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Ti dispiace essere single? Ti spieghiamo perché non dovresti

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Oleada Joven - pubblicato il 18/01/16

La condizione di single è per voi un momento di sofferenza e di tensione e vi state chiedendo come poter vivere al meglio questa realtà?

Vi invitiamo a leggere alcuni estratti di un’intervista che padre Daniel Nardini, parroco, consulente della Caritas e cappellano carcerario, ha condiviso con il pubblico di Radio Maria attraverso il programma En camino.

“Mi sembra che la condizione di single, se la presentiamo a livello drammatico, possa essere causa di sconfitta, di frustrazione. Guardando la cosa dalla prospettiva della fede, però, può anche essere l’apertura spirituale a una pienezza molto più profonda.

In una delle sue lettere, citando il Levitico, Pietro dice: ‘Siate santi, perché io sono santo’. Questa è la prima e fondamentale – e quasi unica – chiamata che abbiamo noi uomini: quella ad essere santi, chiamati all’Amore. La santità è la pienezza dell’amore. Perché? Perché è la pienezza di Dio nel cuore, perché il nostro cuore è stato conquistato da Dio. Quando il cuore è così imbevuto che non posso comprendermi se non alla luce dell’amore, di questo amore creatore e salvifico che ci dona il Signore, difficilmente potrò trovare altro motivo per camminare nel periodo dell’essere single. (…) Il vero incontro con colui che sono e col perché e dove devo andare è quell’incontro vivo con il Dio vivo, non c’è altro modo.

Bisogna essere profondamente liberi per poter accettare che l’amore è amare il diverso, non quello che io voglio che sia. Il senso della profondità dell’amore è come Dio ci ama. Come ha amato Dio? ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito’, colui che essendo ricco si è fatto povero, che essendo Dio si è fatto uomo. In questa apparente contraddizione troviamo il senso profondo. Quando uno ‘cerca’ difficilmente trova ciò che cerca, perché cerca in base ai propri parametri. Quando invece una persona ‘si lascia trovare’, l’esperienza è diversa. Quando io cerco, lo faccio secondo i miei parametri, i miei gusti, le mie necessità, quello che mi serve. Quando vivo la mia vita in chiave di donazione, l’amore mi trova.

Ma questo è prendere il tuo essere single, la tua tappa da single, come uno strumento di pienezza. È questo il senso. È come il tempo in cui la pasta lievita perché il pane sia saporito. Mi sembra che anche questo è importante. Questo tempo ha grande importanza perché trovo anche ciò che spero (…). Generare nel mio cuore l’atteggiamento, la disposizione, i momenti, i luoghi in cui credo di trovare ciò che Dio mi chiede. Per questo, è anche un momento di grande discernimento. Se voglio viverlo nella chiave della fede, è la preghiera, il discernimento, l’esercizio dell’amore concreto, del gesto concreto.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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