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Una risposta contemplativa cristiana a Orlando

US-ATTACKS-GAY

Andrew CABALLERO-REYNOLDS / AFP

A church is reflected in a poster of one of the victims of the Orlando mass shooting are seen on the side of the Human Rights Campaign building in Washington, DC on June 17, 2016. / AFP PHOTO / Andrew CABALLERO-REYNOLDS

Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 22/06/16

Cosa deve fare un cristiano di fronte alla violenza e all'estremismo crescenti?

Il sangue si era a malapena asciugato sul pavimento del nightclub Pulse di Orlando quando la mia pagina Facebook è stata inondata di post che davano la colpa a qualcuno o a qualcosa. A seconda di chi si interpella, sembra che la fonte di tutti i nostri mali siano le armi, i musulmani, l’omofobia, la malattia mentale o il diritto cristiano. In base all’ideologia che motiva ciascuno, se uno di questi fattori venisse eliminato il mondo tornerebbe ad essere sicuro.

La tragedia di Orlando, e il nostro mondo, è tuttavia ben più complicata di quanto si legge su Facebook.

Lo stesso attentatore dimostra la complessità della situazione. Omar Mateen era un musulmano violento con le donne, sposato ma attratto dagli uomini e che frequentava il club gay nel quale è tornato per aprire il fuoco. Non particolarmente religioso quando ha sposato la prima moglie, Mateen si è radicalizzato abbastanza da assicurare la sua lealtà all’ISIS prima dell’attentato. Prego per la persona il cui lavoro è capire le motivazioni di quest’uomo disturbato per uccidere brutalmente 49 persone.

Cosa dovrebbe fare un cristiano di fronte all’estremismo e alla violenza in aumento?

Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto
Matteo 6, 6

In un clima di paura e rabbia, mi tiro indietro, vado nella mia stanza interiore e chiudo la porta. Porto le sofferenze e le lacrime dell’umanità a Dio e gli chiedo di effondere la sua misericordia e la sua grazia sul nostro mondo sofferente. Prego per il riposo delle anime delle vittime di Orlando e per chiunque muoia all’improvviso al mondo, senza il tempo per preparare la propria anima all’incontro con Dio. Prego per l’ISIS e per la conversione di chiunque simpatizzi con l’islam radicale. Prego per chi è vulnerabile alla violenza, incluse le persone della comunità LGBT particolarmente colpite da questo episodio. Prego anche per altre persone vulnerabili alla violenza, come i rifugiati, i bambini non nati e i cristiani perseguitati. Prego per la fine della violenza provocata dalle armi e delle uccisioni di massa. Prego per ogni cristiano che comunica i comandamenti amorevoli di Dio in modo pieno di odio. Prego per le persone malate a livello mentale, perché trovino l’aiuto e la comprensione di cui hanno bisogno. Prego per chiunque utilizzi i media per promuovere la violenza, incluso qualsiasi tipo di divisione e di animosità nei confronti di coloro che percepiamo come nostri avversari a livello ideologico.

E prego per me stessa.

Mentre il peccato e la violenza si riversano sulle pagine della storia moderna, riconosco il seme di questa violenza in me. La concupiscenza peccaminosa dell’umanità si unisce al diavolo ogni giorno per lottare per strappare le nostre anime a Dio. Nessuno di noi è immune al peccato. O alla violenza. Inizia col pettegolezzo, con la divisione, con la mentalità ristretta, l’ostracizzazione e la critica costante degli altri. Il terrorismo, la quercia torreggiante della violenza e del peccato su ampia scala, inizia con lo stesso seme presente in ciascuna delle nostre anime.

Lo lasceremo crescere?

Permetteremo alla violenza perpetrata da un uomo peccatore di devastare anche la nostra anima? Permetteremo alla violenza di un terrorista di suscitare la violenza nel nostro cuore? Risponderemo alla violenza con i semi meschini della stessa violenza? Continueremo a piantare i semi della rabbia, della cattiveria, della mancanza di perdono?

O imploreremo Dio di effondere la sua luce sulle ombre della nostra anima e di aiutarci a portare la luce nel nostro mondo oscuro?

Questa tragedia ci spingerà a diventare più simili a Omar Mateen o più simili a Cristo?

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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