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“Vi ammazzo tutti”. Così un padre salva il figlio dall’eutanasia

George Pickering II

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 29/12/15

I medici erano pronti a dichiarare la morte di George Pickering III. Ma un gesto (folle) di suo padre lo tiene in vita

Un ictus fulminante. Poi il buio. George Pickering III era stato dichiarato in stato di “morte cerebrale” e i medici stavano per “staccare la spina” dei macchinari che ancora lo tenevano in vita (Washington Post, 24 dicembre).

Tutte le procedure erano state espletate: ottenuto il consenso dei familiari, l’ospedale Tomball regional medical centre di Houston, in Texas, aveva già allertato un centro di donazione di organi.

“STAVANO FACENDO IN FRETTA”

Solo il padre, George II, non si era rassegnato all’idea di lasciar andare via suo figlio a soli 27 anni: «Sapevo che se avessi avuto tre o quattro ore in più, quella notte, sarei riuscito a sapere se era davvero cerebralmente morto. Si stavano muovendo tutti troppo in fretta: l’ospedale, gli infermieri, i dottori» (Il Mattino, 28 dicembre).

GEORGE III NON ERA MORTO

E ha detto no: a un passo dalla fine ha impugnato la pistola, ha minacciato di sparare ai medici che stavano per staccare quella maledetta spina e ha tenuto lontani polizia e personale ospedaliero per tre ore. Il tempo giusto per sentire, per ben quattro volte, che dietro sollecitazione il figlio riusciva a stringergli la mano. Il tempo giusto per capire che George III non era morto: la parola “fine” poteva essere rimandata a un lontano futuro.

“VI AMMAZZO TUTTI”

Secondo i testimoni, Pickering ha urlato, «Vi ammazzo tutti». Un’infermiera ed ex-moglie di Pickering ha detto che l’uomo aveva anche aggiunto, «Non è l’unica arma che ho». Un altro figlio, che era in ospedale, lo ha disarmato, ma l’uomo si è comunque rifiutato di arrendersi alla polizia, con una conseguente situazione di stallo e trattativa fino al momento in cui George II ha lasciato la mano del figlio e si è consegnato agli agenti.

AGGRESSIONE ED EBBREZZA

Il gesto violento è però risultato azzeccato. L’uomo ha ammesso di essere stato aggressivo e in stato di ubriachezza. Ma ora, a quasi un anno di distanza, suo figlio ha pienamente recuperato e lui, incarcerato per aggressione armata dopo quel disperato blitz, è stato da poco rilasciato (Il Giornale, 27 dicembre).

“L’HO FATTO PER UNA BUONA RAGIONE”

«E’ stata infranta la legge, lo so ma è stato fatto per un buona ragione. E’ solo grazie a questo che io sono ancora qui: è stato amore, solo amore. E’ dovere di un genitore proteggere I propri figli, e questo è quello che ha fatto mio padre. L’unica cosa che conta è che sono vivo e vegeto, che mio padre è tornato a casa e che siamo di nuovo insieme», ha detto George II.

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