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Zootropolis, dove si insegna che l’umiltà rende forti

CattoNerd - pubblicato il 29/02/16

Il nuovo lungometraggio della Disney racconta una storia per grandi e per piccini e insegna qualcosa ad entrambi...

Ciao a tutti! Come mio solito, eccomi qui a recensire l’ultimo film firmato Disney (da qualche anno non più “WALT Disney” ma solo “Disney”, chissà come mai) uscito sul grande schermo. Anche questa volta, come con “Inside Out“, sono rimasta meravigliata dalla perfezione dei dettagli, dalla grafica spettacolare, dalle idee geniali degli autori, da come riescono ogni volta a creare un film che sia tanto rivolto ai bambini quanto agli adulti, con un messaggio di fondo sempre attuale e considerevole.

SEGUE SPOILER!!

(Un pò di) Trama del film

Zootropolis, lasciare casa

Judy lascia la propria famiglia per realizzare un sogno

Judy Hopps è una coniglietta intraprendente dallo spirito combattivo, sempre pronta a lottare per difendere la giustizia. Sebbene sia una sempliciotta contadinella nata in campagna, nel suo cuore non coltiva le carote, bensì il sogno di diventare una temeraria agente della polizia di Zootropolis, l’immensa e caotica metropoli abitata dalle più svariate specie di animali che convivono insieme miracolosamente senza sbranarsi a vicenda. Questa vita pacifica è stata resa possibile grazie al fatto che i predatori hanno fatto voto di non comportarsi più come bestie, bensì come creature dotate di razionalità e compassione verso gli animali più piccoli e indifesi.
Incredibilmente, dopo un duro allenamento e tanta determinazione, Judy riesce nel suo intento e diventa il primo coniglio (femmina, per di più) poliziotto di Zootropolis. I suoi colleghi tuttavia non sono certo animali di piccola taglia, e non mancano di prenderla in giro per la sua “assurda” scelta di vita. Come se non bastasse, il capo della polizia (un grosso bufalo cocciuto) affida alla coniglietta di campagna l’incarico più umiliante in assoluto: fare l’ausiliare del traffico.

I prodigi dell’umiltà

Zootropolis, locandinaGiungiamo quindi al momento più degradante della carriera della nostra amica, dove Judy vede i suoi sogni di gloria volare via pian piano mentre gira per le vie della città disseminando multe alle macchine in contravvenzione, con il cuore infranto, con la rabbia di chi ce l’ha messa tutta e non è stato premiato; lei, la paladina dell’onestà, costretta a subire questa ingiustizia assurda dettata solo dal fatto che era nata coniglio e quindi a causa della sua natura non sarebbe stata ritenuta degna di diventare un vero agente di polizia. Judy si vergognava di sé stessa, aveva toccato il fondo. Ma è proprio in questi momenti di maggiore sconforto che Dio ci dona le opportunità più importanti, è umiliandosi che si risorge: “servire è regnare”, “Gli ultimi saranno i primi”. Infatti Judy durante il suo lavoro avvilente incontra Nick, un volpone truffaldino (perché le volpi sono tutte truffaldine e astute) e quasi senza volerlo scopre la sua attività di “contrabbando” di ghiaccioli. Sarà proprio lui il personaggio chiave che la aiuterà a salvare l’intera città da un malefico piano criminale che nemmeno il capo della polizia era riuscito a risolvere. Se Judy fosse stata assegnata subito a una temeraria squadra d’azione, non avrebbe mai conosciuto Nick e (forse) non avrebbe mai risolto un bel niente. Da questo impariamo quanto sia importante “scendere dal piedistalloper rendersi conto di quante cose si possono imparare, conoscere e apprezzare anche svolgendo i lavori più umili.

Pregiudizi? No, grazie!

Zootropolis, foto di gruppo

Un mondo senza pregiudizi… non a caso il titolo originale “Zootopia” richiama la mitica e irrealizzata Utopia di Tommaso Moro

La morale del film è talmente evidente che si può quasi toccare con mano. Questa storia insegna che sì, siamo tutti diversi. Sì, esistono prede e predatori. Ma ciò che siamo dentro lo determiniamo noi. Il sindaco di Zootropolis, un leone, ha istituito come motto della città “a Zootropolis chiunque può essere ciò che vuole”, ergo tutti hanno gli stessi diritti e teoricamente chiunque potrebbe diventare un poliziotto, anche se appartiene alla razza dei conigli paffutelli o delle volpi imbroglione. Così come una pecorella innocente può diventare una spietata criminale. Questo film vuole dire basta al razzismo, in poche parole.
Il problema del razzismo in America è ovviamente più sentito che da noi, perché in Italia non viviamo in un melting pot multietnico così evidente come può essere quello degli USA… ma un messaggio di pace e fratellanza così intenso non mi sembra di averlo mai incontrato in un film d’animazione, e lo consiglio vivamente a tutti anche perché la trama è avvincentissima e piena di colpi di scena, nonché piuttosto divertente.

Confidenza e perdono, simboli dell’amicizia

I momenti più toccanti del film sono principalmente due: il primo è quando Nick si confida con Judy e le racconta di come, da bambino, la sua vita è cambiata a causa dei pregiudizi dei suoi coetanei. Nessuno nasce cattivo: c’è sempre qualcosa che lo induce a diventarlo.
“Non rivelare mai il tuo lato debole”, è il consiglio che la volpe suggerisce alla sua amica in un momento di confidenza estrema.

Il secondo momento è quando Judy invoca il perdono di Nick dopo averlo offeso; lo va a cercare e gli chiede il suo aiuto. Si mette a piangere ammettendo ogni sua colpa, distruggendo quindi la sua forte immagine di agente di polizia integerrimo per lasciar fuoriuscire il suo animo di coniglietta sensibile e dolce (il termine giusto è kawaii, per chi ama il giapponese). Judy rivela così il suo lato debole, disubbidendo al “consiglio” dell’amico, per ottenere la sua comprensione. Così dovremmo fare anche noi di fronte a Dio: ammettere le nostre colpe fino a piangere per questo, per avere il suo perdono… il perdono di un Amico vero che farebbe di tutto per noi.
Confidenza e perdono diventano così la chiave per costruire un’amicizia indissolubile, sincera e forte, capace di vincere il male. Con l’aiuto di Dio anche un legame inconcepibile come quello tra una volpe e un coniglio può funzionare.

Un ulteriore insegnamento di questo film è l’importanza di registrare l’audio di tutto quello che le persone vi dicono, ma questa è un’altra storia.

Vi saluto con il video di Shakira: Try Everything (colonna sonora del film) e con la traduzione del testo della canzone, che è molto bello. Buona visione!

QUI L’ORIGINALE

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