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Eugenio Scalfari: “Ho cercato Dio fin da giovane. Con Calvino lo abbiamo chiamato Filippo”

Tv2000 - pubblicato il 15/02/16

“Io ho 92 anni. La mia vita di pensiero è iniziata molto presto, sono stato un po’ precoce. E’ cominciata in adolescenza, quando avevo 14 anni incontrai un gruppo di amici, una ventina, e nessuno era il primo della classe e c’era tra questi anche Calvino. Avevamo molta curiosità e ci passavamo i libri l’uno con l’altro. Come disse una volta Italo noi conoscemmo tutti insieme Atena, dea dell’intelligenza e della polis. Allora noi dicemmo un giorno: prima o poi noi dovremo cercare Dio”. Così Eugenio Scalfari, a Soul, il programma-intervista di Tv2000, condotto da Monica Mondo, ha parlato del suo rapporto con Dio.

“Io dissi – ha aggiunto Scalfari – noi dobbiamo cercare Dio, sì, ma questo comporta un viaggio. Dove lo si cerca, e come lo si cerca? Italo disse: noi abbiamo già incontrato Atena, e dobbiamo seguire la strada di Ulisse, quello è il modo di cercare Dio. Ma se cerchiamo Dio, ci prendono per matti, rifletté uno. Gli dobbiamo dare un nome. Allora un altro disse: chiamiamolo Filippo. E lì cominciò la ricerca di Filippo”.

Il fondatore del quotidiano ‘La Repubblica’ ha ripercorso diverse episodi della propria vita, dalla giovinezza fascista alle letture di Nietzsche fino al premio di catechismo all’età di 12 anni. Un lungo racconto in cui è emerso anche il legame con Papa Francesco: “Io ho detto a Sua Santità che a me piace molto la predicazione di Gesù di Nazareth, che è un uomo: anche voi dite figlio di Dio e figlio dell’Uomo, con le passioni e le tentazioni. Se no, non si capisce perché dopo il battesimo di Giovanni lui va nel deserto e viene tentato dal demonio, perché lui è un uomo.

Per me è solo un uomo, il che però è ancora più meritevole, perché se un solo uomo sa di essere Dio, ha una contraddizione interna. Io sono molto colpito, molto innamorato, come ho detto al Papa, di tre, quattro, stupendi romanzi. Perché i ‘Vangeli, Santità, chiedo scusa a lei ma, sono dei romanzi’, gli ho detto”. E Francesco, ha proseguito Scalfari, “mi ha risposto: ‘quando uno ha la fede, ha la fede. E chi ha fede viene toccato dalla grazia’. La grazia però tocca tutti, perché se tocca solo alcuni allora vuol dire che Dio sa già che quello lì che non ce l’ha si perderà. Il papa dice insomma: la grazia ce l’hanno tutte le anime”. A quel punto, ha aggiunto Scalfari, “Francesco aggiunse: ‘la sua anima è stata toccata dalla grazia’. Risposi: ‘Santità, io non credo all’anima’. Lui mi disse: ‘lei non ci crede, ma ce l’ha’”.

Scalfari ha infine spiegato il suo rapporto con la morte: “Paura non ce l’ho. Su questo punto la penso in modo identico a Papa Francesco che dice: io attendo la morte con tranquillità, perché ovviamente poi sarà Dio che dispone. L’unica cosa che prego è di non soffrire durante la morte”.

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