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Diremo “Je suis pere Jacques Hamel” come abbiamo detto “Je Suis Charlie Hebdo”?

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©Twitter/Abbé Grosjean

Elizabeth Scalia - Aleteia - pubblicato il 27/07/16

La battaglia tra luce e tenebre giocata durante la Santa Messa

La battaglia tra la luce e le tenebre che si è giocata fin dai tempi del giardino dell’Eden diventa ora più visibile, raggiungendo anche l’altare.

Lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità per il codardo omicidio di un sacerdote di 86 anni che stava celebrando la Messa mattutina in una chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, in Normandia (Francia). Entrati dalla porta sul retro della chiesa, due uomini che hanno detto di fare parte del Daesh (ISIS) hanno attaccato i presenti.

Padre Jacques Hamel, nato nel 1930 a Darnétal e ordinato sacerdote nel 1958, era vicario della parrocchia di Saint-Étienne-du-Rouvray. Nel 2008 aveva celebrato i 50 anni di ordinazione sacerdotale. I due assalitori hanno preso in ostaggio anche due suore e due fedeli, mentre un’altra religiosa è riuscita a fuggire e ad avvertire le autorità.

Si dice che al sacerdote sia stata tagliata la gola e che uno dei fedeli, assalito nello stesso modo, versi in condizioni gravi.

L’“[ISIS] ci ha dichiarato guerra”, ha affermato il Presidente francese, François Hollande.

“Il papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite”, ha affermato padre Federico Lombardi, aggiungendo che l’attacco colpisce ancor di più “perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli”.

Il britannico The Sun riferisce che la chiesa figurava in una lista di luoghi di culto cattolici scoperta in mano a un uomo sospettato di appartenere all’ISIS nell’aprile 2015.

Scrivendo sull’edizione francese di Aleteia, Jean Duchesne, direttore esecutivo dell’Accademia Cattolica di Francia e fondatore dell’edizione francese della rivista Communio, ha scritto:

Ciò che è appena accaduto a Saint-Étienne-du-Rouvray può suscitare solo orrore e perfino rabbia nei confronti di un odio tanto codardo quanto crudele, e stupidamente suicida. Dopo tanti attentati terroristici in Francia ma anche in Germania, è ammissibile notare che in questo caso non si è colpito del tutto alla cieca. Finora i fanatici avevano attaccato delle idee che i nostri cittadini hanno di sé: l’insolenza iconoclasta di Charlie Hebdo, il culto pagano dello sport allo Stade de France e la spensieratezza del Bataclan e dei caffè dell’undicesimo arrondissement di Parigi, i fuochi d’artificio del 14 luglio a Nizza che festeggiavano una rivoluzione che ha promosso degli ideali… Oggi siamo davanti a qualcosa di diverso. L’obiettivo della condanna non era l’Occidente in generale né la sua prosperità compiacente ed egoista, [che] può sembrare un insulto ai poveri del mondo. È stato un attacco alle [radici della civiltà europea] – la nostra fonte di vita – [quella che nel corso della storia] in modo calmo ma irresistibile ci ricarica esplicitamente e più intensamente: la celebrazione della Messa. Dobbiamo quindi chiederci se i francesi (e altri) si identificheranno con queste vittime – un sacerdote anziano brutalmente assassinato e una manciata di religiose e fedeli. Oseremo dire “Sono padre Jacques Hamel” come è stato proclamato “Sono Charlie Hebdo?” […] I cristiani, dal canto loro, non possono che essere scioccati e offesi, come qualsiasi essere umano civile… ma anche scossi perché ora sono giustificati a pensare che le loro assemblee eucaristiche siano nel mirino di persone con impulsi omicidi e stimolate da una propaganda delirante. [I cristiani] si trovano ancora una volta – in un modo che nessuno poteva desiderare o aspettarsi – di fronte al mistero del male nella sua brutalità più nuda; l’enigma insopportabile per il quale l’Amore non viene amato, come ha rivelato quella Croce alla quale è stato inchiodato il Signore. Continueremo ad andare a Messa, indipendentemente dalle nostre paure, per ricevere l’Amore che vince l’odio e perché vogliamo amare quanti si considerano nostri nemici e quelli a cui non importa. Le porte delle nostre chiese resteranno aperte.

San Michele Arcangelo, patrono della Normandia, prega per noi.
Santa Teresa di Lisieux, tanto vicina alla chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, prega per noi.

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Elizabeth Scaliaè la responsabile dell’edizione inglese di Aleteia.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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