri semi e le nostre piantine) al Signore di Tutto il Creato, che veglia su di noi e provvede a ogni nostra necessità come un Padre amorevole.

Philip Kosloskiè marito e padre di cinque figli. Scrive su Aleteia e sul The Pope’s Worldwide Prayer Network (Apostolato della Preghiera), e ha un blog sul National Catholic Register.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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