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Una lezione dal re Acab: come non agire quando le cose non vanno come vorremmo

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Renata Sedmakova/Shutterstock

Padre Dan Daly, S.J. - pubblicato il 13/06/16

Abbandonare i propri progetti non è semplice

Il re Acab irruppe nel palazzo. Gettò il mantello al suolo, mandò via la serva e informò con rabbia il servo che non era minimamente interessato alla cena. Salì nella sua camera da letto, sì versò una generosa dose da bere e poi si affacciò alla finestra per guardare il piccolo e misero vigneto che il contadino aveva rifiutato di dargli. “Puoi far crescere la tua stupida uva da qualche altra parte!”, gridò anche se non c’era nessuno a sentirlo. Nabot, l’oggetto della sua ira, se n’era andato da tempo.

Sarebbe stato un bellissimo giardinetto, si disse Acab. Avrebbe detto ai giardinieri di eliminare tutte le viti e di piantare file di cetrioli, porri e ravanelli lungo il sentiero. Ai margini del giardino ci sarebbero stati ulivi e alberi di fichi. Il progetto aveva senso, ma quel contadino ostinato sembrava non capirlo. Quel testone avrebbe potuto avere una vigna molto più bella nella vallata. “Tieniti il tuo miserabile pezzo di fango!”, gridò Acab, gettando il bicchiere verso la proprietà in questione. “Tanto non lo voglio!” Poi andò a letto e si seppellì sotto le coperte.

Qualche minuto dopo la regina Jezabel entrò nella stanza e si mise ai piedi del letto. Acab tirò fuori la testa vedendo sua moglie guardarlo con un’espressione esasperata e un copricapo stravagante sulla testa. “Qual è il tuo problema?”, gli chiese.

Acab sapeva che se avesse detto qualcosa sul contadino avrebbe messo in moto un processo impossibile da frenare. Jezabel era una donna spietata che si vendicava dei suoi nemici, e chiunque minacciasse la monarchia o il ruolo che vi ricopriva era sicuramente suo nemico. Il profeta Elia aveva imparato la lezione. “Il contadino vicino si è rifiutato di vendermi la sua vigna”, disse Acab. Jezabel gliel’avrebbe strappata.

Una lezione ovvia che si può trarre da questo episodio è che si può facilmente abusare del potere. Il re Acab aveva un’autorità quasi indiscutibile in Israele. Voleva una piccola proprietà ed era in grado di prendersela facendo uccidere uno dei suoi leali sudditi. Le persone potenti possono abituarsi a ottenere ciò che vogliono e possono diventare cieche nei confronti delle necessità, della volontà e dei diritti altrui. Possono fare grandi danni con il potere che hanno.

Molti hanno potere – senatori, insegnanti, supervisori di costruzioni, tanto per nominarne solo alcuni. Gesù ci dice che chi ha potere e autorità non dovrebbe servire i propri interessi, ma le necessità altrui. Il potere può essere usato per fare un gran bene, ma dev’essere esercitato in modo attento e ponderato. Chi ha il potere dovrebbe cercare saggi consigli prima di prendere decisioni importanti, e prendere in seria considerazione le opinioni contrarie alle proprie.

La storia di Acab mostra anche come non agire quando le cose non vanno come vorremmo. È superfluo dire che la collera del re è stata una risposta inappropriata. Purtroppo una reazione di questo tipo non ci è del tutto estranea. Tutti abbiamo visto persone adulte (magari proprio noi!) reagire allo stesso modo di fronte a delusioni simili.

Quando pensiamo di aver avuto una grande idea, vogliamo che gli altri siano d’accordo con il nostro progetto, ma non sempre va così. A volte gli amici, i familiari o i colleghi hanno progetti diversi o desideri che confliggono con i nostri. Questi scontri fanno parte del dare e avere della vita condivisa con altre persone.

In queste situazioni, scegliamo di non seguire l’esempio del re Acab. Compiamo ogni sforzo per evitare di prendercela, lamentarci o ledere i nostri oppositori. Apprezziamo invece le idee e i desideri altrui, impegniamoci quando è il caso e se serve abbandoniamo i nostri progetti. Anche se non otteniamo sempre ciò che desideriamo, capiamo che Dio ci ha già benedetti con molto più di quello che meritiamo.

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Padre Dan Daly, S.J., è un gesuita della Provincia Centrale e Meridionale degli Stati Uniti. Già docente di Contabilità ed Economia presso il Boston College e la Regis University, ora è tesoriere provinciale.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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