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Perché sono felice di essere cattolico

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Claudio De Castro - pubblicato il 04/08/16

Sono felice di essere cattolico. Mi offre ogni giorno esperienze meravigliose. È un’opzione di vita. Sono cattolico innanzitutto perché è la fede che ho ereditato da mia madre. Mio padre, invece, era ebreo, come tutta la mia famiglia da parte sua. In genere scrivo che sono orgoglioso delle mie radici ebraiche, e dico come San Josémaria: “I miei tre grandi amori sono ebrei: Gesù, Maria e Giuseppe”.

Adoro sapere da dove vengo, e quando vedo sulle pareti della sinagoga delle targhe con i nomi dei miei antenati resto colpito. Mia zia Amelie ha fondato la prima scuola per ciechi di Panama. Ci sono grandi storie ancora da raccontare.

Come cattolico, tuttavia, ho un’opzione importante che altrimenti mi mancherebbe. E si trova nel tabernacolo. È a quello che rivolgo lo sguardo ogni volta che sono afflitto, quando ho un problema apparentemente insolubile o semplicemente non so cosa fare, cosa che mi accade spesso.

Gesù nascosto nel tabernacolo è stato mio amico fin dall’infanzia. Mi ha mostrato cosa significa essere un grande amico, e mi ha indicato dei piccoli pezzetti di cielo in questo mondo. Credo che sia stata Santa Teresa di Gesù a dire “Dov’è Dio, lì è il cielo”. E io so dove trovarlo in questo mondo.

Ricordo una volta in cui ho visitato un piccolo oratorio. Era bellissimo. Era stato costruito di recente e mi sono fermato davanti all’altare per ammirarlo. Si respirava un ambiente di pace soprannaturale. Senza che me ne rendessi conto, un sacerdote è entrato e mi si è avvicinato. Ho sentito il suo saluto cordiale, mi sono voltato e mi sono trovato di fronte un uomo che viveva la propria fede con una gioia sorprendente. Mi ha sorriso gentilmente e ha sussurrato: “Bello, vero? È l’anticamera del cielo”.

A volte mi soffermo all’ingresso di una chiesa e rifletto su ciò che c’è dentro. Ai lati i confessionali in cui le anime recuperano la propria purezza, davanti l’altare su cui si compie il santo sacrificio, in alto belle vetrate che ci ricordano la vita dei santi… Se vi soffermate per qualche minuto scoprirete cose sorprendenti che sicuramente non avevate notato.

Essere cattolico mi ricorda che devo vivere la mia fede con naturalezza e allegria. Devo aiutare i miei fratelli e portare Gesù agli altri, come un tabernacolo vivente.

Se ci pensi, ti renderai conto del fatto che tutti, tu ed io, siamo chiamati ad essere “templi di Dio”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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