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Film apostolico raccomandato: L’attimo fuggente

attimo fuggente

Catholic Link - pubblicato il 06/07/16

"Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre"

di Ignacio Romero

Quando si parla dei film del defunto Robin Williams, “L’attimo fuggente” è sempre uno dei primi della lista.Un vero classico, senza ombra di dubbio. La storia è semplice: John Keating (Robin Williams) è un professore di letteratura della prestigiosa accademia Welton. Attraverso la poesia ispira i suoi alunni a pensare con la propria testa e non con gli standard imposti dal mondo. I giovani sono portati a fare cose che non avrebbero mai pensato di poter fare.

Sebbene il film sia del 1989, a mio avviso ci sono degli elementi molto attuali che servono ad illustrare una realtà che continua ad esserci anche al giorno d’oggi.

1. Il prof. John Keating contro lo “pseudo-cristianesimo”

L’accademia Welton e i suoi professori – rigidi e legati alla tradizione – impersonano quello che potremmo chiamare “pseudo-cristianesimo”. Per loro la vita deve essere un costante sguardo verso il futuro, dimenticandosi del presente e proiettando tutte le nostre azioni verso il domani. “Ammazzati di studio e rinuncia ad una vita oggi, affinché domani tu possa diventare un professionista”.

Questo pseudo-cristianesimo sostiene che è necessario soffrire oggi per essere poi consolati in Cielo. Beh… non è questo ciò che siamo chiamati a vivere. Ed è il personaggio di Robin Williams a suggerire, nel film, la chiave per vivere come veri cristiani: «Carpe Diem», «cogli l’attimo». Il professor Keating, già dalla prima classe, spinge gli studenti a svegliarsi dalla condizione di “zombie” in cui li hanno resi la scuola e i professori. Anche noi a volte diventiamo così, e l’unico senso che diamo a tutta la nostra vita è che un domani andremo in cielo. Il paradiso va vissuto nel presente. La felicità sulla terra è possibile. Nel cielo sarà piena, ma oggi possiamo essere felici. San Paolo dice: “Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi”. Dio è con noi, qui ed ora. È possibile essere felici, in Lui. C. S. Lewis ha scritto nelle «Lettere di Berlicche»:

«Gli esseri umani vivono nel tempio, ma il nostro Nemico (Dio) li ha destinati all’eternità. Lui vuole dunque, credo, che mirino principalmente a due cose: all’eternità stessa e a quella parte di tempo che chiamano presente. Perché il presente è il punto in cui il tempo coincide con l’eternità».


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2. Il conformismo: la difficoltà di mantenere le proprie convinzioni di fronte agli altri

Nel film c’è una scena eccezionale che parla del conformismo. Keating prende la sua classe e dice a tre suoi alunni di camminare in fila indiana intorno al cortile. I tre iniziano a marciare, ognuno al proprio passo e alla propria velocità, ma all’improvviso i tre si trovano a camminare all’unisono.

Il ritmo della camminata dei tre spinge gli altri alunni ad applaudire a tempo di marcia. E proprio in quel momento il professore prende la parola: “Non li ho fatti marciare per deriderli, li ho fatti marciare per illustrare la questione del conformismo: la difficoltà di mantenere le proprie convinzioni di fronte agli altri. Alcuni di voi hanno l’aria di pensare: ‘Ah, io avrei marciato diversamente’, allora chiedetevi perché battevate le mani. Ci teniamo tutti ad essere accettati, ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri. Anche se agli altri sembrano strani e impopolari, anche se vi dicono: ‘Non è beeeh–llo!’ “.

Oggi è molto difficile mantenere le proprie convinzioni. Viviamo in una società che ci spinge ad accettare cose che non condividiamo, che non consideriamo corrette. Ed è allora che dobbiamo difendere la nostra posizione, anche se “strana e impopolare”. Essere cristiani significa, molto spesso, essere motivo di scandalo.  «Ad un certo punto due sentieri si aprivano sulla mia via, ho preso quello meno battuto e questo ha fatto la differenza», dice il professor Keating citando Robert Frost.

«E voi, giovani, siate i primi: Andate controcorrente e abbiate questa fierezza di andare proprio controcorrente. Avanti, siate coraggiosi e andate controcorrente! E siate fieri di farlo!» (Papa Francesco).


3. Succhiare il midollo della vita non vuol dire doversi strozzarsi con l’osso

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Dopo aver dato alcune lezioni di vita, Keating avverte i giovani che cogliere l’attimo non significa fare tutto ciò che ci pare. “Ci avete detto voi che dobbiamo succhiare il midollo della vita”, si lamenta un alunno. “Sì, ma questo non significa che dovete strozzarvi con l’osso”, risponde il professore. Nella vita bisogna sapere quando (e dove) fare ogni cosa. Tirar fuori il succo della vita vuol dire dare un senso alle proprie azioni, dare il meglio di sé ed essere autentici.

Ad un certo punto il personaggio di Williams dice: «Se la storia dell’umanità fosse una poesia, quale sarebbe il tuo verso?». Noi possiamo chiederci: cosa dirà di me la Storia? Qual è stato il mio contributo alla storia dell’umanità? «Ma io dal mio posto non posso fare nulla, non sono nessuno», potresti ribattere. Ma è il professor Keating a rispondere al posto mio: «Le parole e le idee possono cambiare il mondo». Forse non proprio tutto il mondo, ma sicuramente il mondo di chi ti circonda o il tuo stesso mondo. Ognuno ha il proprio modo di contribuire alla grande poesia dell’umanità, non mi sembra giusto tenerselo per sé. «Posso però pensare a me stesso?», chiede uno degli alunni del Welton al suo compagno. «No!» Gli risponde l’amico. Non siamo fatti solo per noi stessi. Siamo fatti anche per gli altri.

Ma non dobbiamo dimenticarci che, mentre lottiamo per questi sogni e per questi ideali, può subentrare la frustrazione. Voglio dire che le cose non sempre vanno come vorremmo o come le abbiamo sognate. Dobbiamo essere pronti al fallimento. Attenzione! Questo fallimento non vuol dire che tutto è perduto e che non c’è speranza, c’è sempre una soluzione. Questa è stata la lezione che Neil, uno dei personaggi del film, non è riuscito a imparare. Come ha detto bene il professore: «C’è un tempo per il coraggio e un tempo per la cautela, e il vero uomo sa come distinguerli».

[Traduzione dallo spagnolo di Valerio Evangelista]

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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