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Non rendere troppo mondano il giorno del tuo matrimonio

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Salvador Aragonés - pubblicato il 22/04/16

Molti fidanzati pensano più alla festa di nozze che all'impegno che contraggono per tutta la vita

Una buona preparazione al matrimonio, al sacramento del matrimonio, è fondamentale perché le coppie siano ben consapevoli di ciò che celebreranno. In questa preparazione bisogna insegnare ai fidanzati in primo luogo “i segnali di pericolo che potrà avere la relazione, per trovare prima di sposarsi i mezzi che permettano di affrontarli con successo. Purtroppo molti arrivano alle nozze senza conoscersi. Si sono solo divertiti insieme, hanno fatto esperienze insieme, ma non hanno affrontato la sfida di mostrare sé stessi e di imparare chi è realmente l’altro” (esortazione apostolica Amoris Laetitia, n. 210).

L’esortazione apostolica La gioia dell’amore (Amoris Laetitia) dedica una sezione ai fidanzati nel contesto della pastorale familiare e avverte che i fidanzati spesso danno troppa importanza alla festa di nozze, trascurando la celebrazione di un sacramento che li unirà per tutta la vita.

Come hanno fatto anche varie conferenze episcopali, papa Francesco avverte che quando i fidanzati decidono di contrarre il sacramento del matrimonio, che è un “sacramento grande” (sacramentum magnum), spesso la preoccupazione non è per la cerimonia ma per il banchetto, per il luogo in cui il matrimonio verrà celebrato, gli invitati, i tavoli, la musica, i fiori, gli ornamenti…

Bisogna invece aiutare i fidanzati a vedere se ci sono “incompatibilità e rischi, perché l’abbaglio iniziale può impedire di far luce su molte cose, che potrebbero far capire che “non è ragionevole puntare su quella relazione, per non esporsi ad un fallimento prevedibile che avrà conseguenze molto dolorose” (AL, 209).

È giusto che la sposa si preoccupi del vestito, perché è il suo grande giorno, ma non è l’aspetto più importante. Lo stesso vale per il viaggio di nozze. Bisogna fare tutto con tranquillità, senza perdere di vista ciò che conta davvero, prepararsi bene per celebrare il sacramento.

Quello che importa è l’amore che vi unisce, fortificato e santificato dalla grazia. Voi siete capaci di scegliere un festeggiamento sobrio e semplice, per mettere l’amore al di sopra di tutto” (AL, 213).

A volte, “i fidanzati arrivano sfiancati e sfiniti al matrimonio, invece di dedicare le migliori energie a prepararsi come coppia per il gran passo che faranno insieme” (AL, 210).

In realtà, segnala papa Francesco, alcune unioni di fattonon arrivano mai al matrimonio perché pensano a festeggiamenti troppo costosi, invece di dare priorità all’amore reciproco e alla sua formalizzazione davanti agli altri” (AL 212).

Troppo concentrati sul giorno delle nozze, i futuri sposi si dimenticano che stanno preparandosi per un impegno che dura tutta la vita” (AL 215). “Bisogna aiutare a comprendere che il sacramento non è solo un momento che poi entra a far parte del passato e dei ricordi, perché esercita la sua influenza su tutta la vita matrimoniale, in modo permanente”.

I fidanzati devono conoscereil significato procreativo della sessualità, il linguaggio del corpo e i gesti d’amore vissuti nella storia di una coppia di coniugi, e devono conoscere il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Non sarebbe bene, dice il papa, che i fidanzati arrivassero al matrimonio “senza aver pregato insieme, l’uno per l’altro, chiedendo aiuto a Dio per essere fedeli e generosi, domandando insieme a Dio che cosa Lui si aspetta da loro, e anche consacrando il loro amore davanti a un’immagine di Maria” (AL 216).

Probabilmente quelli che arrivano meglio preparati a sposarsi sono coloro che hanno imparato dai propri genitori che cos’è un matrimonio cristiano, in cui entrambi si sono scelti senza condizioni e continuano a rinnovare quella decisione”, sottolinea l’esortazione apostolica (AL, 208).

E non bisogna preparare e accompagnare solo i fidanzati, perché è molto importante anche l’accompagnamento ecclesiale delle coppie già formate, nei primi anni di matrimonio, quelli più delicati. Il grido “Viva gli sposi!” all’uscita della Chiesa va accolto come un grido di speranza nel futuro e di permanenza nell’amore su cui si deve lavorare giorno per giorno.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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