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Il Macintosh è cattolico e il Dos protestante: parola di Umberto Eco

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© PADU FOTO / © BEST PIXELS / SHUTTERSTOCK

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 25/02/16

Il prodotto di Steve Jobs, affermava, è “cattolico controriformista, e risente della ‘ratio studiorum’” dei gesuiti

Correva l’anno 1994, e il professor Umberto Eco, curatore della rubrica settimanale “Le bustine di Minerva“, pubblicava un’arguta riflessione sui modelli informatici che si stavano imponendo nel mondo: Macintosh da una parte e Dos/Windows dall’altra.

DUE MODELLI OPPOSTI

Ad ognuno dei modelli Eco faceva corrispondere una religione. Ovvero, ad ogni logica che è alla base dei rispettivi sistemi operativi, l’intellettuale offriva un parallelismo di tipo religioso. Nessun riferimento agli utenti che li adoperano, ma esclusivamente al funzionamento della macchina. Da una parte, Macintosh con le sue icone di forte impatto visivo, dall’altra, Dos con una serie di comandi da digitare per svolgere differenti operazioni.

CATTOLICO VS PROTESTANTE

«È mia profonda persuasione che il Macintosh sia cattolico e il Dos protestante – sentenzia Eco – anzi, il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti. Perché «è festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il momento della stampa finale del documento».

MAC: DIRITTO ALLA SALVEZZA PER TUTTI

Secondo l’intellettuale il sistema operativo della Apple è «catechistico, l’essenza della rivelazione è risolta in formule comprensibili e in icone sontuose. Tutti hanno diritto alla salvezza» (www.macitynet.it, 22 febbraio).

DOS: CALVINISMO ED ERMENETUTICA

Il Dos è invece «protestante, addirittura calvinista». Perché «prevede una libera interpretazione delle scritture, chiede decisioni personali e sofferte, impone una ermeneutica sottile, dà per scontato che la salvezza non è alla portata di tutti». Per far funzionare il sistema «si richiedono atti personali di interpretazione del programma: lontano dalla comunità barocca dei festanti, l’utente è chiuso nella solitudine del proprio rovello interiore».

LO “SCISMA ANGLICANO” DI WINDOWS

Si obietterà, conclude Eco, che, col passaggio a Windows, «l’universo Dos si è avvicinato alla tolleranza controriformistica del Macintosh. È vero: Windows rappresenta uno scisma di tipo anglicano, grandi cerimonie nella cattedrale, ma possibilità di subitanei ritorni al Dos per modificare un sacco di cose in base a bizzarre decisioni».

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