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Dalle rapine alla pedofilia: tutti i rischi della app Pokemon Go

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 15/07/16

Geolocalizzazione e realtà aumentata possono favorire malintenzionati e pedofili

A partire da venerdì 15 luglio anche in Italia è possibile scaricare Pokémon Go su Apple Store o il Play Store di Android.

Questa app per smartphone consente di giocare ai Pokémon attraverso la realtà aumentata. È un gioco che riprende alcuni dei princìpi dei giochi con i Pokémon che uscirono per Game Boy e poi per altri dispositivi negli anni: in Pokémon Go però ogni giocatore deve vagare per il mondo (quello vero) e cercare e catturare Pokémon, con l’obiettivo di farli diventare più forti così che possano sfidare altri Pokémon di altri giocatori (Il Post, 15 luglio).

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Pokémon Go è uscito il 6 luglio in alcuni paesi e se ne parla molto da alcuni giorni, soprattutto da quando è uscito negli Stati Uniti.

“NON USATELA MENTRE GUIDATE”

Se da un lato persino YouPorn si complimenta con la Nintendo perché la ricerca in rete di Pokemon Go ha superato quella del porno, gli effetti collaterali non mancano. Su Twitter l’account della app del momento ha dovuto raccomandare agli utenti di non giocare mentre si guida, dopo che un uomo si è schiantato contro un albero mentre in auto inseguiva un Pokemon. L’esercito israeliano si è ritrovato costretto a vietare la app ai suoi militari, temendo la fuga di informazioni sensibili (Gazzetta.it, 15 luglio).

LE RAPINE E I POKESTOP

Un nuovo invito a prestare attenzione rivolto ai giocatori di Pokémon Go è arrivato in queste ore dal dipartimento di polizia di O’Fallon, in Missouri, negli Usa dove un gruppetto di adolescenti è stato arrestato con l’accusa di aver compiuto una serie di rapine ai danni di giocatori di Pokémon Go, avventuratisi di notte in luoghi poco frequentati. Sarebbero tra le 10 e le 11 le rapine a mano armata compiute dalla baby gang composta da ragazzini di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Il gruppetto, secondo quanto riferiscono le autorità, si posizionava nei pressi di uno dei tanti PokéStop indicati dal gioco e attendeva l’arrivo dei giocatori alla ricerca di Pokémon (Gamesblog.it, 11 luglio).

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I quattro giovani malviventi sono stati assicurati momentaneamente alla giustizia – i tre maggiorenni sono stati condotti nel carcere della contea di St. Charles con una cauzione di 100 mila dollari a testa, mentre il 16enne si trova nel centro di correzione giovanile della stessa contea – ma la diffusione capillare di questa notizia rischia seriamente di creare un’ondata di emulazione che potrebbe far crescere il numero di atti criminali legati all’uso di Pokémon Go in luoghi isolati e in orari notturni.

RISCHIO PEDOFILIA

Ma c’è di più. Ieri il nostro Telefono Azzurro ha lanciato un allarme per i più piccoli. La realtà aumentata e la geolocalizzazione, che costituiscono i principi del gioco, rischiano di esporre i piccoli giocatori a non pochi pericoli, primo fra tutti l’adescamento da parte di adulti malintenzionati, con gli scopi più diversi, dalla rapina all’abuso sessuale. Uno strumento potenziale per pedofili, insomma. Questo perché l’applicazione coniuga le basi del videogioco con il mondo reale: per catturare i pokemon occorre spostarsi fisicamente nello spazio (Vita.it, 14 luglio).

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«Nel mondo virtuale, purtroppo, le differenze di età sono annullate. E questo rischia di essere una grossa fonte di pericoli per i minori, che si ritrovano soli e senza difese, esposti alle mire di malintenzionati», spiega Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Modena

LA BOCCIATURA DEL MONDO MUSULMANO

Pokemon Go è entrata anche nel mirino del mondo musulmano. Abbas Shouman, assistente dell’iman di Al Azhar, la massima autorità sunnita in Egitto, secondo cui il gioco, al pari dell’alcol, «influenza la mente in modo negativo e fa male al giocatore e a chi gli sta intorno, senza che ve ne sia consapevolezza» (La Stampa, 14 luglio)

APP ANTI-CRISTIANA E SATANISTA?

Infine su Pokemon Go sarebbe nata una ulteriore polemica di carattere religioso. Secondo quanto contenuto in una falsa intervista rilasciata dal creatore del gioco, Satoshi Tajiri, l’applicazione sarebbe nata per i satanisti e con l’intento di vendicarsi contro la formazione cristiana ricevuta dai propri genitori. Nelle finte dichiarazioni, attribuite come satira alla rivista Time, Tajiri si scaglia con forza contro la cristianità e riconosce nei Pokémon la sua vera religione, la risposta ai perché della vita (Wired.it, 14 luglio).

In realtà una simile intervista non è mai esistita, ma anzi è da sempre difficilissimo ottenere delle dichiarazioni dal creatore del gioco. Questa bufala, tra l’altro, pare essere il riadattamento di una vecchia storia sull’origine dei Pokémon e sul satanismo, attribuita allo stesso Tajiri già nel 2012.

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