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Una casa di speranza in Madagascar

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 03/06/16

Partito coi salesiani un italiano ha deciso di proseguire l'impegno creando una casa famiglia per i bimbi malgasci abbandonati

La “Maison Bartolomeo Garelli” è una Casa Famiglia che nasce nell’ottobre 2009 a Ivato, in Madagascar, per accogliere ragazzi che vivono in strada grazie alla collaborazione di Roberto Occhiuzzi, e di un assistente sociale malgascio, Ando che Roberto aveva conosciuto in una precedente esperienza missionaria con i Salesiani.

LA PRECARIETA’ DEI BIMBI IN MADAGASCAR

L’idea è venuta ai due amici quando, passeggiando di sera nel mercato del paese, vicino ad Antanarivo, hanno notato i tanti bambini abbandonati che, con pochi stracci addosso, stavano per terra, sporchi ed affamati arrangiandosi con gli scarti del mercato, dormendo sotto i banchi, nei vicoli al freddo, al buio e alla mercé di chiunque.

E’ così che Roberto decide di offrire ad Ando i soldi per prendere una una casa in affitto e  l’assistente sociale, dopo averne individuata una adatta, è andato di sera a parlare con i bambini che stavano nel mercato per conoscerli e proporre loro l’opportunità della Casa: un primo ricovero dove poter almeno dormire al caldo e all’asciutto. Hanno risposto subito in 4 e nei due giorni successivi se ne sono aggiunti altri 4, che erano stati iniziamente un po’ più diffidenti.

L’età dei ragazzi era tra i 13 e i 16 anni e tutti avevano sofferto di difficili situazioni familiari, erano malvestiti e malnutriti  e uno di loro, Mbola, all’età di 15 anni, pesava appena 25 chili!

UN PROGETTO CHE CRESCE

Con il passare dei giorni e dei mesi è stato possibile offrire loro i tre pasti giornalieri ed anche l’opportunità di andare a  scuola.

Oggi i ragazzi sono 21, vivono tutti insieme all’assistente sociale, che nel frattempo si è sposato, all’interno di una serena realtà familiare; ognuno di loro è protagonista di un proprio progetto educativo e fanno sogni per il proprio futuro.

Nei primi due anni di attività lo stato fisico, psicologico, educativo e spirituale dei ragazzi è notevolmente migliorato. E’ stato possibile farli visitare da medici ed, in alcuni casi, da specialisti e l’impegno della associazione “Il mio pezzetto di Sole” continua ancora in questa direzione. I ragazzi sono allegri, collaborativi, responsabili, vivono questa esperienza considerandola un’opportunità preziosa per la propria vita.

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