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I rifugiati sono “la carne di Cristo”. Nuovo appello di Papa Francesco

Marinella Bandini - Aleteia - pubblicato il 19/04/16

Un video-messaggio per i 35 anni del Centro Astalli. Che oggi presenta il Rapporto sui numeri dell'accoglienza del 2015

Quasi un mea culpa. “Carissimi rifugiati… Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede”. Così Papa Francesco, in un video-messaggio per i 35 anni del Centro Astalli, il Servizio internazionale dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) in Italia. Nel giorno della presentazione del “Rapporto 2015”, che mostra i numeri dell’accoglienza a opera del JRS, con ancora negli occhi le immagini dei profughi sull’isola di Lesbo, Papa Francesco ribadisce che ognuno di loro è una persona, anzi, “è carne di Cristo”. “Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono” e “un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”. Da qui il ringraziamento e l’incoraggiamento ai volontari e operatori del Centro Astalli: “Siate sempre testimoni della bellezza dell’incontro. Aiutate la nostra società ad ascoltare la voce dei rifugiati. Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.

Nel 2015 il numero di rifugiati approdati in Italia è stato consistente (153.842 al 31 dicembre 2015), soprattutto dall’Africa e in misura minore dal Medio Oriente. Le richieste di protezione presentate in Italia sono state 83.970, circa 20mila in più rispetto al 2014. In questo contesto, il Centro Astalli offre sostegno materiale e assistenza legale, ma denuncia anche le violazioni al diritto d’asilo, in particolare la mancanza di un piano di integrazione organico dal punto di vista della salute, dell’istruzione, dell’abitazione, dell’inserimento lavorativo e sociale. “Gli ostacoli più incomprensibili e inattesi che i rifugiati incontrano in Italia sono probabilmente quelli burocratici”. Nel 2015 sono cambiati i criteri per il rilascio del permesso di soggiorno, che sono diventati molto più onerosi, “con non poche ripercussioni sulla quotidianità di molte persone” e una aumentata “sensazione di esclusione e di incomprensione”. Nel 2015 il Centro Astalli, grazie al contributo dell’Elemosineria Vaticana, ha erogato 25mila euro in contributi per il pagamento delle tasse per il permesso di soggiorno e titolo di viaggio per 287 rifugiati riconosciuti.

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Altro paradosso riguarda l’esenzione dal ticket sanitario, ristretta ai soli disoccupati. Gli inoccupati (ovvero coloro che non hanno mai svolto un’attività lavorativa nel nostro Paese, come la maggior parte dei rifugiati) devono pagare esami diagnostici, visite specialistiche e farmaci prima gratuiti, “rendendo problematico l’accesso alle cure per molti migranti forzati e scoraggiando di fatto qualunque percorso di prevenzione”. Il Centro Astalli si fa carico anche di persone con particolari fragilità – vittime di tortura, violenza intenzionale o abusi sessuali – attraverso l’azione coordinata del servizio medico e dello sportello legale sono state complessivamente 620. “Spesso il disagio di queste persone fatica a emergere nelle prime fasi dell’arrivo, esplode più tardi e la risposta delle strutture preposte resta insufficiente”, così che “sono paradossalmente i più vulnerabili che rischiano di rimanere tagliati fuori dall’assistenza e di non trovare risposte adeguate alla complessità dei loro bisogni”.

Mai come nel 2015 si è parlato di rifugiati e di profughi. “La risposta della società civile – si legge nel Rapporto del JRS – è spesso generosa e pronta a raccogliere le sfide dell’incontro con flessibilità e concretezza”. Secondo il Rapporto, a Roma 14 congregazioni religiose hanno deciso di aprirsi all’accoglienza dei rifugiati e altri nove istituti si stanno preparando a farlo. Sono state così accolte 68 persone, sia singoli che nuclei familiari, da 19 Paesi. Per diffondere questo modello di accoglienza, il Centro Astalli propone anche attività di formazione e comunicazione, che nel 2015 hanno coinvolto quasi 24mila studenti in 13 città. E sempre più numerose sono le persone che scelgono di dedicare tempo ed energie: il Centro Astalli ha impiegato 554 volontari in otto città e 17 giovani del Servizio Civile. “Un’accoglienza sempre più progettuale, nuovi percorsi di integrazione, la costruzione di una società realmente inclusiva sono le sfide di oggi e di domani. L’unica via praticabile è farci forti della ricchezza delle differenze, in un dialogo convinto e sincero con tutti, superando le barriere del pregiudizio e della reciproca diffidenza”.

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