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Il peccato imperdonabile (da noi)

Arcivescovo Reggio Calabria contro femminicidio

© Corinne SIMON/CIRIC

don Fabrizio Centofanti - pubblicato il 27/07/16

Dio si presenta come ricco di misericordia e questo fin dal Primo Testamento: per esempio nella nota apparizione a Mosè (Esodo 34, 6-7). Gesù, venendo al mondo, conferma l’idea dell’esistenza di un Padre che ama e perdona, al di là di ogni ottimistica immaginazione. Lui stesso, il Figlio di Dio, si fa uccidere pur di salvarci e invoca il perdono del Padre per i suoi crocifissori. Tutto ciò è lungi dal buonismo che certa vulgata vorrebbe attribuire all’insegnamento di Gesù, il quale sollecita l’uomo a prendere coscienza di sé, a crescere nella totalità della persona, a spendere bene i suoi talenti. Chi cerca di vivere il Vangelo sa che le sue pagine non sono zuccherose, che il Rabbi di Nazaret non era un figlio dei fiori bizzarro ed estraneo alla realtà. Al contrario, non c’è nessuno al mondo più realistico di Lui, più attento alle dinamiche del corpo, della psiche e dello spirito, più sensibile al rapporto con la natura circostante.

Dio non è uno schema sovrapposto all’uomo, non si cala dall’esterno, come un programma elettronico dalle possibilità già tutte predisposte. Dio non si conosce nelle teorie, nei concetti, nei pensieri, ma solo come amore che ci viene incontro, e che in tal modo ci svela a noi stessi. Dio è Uno che dá, che si dá (per questo è anche Trino): ciò significa che la nostra non può essere che un’identità donata. Noi siamo perché siamo amati. Solo questo può spiegare perché ci sia un unico peccato imperdonabile da parte di un Dio che è misericordia. Se noi siamo il dono, rifiutare lo Spirito Santo – il dono per eccellenza – significa rifiutare noi stessi, la nostra identità, il senso della nostra vita. Il peccato contro lo Spirito Santo è il peccato contro noi stessi. Dio, che è amore, non ha inventato l’inferno; Lui abbraccia tutto. Siamo noi a inventarcelo, a renderlo presente rifiutando l’amore del Padre che ci fa rinascere ogni giorno.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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misericordia di Dioperdono
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