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Il Papa ha ricevuto Mark Zuckerberg di Facebook

Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider - pubblicato il 29/08/16

Quando Francesco era sbarcato su Instagram il fondatore del social network aveva scritto: «Non vedo l’ora di seguire il Pontefice – e vederlo continuare a condividere il suo messaggio di misericordia, uguaglianza e giustizia con il mondo»

Papa Francesco ha ricevuto Mark Zuckerberg, fondatore, presidente ed amministratore delegato di Facebook.

«Il Santo Padre – ha reso noto il direttore della sala stampa della Santa Sede, Greg Burke – ha ricevuto oggi Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, che era accompagnato dalla moglie Priscilla Chan. Hanno parlato di come usare le tecnologie di comunicazione per alleviare la povertà, incoraggiare una cultura dell’incontro, e fare arrivare un messaggio di speranza, specialmente alle persone più disagiate».

Il capo del noto social network, 32 anni, in Italia per partecipare al matrimonio del numero uno di Spotify, Daniel Ek, ieri sul lago di Como, e oggi a Roma per un convegno all’università Luiss e un incontro con il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi, aveva dato il benvenuto al Pontefice, cinque mesi fa, quando il Papa aveva appena aperto un account su Instagram: «Benvenuto in Instagram, Papa Francesco!», scrisse su Facebook. «Non importa quale fede si pratica, possiamo essere tutti ispirati dall’umiltà e della compassione di Papa Francesco. Non vedo l’ora di seguire il papa – e vederlo continuare a condividere il suo messaggio di misericordia, uguaglianza e giustizia con il mondo».

Jorge Mario Bergoglio non è personalmente un utilizzatore forsennato di computer («Sono un disastro… che vergogna!», ha avuto a confidare, «Soy un tronco … Que verguenza!»). Il Papa non è presente su Facebook. Oltre a Instagram, tuttavia, i suoi nove account Twitter in altrettante lingue hanno recentemente superato i 30 milioni di follower. Il Papa ha anche utilizzato più volte la piattaforma digitale di Google, Hangouts, per chattare in diretta con studenti di tutto il mondo nel quadro del progetto educativo promosso dalla fondazione Scholas Occurrentes.

Il 15 gennaio Papa Francesco aveva ricevuto in udienza, in forma strettamente privata, Eric Schmidt, executive chairman ed ex ceo di Google, accompagnato da Jared Cohen, a capo di Google Ideas. Pochi giorni dopo, il 22 gennaio, Francesco aveva ricevuto in udienza Timothy (Tim) Cook, amministratore delegato di Apple. A novembre del 2014 il Papa aveva salutato, a margine di un’udienza generale, Melinda Gates, moglie dell’inventore di Microsoft Bill Gates e animatrice con lui della loro fondazione filantropica. Anche Zuckerberg è impegnato in attività educative e filantropiche.

Nella recente costituzione apostolica «Vultum Dei quaerere» (La ricerca del volto di Dio) sulla vita contemplativa femminile il Papa ha invitato le suore, in particolare le religiose di clausura, ad un «prudente discernimento» nell’uso del web: «Nella nostra società – ha scritto Francesco – la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione, ma vi esorto a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione».

L’idea che il Papa ha dei social network, più in generale, coniuga l’attento discernimento ad una concezione positiva: «Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane», ha scritto nell’ultimo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni, lo scorso 24 gennaio. «Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale. Prego che l’Anno Giubilare vissuto nella misericordia “ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione”. Anche in rete si costruisce una vera cittadinanza. L’accesso alle reti digitali comporta una responsabilità per l’altro, che non vediamo ma è reale, ha la sua dignità che va rispettata. La rete può essere ben utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione». Nel messaggio scritto per la stessa ricorrenza annuale nel 2014, il Papa aveva scritto: «Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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